Rottamazione 5, regole anti furbetti, ticket di ingresso e novità

Patrizia Del Pidio

24 Settembre 2025 - 16:33

Emendamenti presentati e poi ritirati, cosa sta succedendo al testo della rottamazione quinquies? Vediamo cosa si prevede per limitare le spese.

Rottamazione 5, regole anti furbetti, ticket di ingresso e novità

La rottamazione 5 è sotto esame e sul testo, all’esame in commissione Finanze al Senato, sono stati presentati 114 emendamenti. Le ipotesi su cui si sta lavorando stanno prendendo in considerazione il ticket di ingresso, la durata, i debiti da comprendere, i debitori da far accedere e l’importo delle rate. Per definire quella che sarà la nuova pace fiscale occorre ancora tempo e soprattutto risorse.

L’idea è quella di far confluire il testo nella Legge di Bilancio 2026, ma al momento nessuno può dire come sarà la nuova rottamazione: lo sviluppo della misura sarà noto solo quando si conoscerà il budget a disposizione. Intanto sul tavolo si affollano decine di ipotesi, alcune volte a superare i punti critici delle rottamazioni precedenti, altre a mettere paletti per i cosiddetti furbetti.

Rottamazione quinquies e ticket di ingresso

Una delle criticità delle precedenti rottamazioni era l’importo troppo alto della prima e seconda rata pari ognuna al 10% del debito complessivo. Si sta ipotizzando di prevedere una sorta di ticket di ingresso che sia più contenuto e si ragiona sul 5% del debito da versare entro le prime scadenze. Si tratterebbe, in ogni caso, di un miglioramento rispetto alla rottamazione quater per la quale i contribuenti hanno dovuto versare il 20% dell’intero debito tra il 31 ottobre e il 30 novembre 2023.
Prevedere un ticket di ingresso, in ogni caso, è anche un modo per ridurre la spesa per lo Stato

Accesso alla rottamazione e piano anti furbetti

Uno degli emendamenti al testo pone un freno all’accesso dei cosiddetti “furbetti” della rottamazione. Il problema principale delle altre edizioni della sanatoria è stato rappresentato proprio dalle moltissime adesioni a cui, poi, non è seguito il pagamento.

Per chi chiede piani di rateizzazione che comportino il pagamento di più di 30 rate si propone di subordinare delle condizioni e nello specifico:

  • versamento delle rate esclusivamente con mezzi tracciabili;
  • regolarità negli adempimenti tributari e contributivi al momento dell’accesso e per tutta la durata della dilazione;
  • per i soggetti diversi dalle persone fisiche è previsto il divieto di distribuzione degli utili, acconti sui dividendi, erogazioni di compensi straordinari agli amministratori ecc…

Con la rottamazione quinquies, quindi, i decaduti non saranno esclusi, ma sicuramente non avranno neanche regali dalla pace fiscale. La rottamazione 5 sarà studiata, in base a quanto fatto trapelare dal viceministro Maurizio Leo, per aiutare i debitori che si trovano in difficoltà e non riescono a pagare, non tutti quelli che aderiscono.

Il piano di dilazione della rottamazione 5

L’unico emendamento presentato dalla maggioranza vorrebbe estendere il perimetro della rottamazione quinquies a tutti i carichi notificati (non solo quelli affidati all’agente di riscossione) entro il 31 dicembre 2023, compresi gli avvisi bonari.

La rottamazione 5, nelle intenzioni iniziali, doveva prevedere di poter pagare i debiti in 120 rate spalmate su 10 anni. La tempistica troppo lunga ha fatto storcere il naso a più di qualche tecnico e le proiezioni dovrebbero prendere in esame un periodo più breve che va dagli 8 ai 9 anni.

Emendamenti presentati e poi ritirati

Sul testo della rottamazione sono stati richiesti, entro i termini previsti, 114 correttivi di cui 113 presentati dall’opposizione e uno solo dalla maggioranza. Dopo che il ministro dell’Economia ha fatto chiaramente intendere di voler rivedere l’intero testo della pace fiscale, nella giornata del 23 settembre Movimento 5 Stelle e Pd hanno ritirato tutti gli emendamenti presentati a propria firma per attendere il testo “vero” su cui discutere realmente.

Gli emendamenti chiedevano i correttivi più disparati dall’accesso alla pace fiscale con limiti di Isee alla riduzione del tempo a disposizione per pagare (da 10 a 9 anni), dall’obbligo di tracciabilità dei pagamenti, al ticket di ingresso.

La rottamazione, così come è scritta, costerebbe 5 miliardi solo nel 2026 e appare chiaro che il testo deve essere riscritto per prevedere paletti e limiti. In uno degli emendamenti presentati dal M5S si prevedeva l’esclusione di coloro che rientravano in una delle due seguenti condizioni:

  • aver aderito ad almeno altre due definizioni agevolate tra il 2016 e il 2025;
  • essere decaduti da almeno una per non aver pagato una rata.

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