Riforma della scuola: le proposte del MIUR modificate in commissione. Tutte le novità

Simone Micocci

15 Marzo 2017 - 14:27

Riforma della scuola, ultime novità: la commissione Cultura del Senato ha esaminato i testi delle 8 deleghe dalla buona scuola, proponendo delle modifiche al MIUR.

Riforma della scuola: le proposte del MIUR modificate in commissione. Tutte le novità

Riforma della scuola: le 8 deleghe della Buona Scuola sono state esaminate dalla VII commissione (Cultura, Scienza ed Istruzione) del Senato ed entro la fine di marzo ci dovrà essere l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri.

La Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha promesso che ascolterà tutte le proposte di modifica sui testi delle 8 deleghe ed è per questo che dopo l’esame in Parlamento la riforma della scuola potrebbe prendere una piega ben diversa da quella preventivata.

Ad oggi infatti sono state fatte diverse proposte di modifica che vanno a toccare alcune delle deleghe più importanti, come ad esempio quella che riforma i criteri di valutazione dell’attuale sistema scolastico.

Le proposte di modifica riguardano la riforma della scuola elementare, ma anche la Maturità con l’eliminazione dell’alternanza scuola-lavoro dalla lista dei requisiti per l’ammissione all’esame finale.

Vediamo nel dettaglio quali sono le modifiche che potrebbero essere apportate alle 8 deleghe della legge 107/2015 e come potrebbe cambiare la riforma della scuola.

Riforma della scuola: niente bocciatura per le elementari e voti in lettere

Da mesi si parla di queste novità per la scuola elementare, eppure non tutti sanno che in realtà il MIUR non ha introdotto né l’una né l’altra. Infatti, nel testo della delega è stato preservato il sistema di valutazione numerico, quindi se tutto resterà invariato non ci sarà alcuna novità di questo genere.

Per la bocciatura, invece, il MIUR ha sì manifestato l’intenzione di togliere la non ammissione dalle elementari, ma ha comunque indicato delle casistiche eccezionali nelle quali è possibile bocciare un alunno. Nel dettaglio, nella bozza del decreto che riforma i criteri di valutazione si legge che:

“I docenti della classe in sede di scrutinio, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.”

L’intenzione della commissione Cultura, come spiegato da Francesca Puglisi, relatrice e responsabile scuola del Partito Democratico, è di eliminare definitivamente le bocciature dalle scuole elementari ed è per questo che è stato proposto di inserire due commi nel testo della delega che ribaltano la filosofia della Fedeli. Nel primo comma si legge che:

“Gli alunni della scuola primaria sono ammessi alla classe successiva e alla prima classe di scuola secondaria di primo grado anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”.

Nel secondo invece si vincola la scuola a prendere dei provvedimenti nei confronti di quegli alunni che manifestano ritardi dell’apprendimento, attuando le migliori strategie per permetter loro di recuperare. Nel dettaglio, nel testo del secondo comma si legge che:

“Nel caso in cui le valutazioni periodiche o finali degli alunni indichino livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione, l’istituzione scolastica nell’ambito dell’autonomia didattica e organizzativa, attiva specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento”.

Questi due commi sono molto importanti per la senatrice Puglisi, dal momento che solo in questo modo si rispettano i tempi di apprendimento di ciascun bambino così da “accompagnarlo davvero al successo formativo”.

Riguardo alla voti numerici, invece, la proposta della commissione cultura è quella di eliminarli dalla scuola elementare favorendo il ritorno della valutazione in lettere “A-B-C-D-E” o a parole “Ottimo, Buono, Sufficiente, Scarso” con tanto di motivazione scritta da parte dell’insegnante. È importante infatti che l’insegnante giudichi il percorso dello studente, e non la media dei singoli voti acquisiti nel corso dell’anno.

Riforma della scuola: niente Prove Invalsi nel curriculum dello studente

Un altro aspetto della riforma della scuola che non convince la commissione è quello legato alle Prove Invalsi. Come spiegato dalla Puglisi, è giusto prevedere un obbligo di partecipazione alle prove Invalsi per l’Esame di Stato, ma non è corretto che il voto acquisito rientri nel curriculum dello studente.

Infatti, le Prove Invalsi devono servire alle scuole per verificare se la loro didattica sia veramente efficace, e non per valutare il livello di istruzione acquisito dagli alunni.

Inoltre, la VII commissione ha ribadito che le Prove Invalsi dovranno essere in programma per l’inizio dell’anno scolastico, così da non appesantire troppo gli studenti del 5° anno alle prese con simulazioni d’esame e con la preparazione per la Maturità.

Novità anche per gli studenti disabili, poiché la commissione ha ripristinato tutte le equivalenza per le prove di Stato di terza media, eliminando la voce “prove non equipollenti a quelle ordinarie” dal decreto. Infatti, la Puglisi ha precisato che anche se le prove saranno equipollenti, queste dovranno valere quanto quelle sostenute dagli altri compagni di classe.

Riforma della scuola: novità per l’alternanza scuola-lavoro

Ma le modifiche di Palazzo Madama colpiscono anche la delicata questione dell’alternanza scuola-lavoro ed in particolare per quanto disposto dall’articolo 15 della delega nella quale questa esperienza viene considerata come un titolo necessario per l’ammissione alla Maturità.

La commissione Cultura, però, si è resa conto che difficilmente in tutta Italia si potrà garantire lo stesso livello di alternanza scuola-lavoro, ed è per questo che ha invitato il Governo a rivedere questo aspetto della riforma.

Adesso la palla passa alla Ministra Fedeli: deciderà di accogliere queste proposte, come da lei stessa indicato qualche mese fa, oppure lascerà invariato l’impianto della riforma scuola? Attendiamo i prossimi giorni per scoprirlo.

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