A soli 22 anni, Whitney Wolfe Herd ha co-fondato Tinder. Dopo aver lasciato l’azienda, ha creato Bumble, l’app di incontri che nel 2021 l’ha resa una delle miliardarie self-made più giovani al mondo.
Dietro la nascita di Bumble, una delle app di incontri più popolari al mondo, c’è una giovane imprenditrice statunitense: Whitney Wolfe Herd. A soli 31 anni, nel 2021, è diventata una delle più giovani miliardarie self-made al mondo, dopo il clamoroso successo della quotazione in borsa dell’azienda. Ma la sua storia comincia quasi dieci anni prima, quando quella stessa ragazza, allora ventiduenne e studentessa universitaria, aveva già contribuito a fondare Tinder, l’app che ha rivoluzionato il mondo del dating online.
Nonostante il suo percorso non sia stato privo di ostacoli, Whitney Wolfe Herd ha trasformato le difficoltà in opportunità, dando vita a una piattaforma basata su rispetto ed emancipazione femminile. Una storia di coraggio e visione che, nel 2025, diventerà anche un film: “Swiped”, con l’attrice britannica Lily James nei panni dell’imprenditrice.
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La fondazione di Tinder e la causa per molestie sessuali
Già mentre studiava al college, Whitney Wolfe Herd aveva fondato due aziende. Forte del successo dei suoi primi “esperimenti” imprenditoriali, dopo la laurea è subito entrata nel team marketing di Cardify, una startup guidata dal cofondatore di Tinder Sean Rad che, a seguito del fallimento del progetto, l’ha convinta a unirsi al team di sviluppo di Matchbox, un’app di incontri online che, secondo alcune indiscrezioni, è stata poi ribattezzata “Tinder” proprio su suggerimento di Whitney.
In poco tempo, la giovane donna ha scalato i ranghi dell’azienda fino ad assumere il ruolo di vicepresidente marketing. Durante i due anni trascorsi a Tinder, ha rivoluzionato la strategia promozionale, contribuendo in modo decisivo alla diffusione dell’app tra gli studenti universitari e all’espansione della base utenti.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Dopo la fine della sua relazione con Justin Mateen, co-fondatore di Tinder e dirigente insieme a Sean Rad, Whitney Wolfe Herd ha cominciato a subire sul posto di lavoro insulti, prepotenze e molestie a sfondo sessuale da parte dell’ex fidanzato. Nell’aprile del 2014 ha deciso così di dimettersi e di intentare una causa contro la società, ottenendo un risarcimento di 1 milione di dollari in azioni.
Il calvario, però, non è terminato con le dimissioni. Whitney Wolfe Herd è infatti diventata bersaglio di una campagna mediatica che l’ha accusata di aver inventato le molestie per profitto, mentre gli utenti dell’app l’hanno attaccata online per aver denunciato i fondatori. Ma proprio da quel periodo buio la giovane imprenditrice ha trovato la forza per rialzarsi e dare vita a un nuovo progetto innovativo e consapevole.
La nascita e il successo di Bumble
Dopo aver lasciato Tinder, Whitney Wolfe Herd si è rimboccata le maniche e ha iniziato a lavorare su una nuova app di incontri dall’idea singolare: solo le donne possono scrivere agli uomini. Insieme ad Andrew Andreev, un ex socio in affari, nel 2014 l’imprenditrice ha lanciato ufficialmente la piattaforma di incontri Bumble. In poco tempo, l’applicazione ha ricevuto giudizi positivi dagli utenti e, già alla fine del 2015, aveva raggiunto oltre 1 milione di utenti.
Nel 2016 l’azienda ha sviluppato un piano aziendale freemium, un modello di business che combina una versione gratuita (“free”) di un prodotto o servizio con funzionalità aggiuntive a pagamento (“premium”). Entro la fine dello stesso anno, Bumble ha registrato un utilizzo da parte di oltre 8 milioni di utenti e un fatturato di circa 10 milioni di dollari, mentre alla fine del 2017, la società è riuscita a conquistare quasi il 10% della quota di mercato all’interno del settore degli appuntamenti online negli Stati Uniti, registrando una crescita annua di oltre il 70%.
Nel frattempo, c’era anche chi faceva offerte per acquisire la piattaforma. All’inizio del 2017 Match Group, il gruppo societario che possiede il più grande portafoglio globale di servizi di incontri online tra cui Tinder, Match.com, Meetic e Hinge, aveva tentato senza successo di acquisire Bumble in un’operazione del valore di 450 milioni di dollari. Ci aveva poi riprovato - sempre senza successo - qualche mese più tardi, con un buyout che aveva valutato l’azienda quasi 1,3 miliardi di dollari.
Nel 2019, la società di private equity newyorkese Blackstone ha acquisito una quota di maggioranza della società madre di Bumble, MagicLab, in un’operazione del valore di 2 miliardi di dollari. L’acquisizione ha portato la valutazione di Bumble a quasi 3 miliardi di dollari.
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Il picco di utenti e la storica quotazione in borsa
Durante la pandemia di Covid-19, Bumble ha registrato una crescita esplosiva nelle iscrizioni, trainata dall’aumento dell’uso delle app di dating durante i periodi di lockdown. L’azienda ha superato i 42 milioni di utenti registrati e ha generato ricavi per circa 417 milioni di dollari nei primi nove mesi dell’anno.
L’offerta pubblica iniziale (IPO) si è tenuta l’11 febbraio 2021, con un prezzo di apertura di 76 dollari per azione e una capitalizzazione di mercato pari a circa 8,6 miliardi di dollari. L’operazione ha consentito a Whitney Wolfe Herd, allora trentunenne, di diventare la più giovane fondatrice donna a portare una società in borsa.
L’IPO ha permesso a Bumble di raccogliere circa 2,2 miliardi di dollari, parte dei quali destinati al riscatto della quota dell’11,6% detenuta da Wolfe Herd prima della quotazione. Il successo dell’offerta ha inoltre consacrato (all’epoca) la fondatrice come la più giovane miliardaria self-made al mondo, simbolo di una nuova generazione di imprenditrici nel settore tecnologico.
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La situazione attuale di Bumble nel settore delle dating app
Le azioni di Bumble hanno registrato un marcato ribasso dopo aver toccato il massimo storico di 78,89 dollari per azione il 16 febbraio 2021. Entro novembre dello stesso anno, il titolo era sceso a circa 35 dollari, complice anche una trimestrale del terzo trimestre 2021 inferiore alle attese in termini di ricavi.
Attualmente, Bumble continua a confrontarsi con la forte pressione competitiva esercitata da rivali come Tinder e Hinge, pur mantenendo una base di oltre 50 milioni di utenti attivi a livello globale e una posizione di grande rilievo nel mercato delle app di incontri online.
Nel novembre 2023, Whitney Wolfe Herd ha lasciato la carica di CEO per assumere il ruolo di presidente esecutivo di Bumble. Le è subentrata Lidiane Jones, già CEO di Slack, il 2 gennaio 2024.
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