Rebus Bce: cosa accadrà nella riunione di dicembre

Violetta Silvestri

23/11/2022

23/11/2022 - 13:14

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La riunione Bce di dicembre è già molto attesa e su di essa regna l’incertezza: di quanto sarà il rialzo dei tassi di interesse e quanto è reale una recessione? Le stime sulle possibili risposte.

Rebus Bce: cosa accadrà nella riunione di dicembre

A meno di un mese dalla riunione Bce di dicembre, i riflettori sono già tutti accesi su Francoforte: cosa farà la banca centrale europea con i tassi di interesse.

L’unica certezza finora è che i funzionari, con Lagarde in testa, non intendono abbassare la guardia dinanzi a un’inflazione ancora troppo calda. Il messaggio ai mercati deve essere chiaro: l’Eurotower vuole riportare i prezzi al consumo al target del 2% e lo strumento dell’inasprimento dei costi di finanziamento è il più incisivo.

La discussione che interroga gli analisti è sull’entità del prossimo rialzo tassi: 50 o 75 punti base? La differenza c’è, poiché una spinta aggressiva potrebbe essere letta come un ulteriore avanzamento verso la recessione dell’Eurozona.

Cosa accadrà nella riunione di dicembre della Bce: le previsioni dalle parole dei funzionari.

Riunione Bce dicembre: è rebus tassi. Inflazione vs recessione?

La Banca centrale europea continuerà ad aumentare i tassi di interesse fino a quando non ridurrà l’inflazione intorno al suo obiettivo a medio termine del 2%, anche se l’economia della zona euro si sta dirigendo verso la recessione: sono queste le ultime, in termini cronologici, dichiarazioni illustri della Bce, nello specifico di Luis de Guindos.

De Guindos non ha approfondito l’entità del potenziale prossimo aumento a dicembre, ma ha affermato che tutto dipenderà dalle prossime proiezioni della Bce e dai dati sull’inflazione di novembre.

Ha aggiunto che nei prossimi mesi i prezzi si manterranno intorno ai livelli attuali del 10%, aggiungendo che non va sottovalutata la persistenza delle pressioni inflazionistiche. “È molto importante guardare all’evoluzione dell’inflazione sottostante...”. Ci si aspetta un rallentamento dell’aumento dei prezzi nel primo trimestre o nella prima metà del prossimo anno, con percentuali ancora alte, del 6% o 7% in media, “riteniamo inoltre che l’inflazione core sarà elevata nei prossimi mesi”.

Inoltre, ha sottolineato, decelerazione o recessione economica non ridurrebbe di per sé l’elevato livello di inflazione. Tradotto: il piano di rialzi dei tassi va avanti.

Stesso tono da Philip Lane: “Non credo che dicembre sarà l’ultimo rialzo dei tassi”.

Il membro del consiglio direttivo Robert Holzmann ha dichiarato giorno fa che la banca centrale europea continuerà ad aumentare i costi dei prestiti.

Tuttavia, il capo della banca centrale austriaca - tra i funzionari più aggressivi della BCE - ha affermato che il Consiglio direttivo deve essere consapevole di mosse troppo forti che potrebbero portare “non solo alla stagnazione, ma a una recessione”.

Questo è il grande dilemma a Francoforte e sul quale si attendono delucidazioni nella riunione del 15 dicembre.

Al momento c’è una mancanza di slancio per il terzo aumento consecutivo di 75 punti base. La Bce ha già alzato il tasso sui depositi di un totale di 200 punti base da luglio e allo stesso tempo la zona euro è probabilmente in recessione, con l’inflazione forse prossima al suo picco.

Gli investitori, comunque, restano divisi tra un rialzo di mezzo o tre quarti di punti base a dicembre e vedono la riduzione delle partecipazioni obbligazionarie, nota anche come inasprimento quantitativo, a partire dalla prima metà del 2023.

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