Altre modifiche alla rottamazione quinquies riscrivono la platea di coloro che potranno dilazionare in 8 o 9 anni. Esclusi dalla sanatoria i tributi locali e le multe. Vediamo le novità.
Novità in arrivo per la rottamazione quinquies, che continua a riservare sorprese — non sempre positive. La sanatoria tanto attesa, allo studio per essere inserita nella Legge di Bilancio 2026, continua ad arricchirsi di nuovi dettagli.
Proprio nell’ultima settimana è stato reso noto che la rateizzazione lunga non sarà disponibile per tutti e che che i debiti di importo basso potranno essere rateizzati, ma la cui durata dipenderà dalla somma totale da versare. Inoltre è trapelato che multe e tributi locali potrebbero essere esclusi dalla nuova pace fiscale. Vediamo come sta cambiando la definizione agevolata dei carichi pendenti e cosa aspettarci dalla Legge di Bilancio 2026.
Rottamazione quinquies, non per tutti è lunga
La rottamazione quinquies era stata annunciata come la sanatoria per chiudere definitivamente i debiti con il Fisco. Una pace fiscale lunga, da versare in 120 rate mensili spalmate su 10 anni. Il primo cambiamento è proprio sulla durata del piano di dilazione: non si parla più di 120 rate, ma molto probabilmente si potranno prevedere un massimo di 108 rate in 9 anni o di 96 in 8 anni (la decisione al riguardo ancora non è stata presa).
Oltre alla riduzione del tempo massimo della rottamazione, è trapelata anche l’intenzione di fissare un tetto minimo alla rata che non potrà avere un importo inferiore ai 50 euro. Appare chiaro, quindi, che per chi ha importi esigui la rottamazione non durerà 8 o 9 anni, ma molto meno. Per i debiti bassi la rottamazione sarà breve.
Sono moltissimi i potenziali beneficiari della pace fiscale che rischiano di dover pagare ben più in fretta rispetto a quanto avevano preventivato.
Il Dipartimento delle Finanze ha diffuso dati in base ai quali si evince che i beneficiari della rottamazione lunga saranno ben pochi, visto che la maggior parte dei debiti riguarda importi che non arrivano ai 5.000 euro.
Nello specifico:
- il 23% dei debiti affidati all’agente di riscossione tra il 2000 e il 2024 hanno un importo che non supera i 100 euro;
- il 53% dei debiti si colloca tra 100 e 1.000 euro;
- il 17% dei crediti da riscuotere è compreso tra 1.000 e 5.000 euro;
- il 5% dei debiti ha importo compreso tra 5.000 e 20.000 euro;
- l’1,7% dei debiti ha importi superiori a 20.000 euro e inferiori a 120.000;
- lo 0,2% supera i 120.000 euro ma non i 500.000 euro;
- lo 0,1% supera i 500.000 euro.
A conti fatti, quindi, solo il 7% dei debiti potrà beneficiare di una rottamazione lunga che potrebbe arrivare fino a 9 anni, perché ponendo come importo minimo della rata 50 euro i debiti di importo inferiore a 5.000 euro verrebbero saldati in un periodo notevolmente inferiore ai nove anni.
Escluse multe e tributi locali dalla rottamazione
Le proposte che si stanno avanzando sulla rottamazione quinquies sono numerose, ma il dictat resta quello di contenere la spesa. Da qui l’idea di escludere dalla sanatoria i recidivi, coloro che hanno aderito alle versioni precedenti della pace fiscale senza, però, saldare il debito con il Fisco, i furbetti che hanno inviato domanda di adesione solo per bloccare le azioni esecutive.
La nuova sanatoria, però, potrebbe escludere anche i tributi locali e le multe. Le cartelle esattoriali dei crediti di Comuni, Province e Regioni sono destinate alla cartolarizzazione (o all’affidamento a società del Tesoro specializzate nella gestione dei crediti deteriorati). Proprio per questo motivo non è necessario includere questi crediti nella rottamazione quinquies per rientrare, anche parzialmente, del gettito.
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