Renzi ci riprova: sì al taglio Irpef e no all’aumento Iva. Ecco cosa ha detto

Anna Maria D’Andrea

1 Febbraio 2017 - 20:45

Renzi annuncia che, in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche, abbasserà le tasse, l’Irpef e non aumenterà mai più l’Iva. Ecco cosa ha detto.

Renzi ci riprova: sì al taglio Irpef e no all’aumento Iva. Ecco cosa ha detto

Renzi ci riprova e la sua nuova discesa in campo è un ritorno al passato. Giù Irpef e no all’aumento dell’Iva nel 2018, due annunci che sembrano dare avvio alla campagna elettorale dell’ex premier e che riprendono un motivo ormai trito e ritrito: “con noi diminuiranno le tasse”!

Della riforma Irpef nel 2018 Renzi ne aveva parlato già da tempo quando, in piena "campagna elettorale" da Referendum Costituzionale, l’ex Premier aveva annunciato che in caso di vittoria del Sì il suo Governo avrebbe portato avanti la riforma degli scaglioni e delle aliquote Irpef, l’imposta sui redditi al centro del contenzioso tra Renzi e MEF.

Ma, l’annuncio che si legge sugli ultimi post pubblicati da Matteo Renzi sul suo blog parlano anche del blocco dell’aumento dell’Iva, anche se alla luce degli ultimi fatti sembra molto difficile scongiurare l’aumento Iva nei prossimi anni. Ricordiamo che nel 2011 il Governo Berlusconi ha introdotto l’aumento automatico dell’Iva nel caso in cui lo Stato non fosse in grado di reperire le risorse necessarie per coprire le proprie spese finanziarie. Si tratta dello strumento attraverso il quale un governo cerca di salvaguardare i vincoli di bilancio dell’Unione europea dalla spesa prevista con la manovra finanziaria.

E, ancora per una volta, le clausole di salvaguardia spaventano imprenditori, professionisti e cittadini per i quali l’aumento dell’Iva nel 2018 e di ben tre punti percentuali significherebbe meno reddito disponibile. E per fare di nuovo breccia nel cuore degli elettori Renzi promette di sterilizzare le clausole di salvaguardia e promette, quindi, di bloccare l’aumento dell’Iva.

Ma qual’è la verità e soprattutto, cosa ha detto Renzi? Ecco le parole contenute nell’ultimo post del suo blog personale e da dove ha inizio la nuova campagna elettorale dell’ex premier.

Renzi ci riprova: sì al taglio Irpef e no all’aumento Iva. Ecco cosa ha detto

Renzi ha in mente di abbassare le tasse e il suo gran ritorno in politica si accompagna, ancora una volta, a due annunci: sì al taglio dell’Irpef nel 2018 e addio allo spettro dell’aumento Iva.

In entrambe i casi non si tratta di due temi nuovi e l’avvicinarsi delle elezioni politiche fa ritornare in auge il tema del taglio delle tasse. Già in sede di discussione e approvazione della Legge di Bilancio 2017 Matteo Renzi aveva annunciato che tra i progetti del Governo c’era proprio il taglio dell’Irpef: una riforma che ridurrebbe gli attuali 5 scaglioni e aliquote in 3.

Dopo la sconfitta al Referendum costituzionale dello scorso dicembre sappiamo tutti quello che è successo: Renzi ha lasciato la guida del Governo e con lui sembrava essere andata via anche la possibilità di una riforma Irpef.

Cosa ha detto Renzi e quale la sua - ennesima - promessa di abbassare le tasse in caso di vittoria alle prossime elezioni? Ecco le ultime novità.

Renzi: in caso di vittoria alle prossime elezioni no all’aumento Iva. Ecco cosa ha detto

Renzi non fa giri di parole e promette taglio delle tasse e no all’aumento dell’Iva, ecco cosa ha detto sul suo blog:

"Se dopo le elezioni torneremo al Governo dovremo riprendere il ragionamento dall’Irpef e non solo da quella. L’ultima volta che è aumentata l’Iva era il settembre 2013, prima del nostro arrivo: quella volta lì ricordatevela bene perché deve restare l’ultima".

Un annuncio che, però, non sembra così facile da realizzare, almeno per quanto riguarda il no all’aumento dell’Iva. Infatti, per sterilizzare le clausole di salvaguardia che potrebbero portare l’Iva al 25% nel 2018 sono necessari 19,5 miliardi di euro e nel 2019 la sterilizzazione costerà 23,3 miliardi; a questi costi necessari per sterilizzare le clausole degli anni precedenti si aggiungono altri 3,6 miliardi necessari per scongiurare un ulteriore aumento.

Infatti, senza la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia l’Iva dovrebbe passare dal 25% al 25,9% nel 2019, un ulteriore aumento per il quale al momento è difficile fare ipotesi. Quello che ora si può affermare con certezza è che per scongiurare l’aumento dell’Iva nel 2018 il Governo Gentiloni dovrà trovare circa 8 miliardi di euro per il 2018 e 13 miliardi di entrate in più nel 2019.

"Siamo stati dipinti come il partito che sapeva solo alzare la pressione fiscale [...] per vincere la sfida delle tasse bisogna rottamare il modello Dracula che per anni è stato la base di alcuni ministri del centrosinistra e del governo Monti: scommettere su un fisco amico, come abbiamo fatto. Abbassare le tasse, aumentare la lotta intelligente all’evasione".

E il post di Renzi non si ferma, la campagna elettorale ha ufficialmente inizio e le sue parole ne sono la prova:

"Mettiamola così. Non mi interessa - osserva l’ex premier - passare le giornate a mettere i puntini sulle i su ciò che è accaduto negli ultimi mille giorni: i fatti sono argomenti testardi anche nel tempo della post-verità. Mi interessa il futuro. E nel futuro l`Italia che noi immaginiamo non può che continuare ad abbassare le tasse, incentivando la digitalizzazione di tutta la pubblica amministrazione e del fisco. Ma per vincere la sfida delle tasse bisogna rottamare il modello Dracula che per anni è stato la base di alcuni ministri del centrosinistra e del governo Monti: scommettere su un fisco amico, come abbiamo fatto anche con la legge di chiusura di Equitalia e la cancellazione delle super-sanzioni nelle cartelle".

Insomma, ancora una volta Renzi punta tutto sull’abbassare le tasse, tagliare l’Irpef e bloccare l’aumento dell’Iva al 25% nel 2018. Sull’Iva al momento ci sono forti dubbi ma lo stesso vale per la riforma Irpef che, se strutturata secondo le intenzioni dell’ex premier, finirebbe con lo scontentare molti contribuenti. Ecco perché.

Renzi: il gran ritorno della riforma Irpef, ma restano i nodi critici

Tra le prime indicazioni e sulla base di quanto previsto dall’ex premier Renzi gli attuali 5 scaglioni Irpef diventerebbero 3, con una notevole riduzione della tassazione a carico di imprese e cittadini. Per i redditi fino ad 8.000 euro, invece, sarebbe prevista un’aliquota Irpef dello 0%.

Quali saranno, o meglio potrebbero essere, gli scaglioni Irpef dopo la riforma annunciata a partire dal 2018?

Con l’entrata in vigore della riforma degli scaglioni Irpef le attuali 5 aliquote e scaglioni sarebbero ridotte a 3, con la previsione dell’esenzione d’imposta per i redditi fino a 8.000 euro.
Per quel che riguarda i redditi dagli 8.000 agli oltre 28.000 euro, gli scaglioni Irpef saranno potrebbero essere così disegnati dopo la riforma:

  • 1° scaglione Irpef 2018: aliquota al 27,5% per redditi fino a 15.000 euro;
  • 2° scaglione Irpef 2018: aliquota al 31,5% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 3° scaglione Irpef 2018: aliquota al 42/43% per redditi oltre i 28.000 euro.

Insomma, con la riforma annunciata da Renzi già in sede di definizione della Legge di Bilancio 2017 gli scaglioni Irpef si ridurranno da 5 a 3, con una netta modifica delle aliquote applicate a redditi minori e medi.

Quel che appare chiaro è che la riforma degli scaglioni Irpef avvantaggerà notevolmente i redditi minimi, con l’esenzione d’imposta. Situazione diversa invece per quelli rientranti nel primo scaglione, ovvero i contribuenti con redditi compresi tra gli 8 mila euro e i 15 mila euro, per i quali l’aumento sarebbe di ben 4,5 punti percentuali. A rimetterci inoltre, sarebbero i redditi compresi tra i 28.000 e i 75.000 euro, che vedranno dunque applicarsi l’aliquota massima di Irpef prevista dalla riforma così come trapelato dalle indiscrezioni.

Insomma, la campagna elettorale di Renzi, cominciata con un post sul suo blog, è solo all’inizio ma, se le intenzioni sono le stesse di prima, non è detto che sarà realmente un gran ritorno.

Argomenti

# IVA
# IRPEF

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it