Tod’s nei guai. La Procura chiede il commissariamento per caporalato

P. F.

8 Ottobre 2025 - 16:51

Il marchio di lusso italiano nel mirino della Procura di Milano. Secondo le indagini avrebbe facilitato presunti episodi di sfruttamento del lavoro lungo la sua filiera produttiva.

Tod’s nei guai. La Procura chiede il commissariamento per caporalato

Continuano i guai per i marchi di lusso made in Italy. La Procura di Milano ha chiesto la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s per aver facilitato presunti episodi di sfruttamento lungo la propria filiera produttiva.

Secondo quanto emerso, il Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro avrebbe rilevato degli abusi sui lavoratori - molti dei quali irregolari - in due opifici cinesi nelle Marche e in Lombardia. Ecco cosa è successo.

Le indagini della Procura di Milano

L’indagine della Procura ha messo in luce una catena di subappalti che coinvolgeva laboratori all’ultimo stadio della filiera produttiva, situati sia nell’area milanese che nelle Marche. Tra il 2023 e il 2024, Tod’s avrebbe commissionato la produzione delle uniformi del personale di vendita a una società priva di capacità produttiva che, a sua volta, l’avrebbe subappaltata a un’impresa italiana. Quest’ultima avrebbe poi incaricato due stabilimenti di proprietà cinese, già noti alle autorità per precedenti indagini sullo sfruttamento lavorativo.

Nelle Marche, Tod’s avrebbe contrattato direttamente due laboratori di proprietà cinese - uno dei quali a sua volta subappaltava a un terzo stabilimento - per la produzione di tomaie e altri componenti delle calzature fra gennaio 2024 e gennaio 2025.

Nei laboratori marchigiani, gli ispettori avrebbero riscontrato che i lavoratori venivano retribuiti a cottimo, con una retribuzione oraria netta compresa tra 2,75 e poco più di 3 euro, una cifra ben al di sotto dei 10 euro previsti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Inoltre, secondo i documenti giudiziari, venivano applicate trattenute mensili di 150 euro per l’alloggio e 100 euro per il vitto.

Oltre elle retribuzioni inferiori alla soglia minima “etica”, le ispezioni nei laboratori lombardi e marchigiani hanno evidenziato una serie di irregolarità, tra cui la presenza di lavoratori in nero, ambienti di lavoro insalubri, macchinari senza dispositivi di sicurezza e turni anche notturni.

I risvolti in Tribunale

Nel marzo scorso, tuttavia, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale aveva respinto la richiesta della Procura. Secondo i giudici, nel caso dei laboratori lombardi, la responsabilità del mancato controllo sui subfornitori ricadeva sulla società italiana a cui Tod’s aveva inizialmente affidato la commessa e che, in seguito, aveva subappaltato a sua volta la produzione agli opifici cinesi. Inoltre, il Tribunale ha voluto sottolineare che i capi realizzati in questi laboratori non erano destinati alla vendita, ma all’uso interno dei dipendenti Tod’s.

Per quanto riguarda la situazione nei laboratori cinesi nelle Marche - ai quali Tod’s aveva invece affidato direttamente la produzione delle tomaie - il Tribunale ha stabilito che la competenza a procedere spettasse alle autorità giudiziarie marchigiane.

Nel mese di maggio, poi, la Corte d’Appello di Milano - accogliendo in parte il ricorso della procura - ha riconosciuto la sussistenza di elementi sufficienti per procedere anche nei confronti dei laboratori lombardi. Tuttavia, poiché il volume d’affari più rilevante - 1,5 milioni di euro contro 700.000 nello stesso periodo - riguardava le attività nelle Marche, la Corte ha assegnato la competenza territoriale alla procura di Ancona.

La Procura di Milano ha quindi deciso di impugnare anche questa decisione. La Corte di Cassazione ha fissato per il 19 novembre l’udienza in cui sarà stabilito se a proseguire con le indagini dovrà essere la procura milanese o quella di Ancona.

Tod’s si difende

In una nota ufficiale, il colosso dell’alta moda guidato da Diego e Andrea Della Valle ha confermato di aver ricevuto la notifica dell’udienza in Cassazione, ma ha anche affermato di non essere a conoscenza del contenuto dei procedimenti. Inoltre, Tod’s si è difesa dalle accuse:

Possiamo solo ribadire che Tod’s rispetta la normativa vigente e che vengono eseguiti controlli costanti nei confronti dei laboratori da noi selezionati e usati, i quali sottoscrivono accordi, prima di cominciare a operare con il nostro Gruppo, che garantiscano la qualità dell’ambiente di lavoro dei loro dipendenti nel quale operano e il rispetto dei contratti nazionali di lavoro. I nostri stabilimenti sono considerati un’eccellenza mondiale in fatto di tutela ambientale e servizi sociali atti a migliorare la vita quotidiana di chi ci lavora. Per noi la qualità dei prodotti e la qualità della vita lavorativa dei nostri dipendenti sono due cose imprescindibili.

Iscriviti a Money.it