Un’intervista a Dane Wigington, storico attivista contro la cosiddetta “ingegneria climatica clandestina” riaccende il dibattito
Una sorta di evergreen della diffidenza (o della creduloneria) popolare oppure un tema maledettamente serio? Quello sulle “scie chimiche” è un dibattito antico e sempre attuale che ruota intorno a una teoria nata negli anni ’90 e che continua a dividere l’opinione pubblica tra chi si limita a vedere nel fenomeno un evento atmosferico ordinario e chi invece ipotizza un progetto di manipolazione climatica.
A favore dei “minimizzatori” parlava uno studio del 2016 e che sembrava definitivo. In sostanza si chiedeva a 77 chimici atmosferici se avessero “trovato prove di un programma su larga scala di spruzzo chimico da aeromobili”. Risposta: 76 su 77 hanno detto di no.
A riaccendere i riflettori su questa controversa materia ci ha pensato un’intervista del celebre podcaster USA Tucker Carlson a Dane Wigington, storico attivista contro la cosiddetta “ingegneria climatica clandestina” e fondatore di GeoEngineeringWatch.org. L’intervista ha un titolo promettente: “Il governo degli Stati Uniti finalmente ammette che le scie chimiche sono reali (è peggio di quanto possiate pensare)” e ha già raccolto milioni di visualizzazioni online. [...]
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