Questo bond rende il 18% sicuro in 2 anni. Poi cedola variabile fino al 6,50%

Stefano Vozza

17 Settembre 2025 - 15:37

Obbligazione corporate in valuta estera e dalla durata massima di 10 anni con tassi fissi in principio e poi variabili fino al termine

Questo bond rende il 18% sicuro in 2 anni. Poi cedola variabile fino al 6,50%

Prosegue lo sbarco di nuovi corporate bond retail sul mercato obbligazionario italiano. A dispetto dei titoli di matrice sovrana, spesso qui si tratta di strutture condite di caratteristiche proprie da saper riconoscere e sfruttare caso per caso.

Soffermiamoci sull’emissione in dollari di Goldman Sachs (GS) che venerdì 12 ha lanciato una dual tranche di durata massima a 10 anni. Si tratta di obbligazioni simili nell’emittente e nella macro struttura di fondo, ma divergenti nella valuta e nei payout nominali annui. Anticipiamo solo che questo titolo costa 100 dollari e rende 18% sicuro in 2 anni poi cedola variabile fino al 6,50%.

La scheda tecnica del bond in dollari di banca Goldman Sachs

L’emittente è Goldman Sachs Finance Corp International Ltd con sede nel Jersey (USA), una grande banca d’affari americana dal blasone senza tanti rivali. Difatti l’emittente gode di un buon rating al momento pari ad A per Fitch, ad A2 per Mody’s e a BBB+ per S&P.

L’ISIN di riconoscimento del titolo è XS3033981393, disponibile e scambiato sul MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni) di Borsa Italiana, segmento EuroMOT. Lo si può sottoscrivere allo sportello fisico o in remoto se abilitati, sempre tramite la banca presso cui si è aperto il conto titoli. Il taglio minimo di ingresso è di 100 $ (dollari USA) e relativi multipli, che al cambio attuale €/$ a 1,1759 vuol dire 85,04 € più commissioni bancarie per acquistarne uno. Tuttavia, occhio al controvalore minimo di ingresso che in teoria dovrebbe essere sufficiente a ripagarsi almeno i costi di gestione del prodotto.

Quanto potrebbe durare l’investimento

Il bond ha data emissione 12/09/’25 e scadenza massima allo stesso giorno del ‘35. L’emittente, infatti, si è riservata la possibilità di call del prestito a partire dal 2° anno fino al 9°, per cui l’investimento potrebbe durare meno di 2 lustri. Le date di eventuale richiamo sono il 12/09/’27, il 12/09/’28, il 12/09/’29 e così via fino al 12/09/’34. In tal caso ne risulterebbe inferiore anche il ritorno complessivo, dato che si perderebbe l’incasso delle cedole degli anni successivi al rimborso anticipato.

Ora, quant’è concreto questo scenario di richiamo anticipato del prestito? Difficile dirlo oggi, mentre è chiaro e assodato quale sarà il parametro da cui dipenderanno le decisioni: il futuro costo del denaro. Non appena il costo di rifinanziamento risulterà più basso dei tassi corrisposti sull’XS3033981393, per GS scatterebbe la convenienza allo switch di debito. Cioè ritirerebbe questo e lo sostituirebbe con uno nuovo a lei meno oneroso. A rimetterci sarebbe l’investitore che si ritroverebbe esposto al rischio di reinvestimento, cioè uno scenario di tassi di mercato inferiori a quello dei titoli rimborsati.

Tanto a naturale scadenza che a una data di call, infine, GS rimborserebbe sempre il 100% del nominale sottoscritto nella valuta di denominazione del titolo. Ovviamente quel “sempre” è da intendersi al netto del default emittente e del relativo Garante, “The Goldman Sachs Group, Inc., Delaware, USA”.

I rendimenti del bond a tasso fisso e variabile inverso callable in $ USA

La struttura dei payout è del tipo misto,cioè tasso fisso iniziale e poi variabile inverso fino al termine. Nello specifico l’emittente ha previsto quanto segue:

  • cedola del 9.50% p.a. il 1° e 2° anno, pari al 7,03% al netto della ritenuta fiscale del 26%;
  • cedola variabile dal 3° fino al 10°, cioè dal 12/09/2028 fino alla data di scadenza/call, e comunque racchiusa nella forchetta tra 0,00% (floor) e 6,50% (cap). Il payout variabile, in particolare, sarà pari alla differenza tra 6,50% fisso meno il tasso di riferimento SOFR 1 anno.

La periodicità è in tutti i casi annuale con data di stacco il 12 settembre.
Dunque, l’unica certezza è il 18% lordo complessivo del primo biennio, poi tutto sarà da vedere. Per puntare all’incasso di cedole variabili ricche, la speranza è che a partire tra 2 anni il tasso SOFR 1 anno crolli pesantemente. Se nell’anno X fosse dello 0,75%, per esempio, la relativa cedola si attesterebbe a: 6,50%-0,75%=5,75% lordo, 4,255% netto. Se invece il tasso SOFR 1 anno fosse alto e pari al 5,00%, per esempio, ne deriverebbe una cedola dell’1,25% (0,925% netto), e così via in tutti gli altri casi.

Questo titolo costa 100 dollari e rende 18% sicuro in 2 anni poi cedola variabile fino al 6,50%

Ora, sarebbe bello pensare di incassare 8 cedole variabili robuste, ma in quel caso probabilmente la call deluderebbe le attese. Vista con gli occhi dell’investitore, l’ideale sarebbe un tasso SOFR 1y con trend ambiguo e/o che restasse relativamente medio-basso a lungo (ora siamo al 3,58183%). Simili scenari darebbero corpo e sostanza al payout variabile a beneficio del ritorno complessivo dell’investimento.

Tuttavia, quest’ultimo dipenderà anche dal diverso combinarsi di altri due elementi, uno personale e l’altro no. Primo, il proprio prezzo di carico e scarico del bond, dove le cedole altissime del primo biennio dovrebbero fungere da deterrente contro il crollo delle quotazioni sotto la parità. Secondo, le future dinamiche del cross €/$ a scadenza e/o alla data di rivendita anticipata e/o di call del prestito obbligazionario. Esse, da sole, sarebbero capaci di togliere e dare tanto anche al netto delle cedole.

Infine occhio al rischio di liquidità dato che l’ammontare emesso del prestito è di soli 80 mln di USD. Non solo, ma l’emittente si è riservato il diritto di ridurlo in ogni momento cancellando lo stock di bond che non dovessero essere sottoscritti.

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