La stufa a pellet ha diversi vantaggi per il riscaldamento domestico, ma chi vuole eseguire un certo tipo di lavori in condominio bisogna seguire le regole. Ecco quali sono e quando si può installare.
La stagione è cambiata, ma i brividi che cominciano ad avvertire gli italiani non sono dovuti solo alle temperature. Quando arriva il freddo cominciano le preoccupazioni per il riscaldamento, con le famiglie pronte a valutare svariate soluzioni per riuscire a risparmiare. L’installazione di una stufa a pellet in casa è considerata una delle opzioni preferibili, poiché garantisce al contempo di risparmiare e di salvaguardare l’ambiente. Con costi fissi ridotti, un risparmio energetico maggiore e anche alcuni vantaggi fiscali l’ultima cosa che gli italiani vogliono è veder svanire la stufa a pellet dalle proprie possibilità.
Chi vive in un condominio sa che si muove in un terreno delicato, perché non tutti i cambiamenti sono permessi e per effettuare alcuni lavori ci sono regole particolari da seguire. Ciò però non significa che si debba rinunciare a cambiare il riscaldamento domestico per soddisfare le proprie necessità. Se avete valutato la convenienza della stufa a pellet e vi frenano soltanto le regole condominiali ecco una guida pratica per districarsi più agevolmente e riuscire nell’intento.
Si può installare la stufa a pellet in condominio
La legge non vieta l’installazione della stufa a pellet in condominio. Anzi, l’articolo 1118 del Codice civile stabilisce che:
Il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini.
Il condomino ha quindi diritto al riscaldamento indipendente, che può essere rappresentato dalla stufa a pellet, a seconda della scelta dell’interessato. Non è possibile vietare ai condomini di installare una stufa a pellet, ma il condominio può pretendere il rispetto del regolamento e ovviamente della legge in merito ai lavori e alle modalità di installazione. L’unico regolamento condominiale che può validamente vietare di installare una stufa a pellet nella proprietà privata è quello contrattuale, ossia quello predisposto dal costruttore e originario unico proprietario del fabbricato trasformatosi in condominio.
In teoria, il divieto potrebbe provenire anche dall’assemblea condominiale, ma per essere efficace richiede l’unanimità. Di conseguenza se anche solo uno dei condomini vuole installare una stufa a pellet nella propria abitazione il problema in genere non si pone. Se anche viene riconosciuto il diritto di affidarsi a impianti alternativi di riscaldamento, però, resta essenziale non arrecare danno agli altri condomini e rispettare le prescrizioni.
Cosa sapere sull’installazione in condominio
Anche se il regolamento di condominio non può genericamente vietare l’installazione di stufe a pellet nelle proprietà private potrebbe prevedere alcune limitazioni legate alla salvaguardia dei beni comuni. Rientrano in questo caso le disposizioni a tutela della sicurezza dell’edificio e del decoro architettonico.
Di pari passo, nemmeno l’assemblea condominiale può vietare al condomino di installare la stufa a pellet né deve essere obbligatoriamente consultata, purché i lavori non sforino dalla proprietà privata del condomino e dal lecito utilizzo delle parti comuni.
Le regole della stufa a pellet in condominio
La possibilità di installare una stufa a pellet nella proprietà facente parte di un condominio è comunque subordinata al rispetto delle leggi, ma anche delle normative locali riguardanti l’edilizia e la salvaguardia ambientale.
È quindi fondamentale assicurarsi che l’opera rispetti gli eventuali vincoli imposti dal Comune e/o dalla Regione, ma anche dalle leggi nazionali. In particolare, bisogna far riferimento alla norma Uni (ente nazionale di normazione) n. 10683/2012, la quale contiene tutti i criteri da rispettare per l’installazione di stufe a pellet e altri impianti alimentati da bio-combustibile solido.
Questa norma stabilisce anche la disciplina dello scarico dei fumi e indica le distanze minime dalle strutture infiammabili, dalle pareti e dai balconi, oltre alle caratteristiche tecniche della stufa e dell’impianto di scarico. Di norma è raccomandata la canna fumaria esterna (a meno che l’appartamento si trovi nel solaio), che il regolamento non può vietare a meno che pregiudichi la sicurezza o il decoro architettonico dello stabile.
Bisogna poi prestare particolare attenzione in presenza di altre stufe a pellet nel condominio, ricordando che:
- Ognuna deve possedere una canna fumaria autonoma;
- se le stufe si trovano su piani diversi deve essere garantita tra i comignoli (che devono scaricare sul tetto) una distanza minima di 50 cm;
- lo sbocco della canna fumaria deve essere lontano da ostacoli come antenne paraboliche o pannelli solari;
- lo scarico sul tetto (obbligatorio) deve avvenire ad almeno 1 metro dal colmo.
In ogni caso, per l’installazione della stufa a pellet in condominio è necessario presentare la Cila (comunicazione inizio lavori asservata), subordinata alla dichiarazione di un tecnico specializzato che attesti il rispetto delle normative vigenti.
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