Risorse esaurite per il piano di Transizione 5.0 e 4.0, ecco cosa è successo e cosa possono fare ora le imprese deluse dal caos.
Brutte notizie per le imprese, le risorse del Piano di Transizione 5.0 sono esaurite già dal 7 novembre e a cascata l’effetto è ricaduto sul Piano di Transizione 4.0. Il rischio per molte imprese che contavano su questi importanti aiuti è di non riuscire a recuperare nemmeno una parte delle spese sostenute per gli investimenti in nuove tecnologie. Ecco cosa succede ora.
Vediamo cosa possono fare le imprese per evitare di perdere importanti aiuti economici del Piano di Transizione 5.0 e 4.0.
Cosa succede al Piano di Transizione 5.0?
Il caos nasce da decisioni forse poco ponderate: il PNRR aveva previsto un piano di investimenti per il 2024-2025 pari a 6,23 miliardi di euro per il Piano di Transizione 5.0.
Inizialmente le richieste erano poche e di conseguenza il Governo ha dirottato parte delle risorse, 3,8 miliardi, ad altri interventi. Ne restano poco più di 2 miliardi di euro.
Nel frattempo sono state semplificate le procedure per accedere ai fondi Transizione 5.0, le imprese hanno, quindi, iniziato a investire riservandosi in un secondo momento la possibilità di registrarsi. Al momento della registrazione, in poco tempo sono andate esaurite le risorse stanziate. Dal 7 novembre in effetti è arrivata una pioggia di progetti, che evidentemente molte imprese, spesso seguendo le indicazioni dei consulenti, pensavano di presentare alla fine dell’anno. Siamo già a oltre 3,5 miliardi totali richiesti, quindi oltre 1 miliardo al di sopra del limite fissato con la Ue.
La soluzione a questo problema potrebbe arrivare dopo la riunione convocata per il 18 novembre 2025 con le associazioni imprenditoriali dal ministero delle Imprese e del made in Italy.
A partire dal 7 novembre è comunque possibile effettuare la prenotazione dei crediti di imposta sul portale del GSE, ma gli stessi finiscono in graduatoria. Gli utenti dopo aver caricato le richieste ricevono un avviso di indisponibilità delle risorse e possono accedere al beneficio in caso di rinunce da parte dei beneficiari o nel caso di riduzione dei contributi riconosciuti.
Piano di Transizione 4.0 con effetto cascata: terminate le risorse
Cosa è successo nel frattempo? Le imprese che avevano effettuato investimenti, preoccupate dal blocco delle risorse del Piano 5.0, hanno pensato di ricorrere al male minore e, quindi, hanno iniziato a presentare istanze per accedere al contributo del Piano di Transizione 4.0 anche se meno generoso.
Il risultato è stato l’esaurimento anche di quei fondi. Il Piano Transizione 4.0 si basa su crediti d’imposta a favore di investimenti per l’acquisto o il leasing di beni strumentali funzionali a processi di innovazione digitale. Anche in questo caso è comunque possibile continuare a inviare le prenotazioni fino alla fine dell’anno e se si libereranno risorse saranno assegnate scorrendo la graduatoria.
Iper-ammortamento e super-ammortamento nel 2026
Ricordiamo che Il Piano di Transizione 4.0 e il Piano di Transizione 5.0 presto saranno sostituiti da iper-ammortamento e super-ammortamento. Il Governo nella Legge di Bilancio 2026 ha, infatti, predisposto il superamento dell’utilizzo dei crediti di imposta per aiutare le imprese.
Il nuovo strumento è un ammortamento delle spese effettuate con maggiorazione. Il consiglio per le imprese è rinviare, se possibile, gli investimenti al 2026 per avvalersi delle nuove agevolazioni messe a disposizione delle imprese che fanno innovazione.
Il superamento dell’utilizzo dei crediti d’imposta è dovuto al tentativo di arginare il fenomeno dell’utilizzo indebito delle compensazioni fiscali e non sono mancate polemiche in merito alla decisione del Governo di inserire, sempre nella Legge di Bilancio 2026, il divieto di utilizzo delle somme presenti nel cassetto fiscale per il pagamento di contributi previdenziali e assistenziali. Inoltre, è prevista la soglia di 50.000 euro di debito fiscale per l’utilizzo dei crediti in compensazione.
Non sono mancate polemiche da parte dell’Associazione Nazionale dei Commercialisti che lamentano il rischio di crisi di liquidità per le imprese che hanno effettuato investimenti pensando di poter comunque utilizzare i crediti di imposta e ritrovano risorse bloccate.
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