Rottamazione quinquies per versare contributi omessi

Patrizia Del Pidio

24 Novembre 2025 - 11:15

Per andare in pensione prima la rottamazione quinquies potrebbe essere la soluzione giusta: regolarizzare i contributi omessi avvina la data del pensionamento.

Rottamazione quinquies per versare contributi omessi

La rottamazione quinquies permette di andare in pensione prima. La sanatoria inserita nella Legge di Bilancio 2026 consente di sanare debiti fiscali e previdenziali, ma pochi hanno colto il nesso tra la pace fiscale e il pensionamento anticipato.

Con la nuova rottamazione si offrirà ai contribuenti una modalità più flessibile per regolarizzare la propria posizione debitoria sia con il Fisco che con l’ente previdenziale. I contributi Inps omessi, quindi, possono essere versati senza sanzioni e senza interessi avvicinando il momento di andare in pensione. Andiamo con ordine e vediamo prima il lato fiscale della misura, per esaminare, dopo, anche quello previdenziale.

In arrivo la rottamazione quinquies, cosa cambia?

La rottamazione quinquies è diversa da tutte le sanatorie che l’hanno preceduta: darà più flessibilità prevedendo rate più basse e un rischio di decadenza più contenuto.

Invece che in 18 rate in 5 anni, con la nuova rottamazione si potranno pagare i debiti in 54 rate in 9 anni, tutte dello stesso importo (senza maxi rate iniziali). Non ci saranno più scadenze trimestrali, ma bimestrali e con un piano di ammortamento quasi raddoppiato nel tempo. Questo consentirà ai contribuenti di dover versare con ogni rata un importo molto più basso rispetto a quanto previsto dalle prime 4 edizioni della rottamazione.

Inoltre è stato rivisto anche il meccanismo della decadenza: se con le precedenti rottamazioni bastava un ritardo superiore a 5 giorni per decadere dal piano di definizione agevolato, con la nuova è previsto che possano essere saltate anche alcune rate senza incorrere nella decadenza.

Perché la rottamazione favorisce il pensionamento?

La rottamazione ha degli indubbi vantaggi dal punto di vista previdenziale. Per lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e professionisti che hanno maturato dei debiti nel versamento dei contributi all’Inps, con la rottamazione è possibile recuperare i contributi non versati in passato (con l’esclusione dei contributi derivanti da accertamenti) e raggiungere più facilmente i requisiti richiesti, sia per la pensione di vecchiaia sia per una delle forme di anticipo previdenziale.

Con la definizione agevolata è possibile recuperare i contributi omessi dilazionando il debito in un periodo variabile che può arrivare fino a 9 anni. I debiti previdenziali pendenti non sono registrati nell’estratto conto contributivo del lavoratore e lasciano buchi contributivi nella carriera lavorativa. Siccome la rottamazione prevede la cancellazione di aggio, sanzioni e interessi, per recuperare i contributi omessi il lavoratore deve versare solo il loro costo originario senza l’aggravio di ulteriori costi.

Pensione anticipata con la rottamazione quinquies

Bisogna fare attenzione a un aspetto molto importante, però. Fino a quando la posizione debitoria non è interamente saldata, i contributi non sono riconosciuti al lavoratore. Anche se si opta, quindi, per la rottamazione delle cartelle esattoriali che contengono contributi Inps non versati, non basta la sola domanda di rottamazione per vedersi riconoscere i contributi mancanti, ma è necessario versare fino all’ultima rata.

Anche se in diversi ambiti basta solo la domanda di adesione alla rottamazione per avere dei benefici, in ambito previdenziale non è così ed è necessario il totale pagamento del debito per il riconoscimento dei contributi.

Appare chiaro che il lavoratore che vuole aderire alla rottamazione quinquies per accedere alla pensione o farlo prima, deve fare bene i conti: rateizzare il debito in 9 anni può rimandare la pensione di quasi una decade. Se con i contributi pendenti invece, si riesce a raggiungere, ad esempio, l’accesso alla pensione anticipata potrebbe essere il caso di fare un sacrificio e pagare il debito nel minor numero di anni possibile per godere appieno dell’anticipo che comporta.

Facciamo qualche esempio per capire il meccanismo. Se un lavoratore autonomo di 67 anni ha soltanto 18 anni di contributi versati, non può accedere alla pensione di vecchiaia. Se con la rottamazione riesce a recuperare due anni di contributi non versati gli si apre l’accesso alla pensione di vecchiaia non appena salda il debito. In questo caso è interesse del lavoratore versare il debito nel minor tempo possibile per accedere più in fretta alla pensione.

Se un lavoratore a partita Iva ha 39 anni di contributi e 60 anni di età, recuperando 4 anni circa di contributi omessi potrà accedere alla pensione anticipata. Se paga il debito suddividendo i pagamenti in un paio di anni, si assicura l’accesso alla pensione anticipata entro i 62 anni, se prolunga il piano di dilazione, invece, non potrà anticipare il pensionamento. Per questo è bene capire cosa convenga dal punto di vista previdenziale prima di decidere in quante rate saldare i debiti con l’Inps.

Iscriviti a Money.it