Questa obbligazione dura 24 mesi, ha cedola fissa 4,25% e rendimento al 3,65%

Stefano Vozza

2 Dicembre 2025 - 18:06

Investire sul reddito fisso a breve termine combinando la cedola a possibili movimenti valutari a scadenza: pro e contro dell’operazione

Questa obbligazione dura 24 mesi, ha cedola fissa 4,25% e rendimento al 3,65%

Investire a 24 mesi sui sovereign bond con un ritorno annuo a ridosso del 4% oggi è tutt’altro che semplice se l’emittente gode di elevato rating e prestigio sui mercati. Eppure per molti bond sovrani emessi dal governo di Sua Maestà è proprio questa la situazione che si riscontra su svariati timeframe. Consideriamo l’obbligazione con matricola ISIN GB00B16NNR78 quotata e negoziata sull’EuroTLX di Borsa Italiana. Bene, questa obbligazione inglese dura 24 mesi ha cedola fissa 4,25% e rendimento al 3,65%. Procediamo con ordine.

Il titolo di Stato inglese dalla breve durata residua

Si tratta di un prestito sovrano in sterline emesso il 6 settembre 2006 e in scadenza il 7 dicembre 2027. Da una durata iniziale ventennale oggi si può dire siano rimaste le briciole, essendosi ridotti a 2,01 gli anni di vita residua.
La circostanza depone a favore di due rischi nel senso che in qualche misura li depotenzia, cioè li rende relativamente più prevedibili o potenzialmente meno devastanti.

Il riferimento primo è al rischio di mercato dato che la duration modificata è a 1,88. Nell’autunno 2020 il titolo prezzava ancora sui 130, poi in due anni si è portato a ridosso della parità e tale vi resterà probabilmente fino al termine. Data la prossimità del rimborso del prestito è inutile sperare in rialzi dei corsi o temere più di tanto crolli sotto la parità, sempre al netto dell’imprevedibile ovviamente. Da qui ai prossimi 24 mesi il mercato ingabbierà le quotazioni sui ai valori finali di rimborso.

Il rischio di cambio del titolo di Stato inglese

L’altro pericolo per l’investitore nazionale è quello valutario e non poteva essere diversamente per tutti i titoli denominati in valuta estera. Oggi il cambio EUR/GBP è a 0,8787, pertanto per 1.000 GBP di debito nominale servono 1.138 €, più le spese di commissione bancaria. La vera sfida sta quindi nel cambio a scadenza, dato che quel cross determinerà l’effettivo controvalore del disinvestimento sul Gilt 07dc27.

Nessuno dispone di dati certi a quella data, mentre da un lato vi sono stime e possibili previsioni, dall’altro solo dati certi ma relativi al passato.

Nel primo caso, secondo il portale previsionieuro.com il cambio tra le due monete a dicembre 2027 dovrebbe attestarsi tra 0,878 e 0,906. Se le cose dovessero andare effettivamente così la sterlina a quella data rimarrebbe tra l’invariato e il leggero apprezzamento. Sarebbero due scenari favorevoli dato che non genererebbero perdite da cambio a scadenza per l’investitore in euro. La moneta “vincente” a scadenza in questi casi risulterebbe essere quella di denominazione del prestito.
Nel secondo, ossia sullo storico, il grafico su timeframe mensile del cross €/£ mostra un range di estremi compresi a grandi linee tra 0,83 e 0,92 dal 2020 ad oggi.

Cedola e rendimento effettivo del bond in lire sterline

Il Gilt 07dc27 paga il 4.25% annuo lordo (3,71875% netto), il 2,125% ogni 6 mesi, moltiplicato per il nominale sottoscritto. Il prossimo pagamento è previsto per l’8 dicembre. Tuttavia, lunedì 01/12 il titolo ha chiuso a 101,25 per un rendimento effettivo a scadenza del 3,65% (dati: Borsa Italiana), per un potenziale ritorno totale lordo di un buon 7%.

Ora, quest’ultimo diventerebbe l’effettivo a scadenza se a quella data l’€/£ restasse invariato ai valori attuali. Se invece dovesse attestarsi intorno a 0,9-0,91, per esempio, allora parleremmo di un guadagno complessivo intorno al 10% tra cedole e sterlina apprezzata. In caso contrario servirà impiegare gli interessi per coprire la perdita da cambio. Nei casi peggiori, ossia di eccessiva discesa della sterlina tra 24 mesi, il rendimento a scadenza diverrebbe negativo.

L’obbligazione inglese dura 24 mesi ha cedola fissa 4,25% e rendimento al 3,65%

In un certo senso la breve vita fruttifera del titolo ne attenua, ma non li annulla, gli annessi rischi. Ciononostante resta un prodotto per investitori che hanno piena contezza di tutti i pericoli e relative opportunità che lo strumento ha in dote con se.
Infine ci sono un altro pro e altri due contro da menzionare. Il punto di forza attiene alla qualità del debito inglese dato che le agenzie di rating attribuiscono la doppia A al Regno Unito. Tuttavia, al momento domina un forte clima di sfiducia del mercato (primo “contro”) per via delle mancate misure che l’Esecutivo inglese non ha adottato nel contenimento del debito pubblico.

Il secondo elemento sfavorevole, invece, attiene alla sua sostanziale illiquidità sul MOT, il mercato secondario. I contratti giornalieri conclusi si contano sulle dita di una mano, a danno della fluidità degli scambi in caso di necessità di rivendita anticipata del prodotto.

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