Riforma Reddito di cittadinanza 2023: quando ci sarà, cosa cambia e chi riguarderà

Simone Micocci

3 Marzo 2023 - 12:49

condividi

Reddito di cittadinanza, riforma vicina: nuovo decreto per sanzioni, formazioni e profilazione, poi con la legge di Bilancio 2024 si penserà alla misura che verrà.

Riforma Reddito di cittadinanza 2023: quando ci sarà, cosa cambia e chi riguarderà

Nel 2023 verranno approvati uno o più provvedimenti che andranno a riformare il Reddito di cittadinanza, nonché a riorganizzare le misure di contrasto alla povertà.

Una prima misura verrà approvata già nelle prossime settimane: con carattere d’urgenza, infatti, il governo ha necessità di ripristinare il reato di appropriazione indebita del Reddito di cittadinanza, e le relative sanzioni, cancellato per errore con la legge di Bilancio 2023. Possibile che con lo stesso decreto vengano introdotte novità lato formazione sulla quale il governo intende puntare con convinzione per garantire un futuro lavorativo a quegli occupabili che perderanno il Reddito di cittadinanza tra agosto (alla scadenza dei 7 mesi di percezione nel 2023) e il prossimo gennaio (quando l’intera misura verrà abrogata).

Un secondo passaggio, il più importante, ci sarà probabilmente con la legge di Bilancio 2024: sarà con la manovra, infatti, che il governo fisserà i principi per la riforma delle misure di contrasto alla povertà, prevedendo un nuovo sostegno che - stando alle dichiarazioni dell’Esecutivo - riguarderà solamente le persone che non sono nella condizione di poter lavorare.

Riforma Reddito di cittadinanza, nuovo decreto in arrivo

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, il governo ha commesso un errore con la legge di Bilancio 2023 nella parte in cui dal 1° gennaio 2024 abroga l’intera parte del decreto n. 4 del 2019 riferita al Reddito di cittadinanza, quindi all’articolo 1 al 13.

Compreso l’articolo 7, in cui viene disciplinata la fattispecie di reato di appropriazione indebita del Reddito di cittadinanza, con annesse sanzioni. Il legislatore non ha pensato alle conseguenze di una tale cancellazione: come fatto presente da alcuni deputati del Partito democratico, infatti, abrogando l’articolo 7 ci sono gli estremi per l’abolitio criminis, come disciplinata dall’articolo 2 del Codice penale:

Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo la legge del tempo in cui fu commesso, non costituiva reato. Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato; e, se vi e’ stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali.

A oggi, quindi, per i giudici potrebbe essere complicato sanzionare penalmente i furbetti del Reddito di cittadinanza. Ma il governo non vuole rinunciare al pugno duro nei loro confronti, ragion per cui ha intenzione di approvare urgentemente un decreto ad hoc con cui reato e sanzioni verranno salvaguardate dalla tagliola prevista dalla legge di Bilancio 2023.

Con lo stesso decreto poi potrebbero esserci altre novità: lato formazione ad esempio, per il quale - nonostante i proclami delle scorse settimane della ministra del Lavoro Marina Calderone - a oggi la situazione non sembra essere molto differente dagli anni scorsi.

Non c’è stata ancora la spinta alla formazione come invece era stato promesso, per il momento l’unica novità normativa è quella introdotta dalla legge di Bilancio scorsa, con cui i beneficiari cosiddetti occupabili vengono obbligati a prendere parte a un corso di formazione o riqualificazione professionale della durata almeno semestrale. Non una grande novità se poi nei fatti non ci sono sufficienti corsi di formazione da coprire tutti gli occupabili, senza dimenticare poi che una buona parte di questi deve essere ancora profilata dai centri per l’impiego.

Vista la necessità di velocizzare le operazioni e censire tutti i beneficiari di Reddito di cittadinanza che sono nella condizione di poter andare a lavorare, nei giorni scorsi si è parlato della possibilità d’introdurre un nuovo modulo da far compilare telematicamente ai percettori di Rdc non ancora passati al centro per l’impiego, così da poterli già profilare. A tal proposito, il nuovo modello per l’autocensimento ai fini del Rdc potrebbe essere introdotto proprio con il decreto di cui sopra.

Riforma Reddito di cittadinanza, cosa cambia con la legge di Bilancio 2024

L’appuntamento più atteso è però la legge di Bilancio 2024, con cui il governo completerà la riforma delle prestazioni per il sostegno al reddito iniziata con l’ultima manovra, con la quale appunto ha cancellato il Reddito di cittadinanza a partire dal prossimo anno.

Adesso servirà capire cosa ne prenderà il posto, anche perché la stessa Unione europea ha spiegato che nessun Paese può prescindere da misure a garanzia di un reddito minimo.

A tal proposito, la ministra Calderone ha prospettato un ritorno del Reddito d’inclusione ma con altri requisiti e importi - e un altro nome azzardiamo noi, visto che il Rei è stato introdotto da un governo di Centrosinistra - non fornendo però ulteriori dettagli.

Chi sta per perdere il Reddito di cittadinanza chiede però chiarezza per il futuro, ecco perché presto il governo potrebbe sedersi intorno a un tavolo per discutere della misura che verrà.

Iscriviti a Money.it