Questo titolo di Stato in euro prezza 31,34 centesimi con un rialzo a scadenza impressionante

Stefano Vozza

10 Agosto 2025 - 06:10

Titoli con scadenze assai lontane nel tempo e con quotazioni depresse lasciano intravedere rialzi monstre sul lungo termine

Questo titolo di Stato in euro prezza 31,34 centesimi con un rialzo a scadenza impressionante

Le forti turbolenze sull’obbligazionario degli ultimi anni hanno portato il grosso del mercato a prediligere le brevi e medie scadenze rispetto alle lunghe. Quindi figuriamoci rispetto ai c.d. bond Matusalemme, titoli di cui quasi sicuramente non se ne vedrà la fine in prima persona. In genere si tratta di debiti sovrani con data di rimborso finale a 50 anni o più anni come nel caso dell’Austria 2120 che ora vedremo. Anticipiamo solo che questo titolo di Stato in euro prezza 31,34 centesimi con un rialzo a scadenza impressionante.

La scheda tecnica del bond sovrano scadenza 2120

A inizio decennio, causa il bassissimo costo del denaro in Europa e nel Mondo, alcuni emittenti sovrani si sono indebitati a lunghissimo periodo. In tal modo hanno fatto incetta di risorse impegnandosi a pagare interessi infimi per decenni e a restituire il capitale più agli eredi che ai sottoscrittori iniziali.
Il Governo austriaco, per esempio, ha emesso un primo centenario il 26 settembre 2017 (ISIN AT0000A1XML2) e un successivo il 30 giugno 2020, con matricola ISIN AT0000A2HLC4. Si tratta dell’Austria Tf 0,85% Gn2120 dal flottante contenuto (due mld di €) e una cedola decisamente più misera in rapporto alla durata complessiva e rispetto all’Austria Tf 2,1% St2117. I due prestiti sono nati in epoche differenti (in pieno Covid il 2120) e quindi hanno tassi nominali annui diversi, a cui sono seguite quotazioni di mercato tutte proprie.
Il Tf 0,85% Gn2120 paga una cedola (periodicità annuale) dello 0,74375% netto (ritenuta al 12,50%) annuo, davvero poca cosa se si pensa alla data di rimborso finale. Ad esempio il BTP 1° ottobre 2054, un trentennale in origine nato un annetto fa, paga interessi annui per il 4,30% e prezza di una spanna sotto cento. Morale, chi cerca un flusso cedolare farebbe meglio a non considerare il centenario austriaco.

Il rendimento del bond a 100 anni

Di contro, com’era ampiamente prevedibile, c’è che nel frattempo i corsi si sono portati ampiamente sotto cento. Lunedì 4 il titolo a 100 anni ha chiuso a 31,34 per un ritorno effettivo a scadenza del 3,1% (dati: Borsa Italiana). Ora, la considerazione del rendimento e non del nominale è capace di sovvertire i giudizi di cui sopra? Crediamo di no, anche perché in teoria ci sarebbe d’attendere il prossimo secolo, per la fortuna dei pochi investitori oggi maggiorenni che ci arriveranno.
Un bond da scartare a priori, quindi? Assolutamente no, se di fondo si posseggono due elementi chiave, ossia un’elevata propensione al rischio e tanta, ma davvero tanta pazienza. Vista in ottica pluriennale, si tratterebbe di inserirlo in portafoglio e di attenderlo a tempi (leggasi: anni) migliori.
Di recente l’obbligazione ha toccato nuovi minimi storici a 30 centesimi esatti il 25 luglio, praticamente a uno sconto del 70% sul valore di rimborso finale. Eppure ai primi di dicembre 2024 (8 mesi fa) l’high è stato a 48,57 e ad agosto del ’22, 3 anni fa, addirittura in area 66. Per tornare di nuovo a quei valori dai corsi attuali l’Austria Tf 0,85% Gn2120 dovrebbe salire del +55% circa nel 1° caso e poco più del +100% nel secondo. Dai prezzi attuali a 100, invece, il rialzo sarebbe del 220% circa, davvero impressionante.
Parimenti nulla impedisce al titolo di formare nuovi minimi in futuro e di prezzare, ad esempio, a 20 tra 12 mesi. Oltretutto l’analisi grafica del titolo nel 2025 mostra una discesa libera che quasi non accenna ad arrestarsi. Non solo, ma il vero, grande dilemma di fondo è un altro: quando torneranno gli acquisti convinti e massicci sui bond lunghi?

Questo titolo di Stato in euro prezza 31,34 centesimi con un rialzo a scadenza impressionante

Questi titoli di norma sono acquistati da fondi pensioni, assicurativi e istituzionali in genere. Difficilmente trovano spazio nei portafogli dei piccoli investitori tranne gli speculatori e i trader in bond e a patto si tratti di bond liquidi come quello qui in esame.
Tornando invece al quando risaliranno le quotazioni, sui corsi dell’AT0000A2HLC4 pesano due elementi, uno intrinseco e uno estrinseco al bond. Il primo rimanda all’infima cedola annua, malgrado il maggior ritorno effettivo che resta tuttavia inadeguato rispetto ad altri titoli lunghi ma dalle scadenze più ravvicinate. Il secondo rimanda ai timori degli operatori sul trend dell’inflazione di lungo termine.
Obbligazioni con simili durate sono quasi insensibili alle politiche monetarie e lo dimostra il fatto che mentre la BCE tagliava i tassi i loro corsi invece scendevano sul secondario. Mentre risultano più sensibili alle dinamiche dei debiti sovrani, cioè all’offerta futura complessiva di sovereign bond, e alle aspettative d’inflazione. Si tratta di valutazioni poco rassicuranti, perché molti programmi di spesa pubblica, anche di una certa consistenza, saranno a debito. Per cui gli operatori si aspettano un futuro eccesso di offerta di bond sovrani, i cui rendimenti saliranno per renderli attraenti agli occhi degli investitori.

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