Soldi dal Venezuela al M5S: verità o fake news?

Violetta Silvestri

16 Giugno 2020 - 12:21

condividi

La vicenda dei soldi ricevuti dal Movimento 5 Stelle da parte del Venezuela di Chavez e Maduro si fa sempre più complessa. Il documento che ha fatto scoppiare lo scandalo, infatti, evidenzia dettagli controversi. Tutti i dubbi sul caso e sul report.

Soldi dal Venezuela al M5S: verità o fake news?

La questione dei 3,5 milioni di euro ricevuti dal Movimento 5 stelle direttamente dal Venezuela governato da Chavez e Maduro nel 2010 si tinge di giallo.

Il documento che incrimina Gianroberto Casaleggio, al tempo leader della forza politica appena nata, e pubblicato da Abc è sotto la lente di esperti, analisti e intenditori di carte ufficiali delle istituzioni venezuelane.

Quello che sta emergendo da questa approfondita ricognizione è che il caso non è affatto lineare. Dettagli apparentemente insignificanti, infatti, potrebbero rivelare che il report dello scandalo per i pentastellati sia un falso, creato o manomesso per motivi politici ancora tutti da chiarire.

L’interrogativo più gettonato al momento è il seguente: il documento che incrimina il M5S è davvero autentico? Facciamo chiarezza.

Soldi al Moviemento 5 Stelle dal Venezuela: verità o fake news?

A finire sotto la lente di ingrandimento è il documento ufficiale del Governo venezuelano pubblicato da Abc e motore dello scandalo.

Proprio l’analisi del report, infatti, sta facendo emergere alcuni dubbi leciti sulla veridicità di tutta la vicenda. Da sottolineare, che in ballo ci sono 3,5 milioni di euro consegnati direttamente a Gianroberto Casaleggio a Milano, attraverso una valigetta passata dalle mani dell’intermediario Gian Carlo di Martino, console venezuelano nella città lombarda.

Un finanziamento cospicuo, che sarebbe giunto direttamente da Caracas, per sostenere “un movimento anticapitalista e di sinistra nella Repubblica italiana” per volontà delle massime autorità del tempo: Chavez, presidente del Venezuela, e Maduro, ministro degli Esteri (oggi a capo della nazione nonostante il mancato riconoscimento della maggior parte degli Stati).

Ma qualcosa non torna. Il documento, infatti, avrebbe almeno tre dettagli poco attendibili, come spiegato da Il Corriere della Sera.

Innanzitutto, l’intestazione: nella versione diffusa sulla stampa si legge “Ministero de la Defensa”. Una dicitura che sarebbe incompleta secondo gli esperti. Mancherebbe, infatti, “del Podel Popular”. Un dettaglio non proprio di poco conto considerando che il report dovrebbe essere fonte ufficiale e istituzionale e rispondere, quindi, a impostazioni definite dalla legge.

Secondo un decreto dell’8 gennaio del 2007, infatti, era obbligatorio apporre la specificazione del Podel Popular. Che qui, invece, manca.

Altra anomalia riguarda il timbro visibile sul documento: non sarebbe quello in vigore in quell’anno. Nello specifico, la raffigurazione del cavallo, che fa parte dello stemma del Venezuela, sarebbe quella utilizzata fino al 2006.

Il report, però, è datato 2010, anno in cui lo stemma - e quindi il timbro - era stato già cambiato, con la figura del cavallo che corre e guarda verso il basso. Sul documento, invece, il cavallo ha la testa girata all’indietro.

Infine, desta perplessità la data che si legge nel documento: il timbro con la data, necessario per l’archiviazione, è in blu e riporta l’abbreviazione del mese di luglio. Giorno e anno, però, sono stati scritti a penna, con inchiostro nero: l’impressione è di un’aggiunta postuma.

L’Aise, agenzia per la sicurezza estera, sta già indagando per capire se davvero il documento è attendibile o se i dettagli di forma dubbiosi possano provare una creazione artificiosa del report.

Intanto, il giornalista di Abc che ha pubblicato il documento ha ribadito che è tutto autentico e che ogni dettaglio formale è assolutamente attendibile. Il plico è arrivato per posta ed è stato fatto esaminare da esperti sulle istituzioni venezuelane, stando a quanto raccontato da Garcia Rey.

Perché il report del Venezuela è emerso proprio ora?

I dubbi sull’autenticità del documento non sono i soli a infittire di mistero questa vicenda. Anche il fattore tempistica è sotto i riflettori.

Se è vero infatti che il documento sul finanziamento venezuelano al Movimento 5 Stelle rientra nel terreno top secret dell’intelligence, alcuni analisti hanno fatto notare che l’emergere del report proprio ora risulta alquanto singolare.

I servizi segreti, solitamente, sono molto cauti nel far trapelare informazioni ufficiali, a meno che non ci sia una volontà di diffonderle.

Restano dubbi che lo scoppio della vicenda proprio adesso, ammesso che il documento sia vero e che i fatti vengano provati, non sia proprio casuale. Il Movimento 5 Stelle è già in fibrillazione per gli equilibri interni e lo scompiglio di questo ultimo scandalo potrebbe far crollare la tenuta del Governo.

Il complottismo fa parte della narrazione politica, soprattutto quando emergono storie di finanziamenti provenienti dall’estero. Se c’è davvero una occulta volontà di danneggiare il Governo italiano lo stabiliranno, comunque, i servizi segreti.

Iscriviti a Money.it