Una startup californiana ha sviluppato un burro sintetico fatto di anidride carbonica e acqua che abbatte le emissioni del 99% rispetto al burro tradizionale. Tra gli investitori, anche Bill Gates.
Una giovane startup californiana, ha sviluppato un burro completamente privo di ingredienti animali o vegetali, creato in laboratorio a partire da anidride carbonica e acqua. Questo “burro d’aria” promette di ridurre drasticamente l’impatto ambientale della produzione alimentare, abbattendo le emissioni di CO2 del 99% rispetto al burro tradizionale. Un’innovazione che non è passata inosservata: tra i principali sostenitori del progetto figura il fondo di investimento di Bill Gates, che ha finanziato lo sviluppo della tecnologia con 33 milioni di dollari.
Come funziona il “burro d’aria” della startup Savor
Il burro sintetico di Savor nasce da un processo scientifico all’avanguardia che sfrutta anidride carbonica e idrogeno, senza ricorrere ad alcun ingrediente di origine animale o vegetale. Il principio di base è semplice ma rivoluzionario: tutti i grassi, compresi quelli presenti nel burro, sono composti da catene di atomi di carbonio e idrogeno. La startup ha brevettato una tecnologia che consente di costruire queste molecole di grasso in laboratorio, replicando la struttura chimica del burro tradizionale, ma senza ricorso ad allevamenti, coltivazioni o uso intensivo di risorse naturali.
Il processo utilizza la CO2 catturata dall’aria e l’idrogeno ottenuto dall’acqua per generare acidi grassi attraverso una serie di reazioni termochimiche. Il risultato è un grasso puro, versatile e sostenibile, che può essere utilizzato non solo come burro da tavola, ma anche in pasticceria, panificazione e cucina gourmet. I primi test di assaggio hanno confermato che il prodotto finale ha un sapore quasi indistinguibile da quello del burro tradizionale.
L’impatto ambientale e il sostegno di Bill Gates
Il punto di forza del burro d’aria di Savor è la sua impronta ecologica: per produrre un chilogrammo di questo burro vengono emessi appena 0,8 grammi di CO2, contro i 5-14 kg necessari per il burro tradizionale. Questo significa una riduzione delle emissioni di quasi il 99%, un dato che potrebbe rivoluzionare il settore alimentare e contribuire in modo significativo alla lotta contro il cambiamento climatico.
La produzione di burro convenzionale richiede infatti grandi quantità di acqua, suolo e fertilizzanti, responsabili del 7% delle emissioni globali di gas serra (una quota paragonabile a quella prodotta da tutte le automobili del mondo). Al contrario, Savor elimina la dipendenza dall’agricoltura intensiva, offrendo una filiera più stabile, sicura e meno soggetta alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime. Non sorprende quindi che Breakthrough Energy Ventures, il fondo di Bill Gates dedicato alle tecnologie per il clima, abbia scelto di investire pesantemente nel progetto, affiancato da Synthesis Capital.
Burro Savor: scalabilità e prospettive di mercato
Con l’apertura del primo impianto produttivo di 2.300 metri quadrati a Batavia, Illinois, Savor punta a raggiungere la produzione su larga scala e la parità di costo con i grassi tradizionali, rendendo il burro d’aria accessibile anche al grande pubblico. Il prodotto ha già suscitato l’interesse di chef stellati e panificatori di alto livello, che lo stanno sperimentando nei loro menù, segno che la qualità organolettica è all’altezza delle aspettative.
La startup ha già annunciato di voler applicare la stessa tecnologia a latte, formaggi e gelati, aprendo la strada a una nuova generazione di alimenti sostenibili e a basso impatto ambientale.
Tuttavia, la commercializzazione di massa non sarà priva di ostacoli. Savor è ancora in fase pre-commerciale e sta lavorando per ottenere tutte le necessarie approvazioni normative, con l’obiettivo di iniziare le vendite entro la fine del 2025. La sfida principale sarà abbattere ulteriormente i costi di produzione e superare la diffidenza dei consumatori verso i prodotti alimentari sintetici. Ma il sostegno di investitori di peso come Bill Gates e i risultati dei primi test fanno ben sperare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA