Il crollo del PD? Per Renzi causato da Gentiloni e Minniti

Mario D’Angelo

05/07/2019

07/07/2019 - 17:06

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Matteo Renzi cambia tutto: dopo anni di tweet elogiativi, l’ex premier attribuisce il crollo del PD alle politiche di Gentiloni e Minniti sull’immigrazione

Il crollo del PD? Per Renzi causato da Gentiloni e Minniti

Matteo Renzi fa autocritica, anzi no. In una lettera inviata al direttore di Repubblica, pubblicata stamane, l’ex premier elenca “le colpe del PD”, il partito che lui ha guidato dal 2013 al 2018. Ma se il PD è crollato alle elezioni o nei sondaggi, di certo la colpa non è sua, ma di chi è arrivato dopo di lui a capo del governo e del Paese, all’alba del 2017. Ovvero l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e, per estensione, l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, rei di aver mal giudicato la questione immigrazione.

Renzi, PD crollato sull’immigrazione

In effetti fu proprio Minniti, all’epoca, a mettere in atto la collaborazione con il governo libico per mantenere i migranti all’interno delle coste nordafricane, in quei centri di detenzione che oggi persino al-Serraj pensa di chiudere. La politica di Minniti, scrive chiaro e tondo Renzi, fu quella che diede il la a quella leghista: “Il successo di Salvini inizia lì”. La questione immigrazione, durante il governo Gentiloni, non fu sottovalutata, ma “sopravvalutata”.

In sostanza “nel funesto 2017” il Partito Democratico considerò qualche decina di barche in arrivo in un Paese di 60 milioni di abitanti “una minaccia alla democrazia”, ribadisce Renzi citando direttamente il collega di partito. Il 15 agosto di due anni fa, ricorda Repubblica, Minniti lanciò l’allarme: “Chi è accolto e chi accoglie deve avere pari diritti [...], se c’è conflitto tra questi due diritti la democrazia rischia di perdersi”.

Governo Gentiloni esasperò tema arrivi Mediterraneo

Ed è proprio allora che, secondo l’ex premier, avviene “il crollo nei sondaggi del PD”, ovvero quando “si esaspera il tema arrivi dal Mediterraneo”. Insomma, si diede una “geometrica dimostrazione d’impotenza: allarmismo sugli sbarchi, mancanza di coraggio sui valori”, con un riferimento al dibattito sullo Ius soli, al cui voto il governo non impose la fiducia.

Su quest’ultimo punto l’ex premier Renzi, in effetti, si è sempre mostrato critico; non altrettanto si può dire per le politiche su sbarchi e immigrazione. Proprio su questo punto Minniti ha replicato un paio di giorni dopo.

Su politiche Minniti Renzi cambia idea

Fino all’anno scorso, infatti, l’ex premier ha sempre elogiato il lavoro in Libia di “Paolo e Marco”, mentre un lieve mutamento della sua opinione si è verificato per la prima volta solo nel marzo di quest’anno.

Senza contare il fatto che il dialogo con la Libia sui centri di detenzione fu istituito da Gentiloni proprio quando era ministro degli Esteri del governo Renzi. Perché ora l’ex premier riconduce “gli errori” solo al 2017, quando lui non era più al governo ma comunque segretario eletto a stragrande maggioranza?

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