Continua lo shutdown: Trump ha visto demolita la propria proposta ancor prima di entrare in aula.
Con l’obiettivo di porre fine allo shutdown, Trump ha presentato un’offerta di compromesso in cui ha rivisto i termini di scadenza per i dreamers, a patto che si faccia il muro.
Non è stata accolta bene dalla controparte, la quale ha visto in questa linea di azione solo la volontà di rimandare la palla per attribuire loro le colpe della fase di stallo. Ma non ci stanno e rilanciano con una proposta.
Shutdown Trump: tempo di compromesso
Semplici spettatori in attesa di vedere come andrà a finire l’approvazione di bilancio U.S.A., ormai sembra quasi di assistere al gioco della patata bollente, in cui né i repubblicani né i democratici intendono prendersi la responsabilità dello shutdown.
Il blocco amministrativo è in atto da 29 giorni e a causa di ciò 800 mila funzionari non percepiscono lo stipendio, senza condiderare i molti uffici rimasti chiusi.
Per mettere la parola fine a questa situazione, Trump torna alla carica con il suo progetto del muro proponendo un compromesso: proroga del DACA (Deferred Action for Childhood Arrivals), ossia altri tre anni di visto per i circa 700 mila dreamers, gli immigrati giunti illegalmente negli Stati Uniti da bambini. In cambio il finanziamento di 5,7 miliardi di dollari per la costruzione del muro al confine con il Messico.
Il presidente commenta così la proposta:
Si tratta di un compromesso di buon senso che entrambi i partiti dovrebbero sostenere [...] Non si tratta di una struttura in cemento di 2000 miglia che dal mare arriva al mare. Sono barriere in acciaio dislocate in luoghi strategicamente importanti [...] Come candidato alla presidenza ho promesso di risolvere la situazione (in riferimento all’illegalità e al caos della frontiera) e intendo mantenere quella promessa, in un modo o nell’altro. Un muro non è immorale. La sinistra radicale non assumerà mai il controllo dei nostri confini
Si tratta di un’offerta inaccettabile per i democratici, secondo cui non trovano in essa una soluzione per la condizione di incertezza dei dreamers, ma solo un allungare i tempi per una fine inevitabile: la loro espulsione dal suolo americano. Ecco che quindi il compromesso viene respinto prima ancora di arrivare in aula.
Nancy Pelosi, speaker della Camera, ha dichiarato:
I democratici speravano che il presidente fosse finalmente disponibile a riaprire il governo e a procedere con la necessaria discussione per proteggere il confine [...] la sua proposta è una compilazione di iniziative già respinte
E ancora Il senatore Chuck Schumer, capo dei Democratici al Senato, ha definito la proposta:
non un compromesso, ma una presa di ostaggi
Si è trattato di un finto compromesso quello di Trump, da cui è scaturita la controproposta da parte dei democratici, ossia la riapertura del governo federale e il finanziamento di 1,3 miliardi di dollari per la sicurezza ai confini. Quest’ultimo prevede il potenziamento delle strutture dei siti di entrata e del personale amministrativo e giudiziario che si occupa di immigrazioni.
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