Sciopero Alitalia 5 aprile, tutti gli orari e le news sulla protesta: saranno sufficienti gli ingenti tagli e esuberi previsti per far ripartire la compagnia aerea?
Sciopero Alitalia mercoledì 5 aprile, gli orari e le news di questa nuova agitazione proclamata dai sindacati dopo la prima fase di confronto con l’azienda che si è risolta con il più classico dei nulla di fatto.
Nuovo sciopero Alitalia proclamato per mercoledì 5 aprile e che andrà a colpire i viaggiatori. Nonostante le trattative degli ultimi giorni, l’agitazione è stata confermata replicando così lo sciopero del 23 febbraio scorso.
Si fa sempre più delicata quindi la posizione di Alitalia, con il piano industriale presentato dall’azienda per cercare di risollevarsi dopo le pesanti perdite del 2016 che è stato bocciato in toto dai sindacati, contrari agli esuberi e ai tagli previsti.
Che futuro ci può essere allora per l’azienda? Questo nuovo sciopero Alitalia non ferma comunque le trattative che riprenderanno appena sarà finita l’agitazione, ma anche se si dovesse giungere ad un accordo molte problematiche della compagnia aerea rimarrebbero comunque irrisolte.
Sciopero Alitalia mercoledì 5 aprile: orari e motivazioni
Sciopero Alitalia mercoledì 5 aprile confermato, con gli aerei della compagnia di bandiera italiana che rimarranno a terra per tutte le 24 ore della giornata, ad esclusione delle fasce di garanzia.
Dopo la presentazione del piano industriale da parte dei vertici di Alitalia, da subito era scattata l’agitazione dei sindacati che già lo scorso 23 febbraio avevano indetto una giornata di sciopero.
Negli ultimi giorni si è intensificato il tavolo di confronto tra azienda e sindacati, ma le posizioni sono rimaste ugualmente molto distanti con lo sciopero degli aerei Alitalia di mercoledì 5 aprile che è stato quindi confermato.
Già a partire dal 6 aprile, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha annunciato l’inizio di una trattativa a oltranza che avrà come suo termine massimo il 13 aprile, visto che il giorno seguente dovrebbe partire il piano di ristrutturazione finanziaria di Alitalia dal valore complessivo di circa 1,9 miliardi.
I sindacati hanno alzato un autentico muro di fronte al piano industriale presentato da Alitalia e realizzato da Cramer Ball, che sta per lasciare il testimone al futuro presidente dell’azienda Luigi Gubitosi, ex direttore generale della Rai.
Il piano presentato da Alitalia prevede 2.037 esuberi e un nuovo contratto di lavoro che si basa sul taglio del 30% degli stipendi per piloti e assistenti di volo, oltre che sulla rimodulazione delle ferie, congedi parentali e abolizione degli scatti d’anzianità.
Tagli ed esuberi che sono stati posti come indispensabili dai finanziatori per immettere denaro fresco nelle prosciugate casse dell’Alitalia, misure che però devono fare i conti con la ferma opposizione dei sindacati.
C’è rimedio alla crisi Alitalia?
Oltre ai tagli e agli esuberi che sono stati il motivo del nuovo sciopero Alitalia di mercoledì 5 aprile, il piano industriale per il rilancio dell’azienda verte anche su tematiche più prettamente strategiche.
Nel libro bianco del piano industriale 2017-2021 sono previsti tagli complessivi per circa 1 miliardo di euro. Oltre ai lavoratori, a farne le spese saranno anche le tratte nazionali, con 20 aerei di medio raggio che rimarranno a terra.
La strategia quindi è quella di puntare tutto sui voli internazionali soprattutto verso il Nord America, ma l’abbandono sostanziale delle tratte nazionali è quasi un regalo a compagnie come Ryanair ed EasyJet che avranno così quasi il monopolio in Italia.
Proprio l’avvento delle compagnie low cost è stato uno dei motivi della profonda crisi in cui l’azienda versa da venti anni. Periodo questo in cui l’Alitalia è costata tanto allo Stato, che ora è chiamato nuovamente a fare da garante ai 400 milioni del contingent equity, una sorta di salvadanaio da utilizzare nel caso il piano industriale non dovesse dare i frutti sperati.
Solo qualche decennio fa, Alitalia era la terza compagnia aerea d’Europa e la settima al mondo. Successo dovuto in gran parte a oculate scelte aziendali e all’utilizzo di avanguardie tecnologiche.
Adesso invece Alitalia è la dodicesima compagnia in Europa, molto più indietro poi nella classifica mondiale. Una crisi che fa aumentare i rimpianti per la mancata vendita ad Air France nel 2008.
Per difendere l’italianità dell’azienda, l’allora premier Silvio Berlusconi sponsorizzò l’ingresso di C.A.I. dei famigerati “capitani coraggiosi” in Alitalia, scorporando i debiti pregressi che poi sostanzialmente sono stati sobbarcati dalle casse statali.
Nonostante una società senza debiti, Alitalia non ha saputo invertire il trend negativo in corso a causa di scelte strategiche errate e anche per la troppa rigidità in alcune occasioni dei sindacati.
Mentre Ryanair con meno personale trasporta in un anno quasi cinque volte i passeggeri che volano con Alitalia, la compagnia aerea nostrana ha deciso di abbandonare le tratte nazionali, una mossa che difficilmente potrà portare risultati benefici alle casse dell’azienda.
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