La carenza di questo metallo rischia di sconvolgere l’industria automobilistica, che ancora non può farne a meno.
Sono all’orizzonte problemi seri per l’industria automobilistica, che dovrà molto probabilmente fare i conti con la carenza di palladio prima di quanto si pensasse. Questo metallo sarà introvabile prima che i produttori possano davvero farne a meno, visto che i veicoli elettrici sono ancora molto lontani da sostituire completamente il parco auto. Il palladio, infatti, viene usato principalmente nelle automobili a benzina, come catalizzatore per ridurre le sostanze nocive emesse dal motore (per le auto diesel si usa invece il platino). Proprio le normative ambientali e i limiti sui gas di scarico hanno provocato negli anni una domanda sempre maggiore di questo metallo, impiegato in abbondanza anche nei veicoli ibridi.
Questo metallo sarà introvabile
Si pensava, ma anche sperava, che con l’avanzata dell’elettrico il fabbisogno di palladio diminuisse, ma nessun Paese è davvero pronto a rinunciarvi. Il metallo resta infatti un protagonista indiscusso dell’industria automobilistica, da cui proviene circa il 70% della domanda globale. Il palladio, funzionale e strategico, presenta però degli aspetti negativi che spingono urgentemente all’indipendenza. Oltre al fatto che questa materia prima è presente in natura in quantità molto limitate, ha tendenzialmente un costo elevato e un notevole rischio geopolitico, che infatti la espone a variazioni di prezzo repentine e considerevoli.
Proprio le preoccupazioni sulla carenza dell’offerta hanno fatto salire il valore del palladio del 3% in questi giorni, mentre le tensioni internazionali e le politiche commerciali continuano a renderlo instabile. Indipendentemente da ciò, comunque, non bisogna dimenticare che si tratta di una risorsa finita. Senza concreti impegni di riciclo, alternative efficaci e fiducia nelle auto elettriche sarà molto difficile per l’industria automobilistica sopperire alla carenza.
Che il palladio fosse una risorsa finita è sempre stato sotto gli occhi di tutti, come pure le ripercussioni di questi limiti sulla produzione di automobili. Da almeno un decennio si è accesa l’attenzione su questo metallo, di cui la Terra dovrebbe ancora avere ancora 90 milioni di once, nascoste nella crosta terrestre in piccole quantità. Non è soltanto poco, ma è anche raro e, come se non bastasse, si trova per lo più in Russia e in Sudafrica. Quest’ultima ha diminuito la produzione dell’8% in un anno, mentre le sanzioni limitano l’approvvigionamento da Mosca, reso ancora più proibitivo.
Problemi seri per l’industria automobilistica
La spinta ecologica, la stessa che ha fatto salire alle stelle la domanda di palladio per i catalizzatori dei motori a benzina, avrebbe però dovuto rallentare la domanda e limitare i disagi. Ciò è avvenuto, ma solo moderatamente. Nonostante la crescita prorompente dell’elettrico e la stroncata dei dazi Usa, che hanno reso più care le auto importate, quest’anno la domanda è comunque superiore all’offerta. Il surplus dell’anno precedente (circa 100.000 once) aveva fatto ben sperare, ma per il 2025 si stima già un deficit di circa 15.000 once, contenuto ma comunque preoccupante. Non ci sono infatti le condizioni, attualmente, per intervenire in maniera concreta.
Quest’anno la produzione primaria è calata del 6%, nient’affatto compensata dall’aumento del 3% della produzione secondaria. La domanda dovrebbe scendere del 2%, soprattutto grazie al settore automobilistico che tra difficoltà commerciali e veicoli elettrici deve necessariamente farne a meno, ma non abbastanza da garantire stabilità. La produzione globale di automobili a benzina resta comunque in aumento e la loro compravendita sarà consentita ancora a lungo.
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