Risarcimento danni per treno in ritardo, quando e cosa spetta (e come richiederlo)

Ilena D’Errico

20 Ottobre 2023 - 21:01

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Risarcimento danni per il treno in ritardo, ecco quando, cosa spetta e come richiederlo alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione.

Risarcimento danni per treno in ritardo, quando e cosa spetta (e come richiederlo)

La Corte di Cassazione ha riconosciuto il risarcimento danni per il treno in ritardo con la sentenza n. 28244/2023. Nello specifico, la causa è stata avanzata da un pendolare rimasto bloccato per 24 ore sulla tratta Roma-Cassino (nel 2012) a causa di un disservizio portato dal maltempo, senza ricevere nel frattempo cibo o altra assistenza, così come gli altri passeggeri.

Le Ferrovie dello Stato dovranno quindi risarcire il passeggero che ha subito un danno esistenziale per un totale di 1.400 euro (1.000 per la responsabilità aggravata riconosciuta dalla Corte e 400 di risarcimento), oltre a dover pagare le spese legali, il tutto a fronte di un biglietto dal costo di 5 euro.

Ciò non significa che per ogni ritardo dei trasporti sarà possibile ottenere un risarcimento, ma soltanto se è avvenuta la lesione di un danno esistenziale. Sul riconoscimento di questo danno non patrimoniale la giurisprudenza è spesso discorde, ma questo precedente della Cassazione pone basi oggettive che si prestano a fornire criteri utili.

Risarcimento danni per il treno in ritardo

Il risarcimento per il ritardo del treno serve a compensare i danni patiti dal passeggero ulteriori rispetto alla natura pratica del disservizio, che dà comunque diritto al rimborso del biglietto o alla percezione dell’indennizzo stabilito dalla compagnia ferroviaria.

L’eventuale risarcimento è quindi una somma aggiuntiva rispetto all’indennizzo, volto a ripagare il passeggero per i danni ulteriori sopportati a causa del ritardo. Nel caso specifico, i passeggeri sono rimasti ben 24 ore fermi nel vagone, poiché una nevicata ha interrotto la circolazione ferroviaria.

La Cassazione ha ritenuto che le Ferrovie dello Stato potessero ben prevedere questa eventualità, dati i bollettini meteorologici. Nonostante ciò, la compagnia non ha avvisato i passeggeri (non permettendo loro di capire le tempistiche del tragitto) e non ha adottato nessuna misura per compensare il disagio, tanto che tutti i viaggiatori bloccati sono rimasti senza cibo, riscaldamento o condizioni per il riposo.

Da qui la responsabilità della compagnia, che aveva solo sconsigliato il viaggio, senza lasciar presagire il reale disservizio prevedibile. Nello specifico, il risarcimento è stato riconosciuto per la lesione del danno esistenziale.

Quando e cosa spetta

Il risarcimento per il ritardo del treno spetta soltanto quando la causa del disagio è imputabile alla società ferroviaria (non al passeggero né a cause esterne imprevedibili per la compagnia) e ha causato un danno non patrimoniale o patrimoniale.

Sono utili in proposito gli elementi richiamati dalla Cassazione riguardo alla responsabilità delle Ferrovie dello Stato:

  • La prevedibilità del disagio;
  • il mancato avviso;
  • la mancata assistenza.

Serve poi valutare la durata del ritardo e la collocazione dei passeggeri. Nel caso affrontato, i passeggeri sono rimasti sul vagone, dunque impossibilitati anche a cercare soluzioni alternative per le proprie necessità. Ci deve poi sempre essere un nesso causale tra il disservizio e il disagio. La quantificazione del risarcimento spetta al giudice con il metodo equitativo, cioè senza leggi specifiche ma con prudenza, oppure applicando le tabelle del tribunale di Milano.

Come richiederlo

Per richiedere il risarcimento a causa del ritardo del treno bisogna poter provare un danno patrimoniale oppure non patrimoniale. Nel danno patrimoniale rientrano le spese impreviste e necessarie che il passeggero ha dovuto sopportare a causa del ritardo, ad esempio il pagamento di una camera d’albergo.

Il danno non patrimoniale, invece, può essere di tipo morale (per la sofferenza interiore e il turbamento) oppure esistenziale, cioè che ha turbato la qualità della vita, proprio come nel caso preso in esame. L’onere della prova ricade sempre sul (presunto) danneggiato, che può dimostrare il peggioramento accaduto con testimonianze, documenti, o presunzioni.

Queste ultime sono lasciate in questo caso alla discrezione del giudice, tenendo conto di tutti gli elementi conosciuti nel procedimento e della comune sensibilità. Per fare causa e ottenere l’assistenza è fondamentale un avvocato al cui sarà necessario corrispondere l’onorario (a meno che si possa usufruire del gratuito patrocinio), salvo la possibilità di ottenere il rimborso dalla compagnia ferroviaria se soccombente.

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