Reddito di cittadinanza, gli esclusi dalle nuove misure: chi lo perde davvero e non avrà diritto ad altro

Simone Micocci

24 Aprile 2023 - 11:49

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Reddito di cittadinanza addio per questi beneficiari e zero possibilità di accedere alle nuove forme di sostegno.

Reddito di cittadinanza, gli esclusi dalle nuove misure: chi lo perde davvero e non avrà diritto ad altro

Il Reddito di cittadinanza non viene cancellato: cambierà nome e tra il 2023 e il 2024 verrà sostituito da tre differenti misure. Prima la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal) a cui potrà accedere chi perde il Reddito di cittadinanza nel 2023, dopodiché la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e la Garanzia per l’inclusione (Gil) da inizio 2024.

Tolto il Reddito di cittadinanza, quindi, ci saranno ancora delle alternative, ma non per tutti. Va detto, infatti, che non tutti gli attuali beneficiari del Reddito di cittadinanza potranno accedere alle nuove misure poiché il governo ha intenzione di procedere con una stretta della platea, così da risparmiare risorse da utilizzare per altre misure (anche se a oggi le stime parlano di una cifra inferiore rispetto a quelle che erano le aspettative).

Tenendo conto di quanto indicato nell’ultima bozza del Decreto lavoro che arriverà in consiglio dei Ministri il 1° maggio, ecco chi sono gli esclusi dalle tre suddette misure di contrasto alla povertà che quindi dopo l’addio al Reddito di cittadinanza non potranno accedere alle sue alternative.

Esclusione in base al reddito

Il primo criterio con cui verrà effettuata la stretta è quello di tipo economico. Con la riforma del Reddito di cittadinanza, infatti, viene abbassata la soglia Isee entro cui stare per poter accedere alle forme di sostegno al reddito.

Nel dettaglio, per quanto riguarda la Garanzia per l’inclusione, riservata ai nuclei familiare in cui c’è almeno un minore, un disabile (o percettore di assegno d’invalidità) o un ultrasessantenne, il limite Isee passa da 9.360 a 7.200 euro.

Vengono esclusi dalla Gil, quindi, tutti coloro che hanno un Isee superiore a 7.200 euro, i quali fino a oggi hanno potuto godere del Reddito di cittadinanza laddove l’attestazione risultasse inferiore a 9.360 euro. E non solo: perché con la revisione del parametro di scala di equivalenza aumenta il rischio di essere esclusi per superamento della soglia reddituale.

Fino a oggi, ad esempio, una famiglia composta da due maggiorenni e un minore di 5 anni, ha un parametro di scala di equivalenza pari a 1,6: il che significa che il reddito non deve superare i 9.600 euro per poter richiedere il Rdc. Con il passaggio alla Gil, invece, il parametro di scala in questo caso specifico scenderebbe a 1,10, con la conseguenza che il limite da non superare sarebbe di 6.600 euro.

Molti degli attuali beneficiari del Rdc, quindi, rischiano di non poter accedere alla Gil a causa dei nuovi requisiti reddituali. E per questi non vi sarà neppure la possibilità di richiedere la Garanzia per l’attivazione lavorativa, misura che invece verrà riconosciuta individualmente ai cosiddetti “occupabili”, ossia coloro che appartengono a un nucleo privo di uno dei suddetti componenti, sono in età da lavoro e accettano di prendere parte a un percorso di orientamento e ricerca di un impiego. Per la cosiddetta Gal, infatti, il limite Isee sarà persino più basso in quanto pari a 6.000 euro (mentre non si guarda al reddito familiare).

Esclusione per chi non ha sottoscritto il patto per il lavoro

Nel 2023 il Reddito di cittadinanza verrà tolto dopo 7 mesi alle famiglie in cui non ci sono minori, disabili oppure over 60. Tuttavia, alla scadenza del Rdc per alcuni degli attuali percettori ci sarà la possibilità di accedere a una misura transitoria, in vigore fino al 31 dicembre 2023, che garantirà - in presenza di determinate condizioni - gli stessi importi oggi riconosciuti.

Tale misura si chiama Prestazione per l’accompagnamento al lavoro ma la potranno richiedere solamente quei componenti del nucleo familiare che hanno già firmato il patto per il lavoro presso il centro per l’impiego e sono impegnati in una politica attiva.

Esclusione per chi non prende parte a iniziative di formazione e orientamento

Nel frattempo vengono resi più severi gli obblighi. Ad esempio, nel caso della Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) viene stabilito che vi possono accedere solamente coloro che hanno assolto al diritto-dovere all’istruzione: in caso contrario sarà necessario frequentare percorsi di istruzione degli adulti di primo livello o comunque funzionali all’adempimento del predetto obbligo.

E ancora, per il buon esito della richiesta è necessaria la sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Quindi, prima ci si impegna nel prendere parte a un percorso di ricerca di un lavoro, che può prevedere anche un periodo di formazione, e poi si riceve l’assegno richiesto.

Obblighi più severi anche per chi prende la Garanzia per l’inclusione, i quali verranno prima valutati dai servizi sociali. Per i componenti occupabili vi sarà poi la presa in carico presso il centro per l’impiego, con l’obbligo di accettare anche la prima offerta di lavoro (indipendentemente da dove è dislocata la sede d’impiego).

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