Siamo ultimi a livello Ocse per laureati nel settore Tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Così sono a rischio competitività e lavoro.
Tutti le usano, in molti ne parlano, ma in Italia pochissimi le studiano. Sotto l’etichetta Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, o Information and communications technology o ICT, per chi preferisce l’inglese e le sigle, si può classificare una materia decisamente vasta. Dall’informatica all’ingegneria del software, dalla Cybersicurezza all’Intelligenza Artificiale: argomenti di cui sentiamo parlare quotidianamente, ma di cui finiamo per avere una nozione piuttosto superficiale.
Il rischio è restare indietro su tecnologie fondamentali e strategiche, anche da far valere sul mercato del lavoro. Un rischio che si trasforma in certezza nel caso dell’Italia, che risulta ultima a livello Ocse per quota di laureati nel comparto ICT.
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