Sassoli, Salvini contro il neo-eletto presidente dell’Europarlamento: “Siamo su Scherzi a Parte”

Mario D’Angelo

03/07/2019

03/07/2019 - 22:08

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Malumori della destra italiana per l’elezione dell’eurodeputato PD David Sassoli alla presidenza del Parlamento di Bruxelles

Sassoli, Salvini contro il neo-eletto presidente dell’Europarlamento: “Siamo su Scherzi a Parte”

L’elezione di David Sassoli alla presidenza del Parlamento Europeo non è stata accolta con favore da una larga parte della politica italiana. Benché la Penisola sia riuscita, contro ogni aspettativa, a ottenere uno dei big five, ovvero uno dei cinque ruoli chiave negli organismi Ue, la notizia ha ricevuto alle Camere il plauso soltanto di PD e del resto della sinistra. Il più polemico è stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che con una diretta Facebook ha immediatamente attaccato il risultato dell’elezione, definita “non rispettosa del voto degli italiani”. E ancora, commentando la posizione del presidente sulle Ong, Salvini ha scritto: “Siamo su Scherzi a Parte”. Critico anche Fratelli d’Italia, freddi i forzisti che avevano finora occupato la presidenza con Antonio Tajani.

Malumori della destra per l’elezione di Sassoli all’Europarlamento

Il disappunto della destra non è solo una questione di schieramenti interni. Ad infiammare gli animi è stato anche il discorso d’insediamento di David Sassoli, il quale ha subito parlato di apertura alle Ong e di “degenerazione nazionalista”. “Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e conflitti distruttivi”, ha detto Sassoli in conferenza stampa.

Comunque la si guardi, l’elezione di Sassoli alla presidenza dell’Europarlamento è uno smacco al governo italiano, che si trova così al momento escluso dalle posizioni rilevanti dell’Unione. Quello del presidente è sì un ruolo istituzionale, ma ha comunque poteri non indifferenti come dettare tempi e contenuti dell’assemblea, funzioni di controllo sull’esecutivo e di co-decisione del bilancio dell’Unione Europea.

Il neo-presidente sembra determinato ad esercitare buona parte del proprio potere sulla questione dell’immigrazione, a cominciare dalla riforma del trattato di Dublino: “Il Consiglio Europeo ha il dovere morale di discutere la proposta del Parlamento di riforma del regolamento di Dublino perché sapete questa tensione si crei attorno alla non gestione della questione migratoria: i cittadini si chiedono l’Ue dov’è”, ha detto Sassoli. Che spingerà affinché i governi trasferiscano “un po’ di potere all’Europa, devono collaborare di più”.

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