Durante un’interrogazione parlamentare presentata dall’On.Rizzo (Movimento 5 Stelle) è stata messa in dubbio la correttezza del Co.Ce.r. nell’ambito delle trattative che hanno portato all’approvazione del riordino.
Il riordino delle carriere delle Forze Armate è ormai realtà: già da ottobre - seppure con l’eccezione rappresentata dalla Polizia di Stato - il personale militare ha beneficiato dei nuovi parametri dello stipendio, mentre cominciano ad uscire i bandi dei primi concorsi riservati al personale interno.
Tuttavia, a diversi mesi dalla sua approvazione il riordino delle carriere continua a far parlare di sé: durante un’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Rizzo del Movimento 5 Stelle, infatti, è stato chiesto un chiarimento al Co.Ce.R. in merito al ruolo svolto nella fase di contrattazione.
Sembra infatti che l’operato dei sindacati - come in questo caso del Co.Ce.R. Carabinieri - sia stato “strumentalizzato al fine di appoggiare le richieste dei vertici militari” in merito al riordino delle carriere.
Nel dettaglio, secondo quanto emerso dall’interrogazione parlamentare, il sindacato sarebbe stato utilizzato per ottenere “maggiori risorse”, tramite la divulgazione di “comunicati stampa” in favore del riordino, con lo scopo di salvaguardare l’approvazione del decreto specialmente per quel che riguarda la parte relativa ai vertici militari.
Ricordiamo infatti che il provvedimento oltre ad aver introdotto diversi vantaggi per i ruoli operativi delle Forze Armate ne prevede altri per gli organi direttivi; basti vedere che il riordino ha prodotto 12mila dirigenti in più nelle Forze Armate.
È vero quindi che i sindacati anziché rappresentare i ruoli operativi hanno favorito i funzionari delle Forze Armate? Ecco quanto emerso dall’interrogazione parlamentare presentata dal Movimento 5 Stelle riguardo al riordino delle carriere.
Cos’è il Co.Ce.R. e il suo ruolo nelle trattative del riordino
Il Co.Ce.R. è il Consiglio centrale della rappresentanza militare, organo che opera in rappresentanza delle Forze Armate (compresa l’Arma dei Carabinieri) e della Guardia di Finanza.
I suoi compiti variano dalla formulazione dei pareri alla presentazione di proposte su tutte quelle materie che “formano oggetto di norme legislative o regolamentari circa la condizione, il trattamento, la tutela di natura giuridica, economica, previdenziale, sanitaria, culturale e morale dei militari”.
Il ruolo ricoperto dal Co.Ce.R. durante la fase di contrattazione per il riordino delle carriere, però, potrebbe essere ben diverso. Nell’interrogazione parlamentare presentata dal Movimento 5 Stelle, infatti, è stato fatto riferimento ad una registrazione audio-fonica di cui è stata data notizia in un articoli di Agenparl.com, titolato “I lobbisti dell’Arma”.
In questa intercettazione un appuntato dei Carabinieri sembra riferirsi al generale Gerometta - capo del Co.Ce.r. Interforze e direttore generale del personale militare - commentando la presunta strumentalizzazione dell’operato del Co.Ce.R. al fine di agevolare l’approvazione del riordino tutelando le richieste presentate dai vertici militari.
In cambio il Governo avrebbe favorito il Co.Ce.r. prorogando di un anno il mandato della rappresentanza militare.
In questo modo le elezioni per il rinnovo dei delegati del personale delle Forze Armate e di Polizia è stato rinviato di un anno, a vantaggio dei delegati del Co.Ce.r. che al momento ricoprono questa carica.
Nel dettaglio l’appoggio del Co.Ce.r. si è concentrato sull’Arma dei Carabinieri, all’epoca dei fatti sconvolta dalla notizia per cui il Generale Tullio Del Sette è stato indagato per lo scandalo Consip. Un danno di immagine che avrebbe potuto compromettere l’approvazione del decreto sul riordino e per questo sembra si sia ricorso all’appoggio del Co.Ce.r.
Riordino delle carriere: il Co.Ce.r. accusato di lobbying
Ma anche se queste accuse venissero confermate, quale sarebbe la colpa del Co.Ce.r? Nel corso dell’interrogazione è stato ribadito quanto dichiarato dall’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati lo scorso 10 marzo riguardo alle funzioni del “Registro dei soggetti che svolgono attività di rappresentanza di interessi”.
Qui si precisa che la funzione degli organi rappresentativi è quella di rappresentare i propri soggetti in “ogni attività svolta nelle sedi della Camera dei deputati professionalmente”, tramite la presentazione di “proposte, richieste, suggerimenti, etc…”.
Non costituiscono “attività di rappresentanza” invece le dichiarazioni fatte davanti alle commissioni e ai comitati parlamentari.
Da parte sua l’unica attività di rappresentanza riconosciuta al Co.Ce.r. è quella prestata quando questo è stato convocato per l’audizione da parte della Commissione Difesa della Camera per richiedere un parere sullo schema del decreto sul riordino. Qualsiasi altra attività - come “l’andare a parlare con i parlamentari per reperire risorse e spostare la tesi del riordino” - potrebbe configurarsi come “lobbying”.
D’altronde l’articolo 12 del regolamento di attuazione per la rappresentanza militare vieta ai delegati rappresentativi dell’Arma di avere rapporti con organi estranei alle Forze Armate e chiunque violi questa disposizione può essere accusato di grave mancanza disciplinare.
Al momento comunque non ci sono conferme delle accuse presentate al Co.Ce.r.
L’onorevole Rizzo del Movimento 5 Stelle ha chiesto al Governo di fare chiarezza avviando un’indagine ministeriale interna, così da accertare eventuali responsabilità degli organi di rappresentanza.
Continueremo a seguire la vicenda tenendovi aggiornati su ulteriori sviluppi in merito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA