Reddito di cittadinanza, riforma da correggere: cosa può succedere adesso

Simone Micocci

21 Settembre 2023 - 11:49

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Reddito di cittadinanza, possibile un ripensamento sulla riforma: il governo valuta una soluzione per i 15 mila occupabili esclusi dal Supporto formazione lavoro.

Reddito di cittadinanza, riforma da correggere: cosa può succedere adesso

Svolta Reddito di cittadinanza: secondo indiscrezioni il governo sta prendendo in considerazione una soluzione alternativa per chi quest’anno ha perso il diritto alla misura e non soddisfa i requisiti per accedere al Supporto formazione lavoro (Sfl).

Mentre continuano le manifestazioni di chi ha perso, o comunque sta per perdere, il Reddito di cittadinanza - l’ultima, sfociata in uno scontro con gli organi di Polizia, si è tenuta a Roma il 20 settembre - il governo guarda con attenzione alle conseguenze del taglio effettuato in Legge di Bilancio 2023 non escludendo la possibilità che possano essere introdotti dei correttivi alla riforma.

A tal proposito, sembra che il governo stia prendendo in considerazione una misura “paracadute” in favore di quei componenti occupabili che improvvisamente si sono ritrovati senza alcun aiuto in quanto esclusi anche dalla platea dei beneficiari del Supporto formazione e lavoro (con il quale viene riconosciuto un bonus di 350 euro a chi partecipa alle attività individuate di concerto con il centro per l’impiego).

Reddito di cittadinanza, 15 mila esclusi da tutto

Il Reddito di cittadinanza nel 2023 può essere percepito per un massimo di 7 mensilità da quei nuclei che al loro interno non hanno minori, disabili oppure over 60.

Una regola che ha fatto sì che tra agosto e settembre il Reddito di cittadinanza è stato tolto a circa 200 mila famiglie, scatenando le proteste di chi si è ritrovato senza alcun sostegno, a cui si aggiunge la difficoltà nel trovare un nuovo impiego.

Tuttavia, da settembre 2023 per molti degli occupabili che hanno perso il Reddito di cittadinanza si sono nuovamente aperte le porte del centro per l’impiego grazie all’avvio di una nuova politica attiva: il Supporto formazione lavoro, progetto individuale che riconosce a coloro che prendono parte alle attività formative o di orientamento inserite all’interno del patto di servizio personalizzato un bonus del valore di 350 euro per un massimo di 12 mensilità. Dal momento che questa indennità è riconosciuta direttamente alla persona ne potranno godere anche più componenti dello stesso nucleo familiare e ciò paradossalmente potrebbe persino comportare un aumento dell’entrata rispetto a quanto percepito con il Reddito di cittadinanza.

Va detto però che per accedere al Supporto formazione lavoro ci sono dei requisiti più stringenti da soddisfare: ad esempio, l’Isee - così come il reddito familiare - non deve essere superiore a 6.000 euro, mentre per il Reddito di cittadinanza la soglia era fissata a 9.360 euro.

Chi quindi ha un Isee superiore a 6.000 euro viene escluso da tutto: secondo le stime del governo si tratta di circa 15 mila persone, per le quali però potrebbe presto esserci un ripensamento.

Torna il Reddito di cittadinanza? Non proprio

Una cosa sembra essere certa: il governo non valuta ripensamenti sul Reddito di cittadinanza che quindi non tornerà. Ma d’altronde, come più volte spiegato da noi di Money.it, Supporto formazione lavoro e Assegno di inclusione (che verrà introdotto da gennaio 2024) non sono così differenti dal Rdc.

Piuttosto, il governo potrebbe prendere in considerazione una revisione dei requisiti per l’accesso al Supporto formazione lavoro, aprendo la possibilità anche a chi ha un Isee superiore a 6.000 euro, ma comunque si trova in uno stato di bisogno tale da aver percepito il Reddito di cittadinanza, di partecipare al programma.

D’altronde lo scopo del Sfl è fare in modo che chi ha avuto bisogno del Rdc possa nel più breve tempo possibile trovare un nuovo impiego che possa permettergli di mantenersi senza ricorrere all’aiuto dello Stato: perché quindi non coinvolgere tutta la platea di coloro che hanno perso - o comunque perderanno a breve - il Reddito di cittadinanza? Una decisione maturata dal governo per risparmiare quante più risorse possibili e destinarle per altre misure, ma che adesso potrebbe essere oggetto di ripensamento, anche perché vi è la possibilità di utilizzare i fondi del programma anti-povertà stanziati dall’Europa.

Meno probabile, invece, l’introduzione di un sostegno ad hoc, anche perché passare da una a tre diverse misure renderebbe il sistema delle politiche attive ancora più complesso di com’è oggi.

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