Quanto guadagna un barista, lo stipendio giusto secondo il contratto

Claudio Garau

23/05/2023

23/05/2023 - 22:54

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Com’è noto il barista prepara e serve bevande ai clienti, gestisce il banco del bar, si occupa del servizio e specialmente d’estate è molto richiesto. Ma quanto deve guadagnare?

Quanto guadagna un barista, lo stipendio giusto secondo il contratto

Con l’avvicinarsi della stagione estiva, aumentano le offerte di lavoro che indicano la ricerca di baristi, specialmente nelle località turistiche sparse per la penisola: sicuramente sono buone occasioni per fare un’esperienza di lavoro e per mettere in pratica le proprie doti relazionali ed organizzative, ma al contempo sono anche rapporti di lavoro che debbono essere sorretti da una serie di garanzie per il barista stesso. Pensiamo ai limiti all’orario di lavoro settimanale e giornaliero, ad esempio, ma pensiamo anche al giusto compenso che deve essere dato a colui che svolge questo lavoro. Capire quanto guadagna un barista è dunque essenziale.

Certamente non sono pochi i casi di lavoro nero nell’ambito - ovvero situazioni in cui i datori di lavoro non hanno interesse a seguire le tabelle retributive di cui al Ccnl di settore - ma se l’assunzione avviene in modo regolare ed alla luce del sole, l’attività di somministrazione di alimenti e bevande dovrà rispettare quanto previsto dal contratto collettivo, salve le condizioni più favorevoli adottate nel contratto individuale di lavoro.

Pertanto nel corso di questo articolo vedremo insieme quanto guadagna un barista o meglio, quanto dovrebbe guadagnare in base al contratto di riferimento, ma prima di capire in che modo determinare il corretto stipendio, ricapitoleremo insieme mansioni tipiche e soft skills richieste al barista - in modo da ricostruire un quadro completo e al contempo sintetico su questa professione così diffusa. I dettagli.

Chi è il barista e cosa fa: le mansioni principali e tipiche

Come è noto, il barista è colui che, dopo la firma di un contratto individuale di lavoro, svolge più mansioni e compiti nel contesto di un bar o di un locale pubblico. Quali sono allora le mansioni richieste a queste figura per svolgere l’attività in modo soddisfacente e secondo le direttive del datore di lavoro? Eccone l’elenco:

  • preparazione di un’ampia varietà di bevande come caffè, cappuccini, tè, succhi di frutta, cocktail e altri prodotti alcolici o analcolici;
  • preparazione degli alimenti quali piccoli spuntini o alimenti leggeri come panini, toast o dolci semplici;
  • servizio ai clienti, ovvero accoglienza nei confronti di chi entra nel locale per la consumazione e raccolta degli ordini;
  • gestione dei pagamenti e delle operazioni alla cassa;
  • pulizia e manutenzione dell’area di lavoro, con pulitura delle attrezzature utilizzate e degli interni del bar;
  • gestione dell’inventario e delle scorte di bevande, ingredienti e altri materiali che servono all’attività, effettuazione degli ordini.

Chiaramente si tratta di una pluralità di compiti che, specialmente in un bar con forte affluenza di persone, rendono il lavoro del barista molto dinamico e adatto a persone di certo non pigre o poco propense a relazionarsi con il pubblico. Ed infatti anche per la professione di barista vi è un elenco di soft skills utili a svolgere al meglio questa attività talvolta frenetica. Le vediamo ora per avere chiaro il contesto e capire poi quanto guadagna un barista.

Soft skills utili all’attività in un bar

Non sono capacità di svolgere le mansioni tipiche di un bar, ma anche attitudine a farlo generando la maggior soddisfazione possibile nel cliente. Ecco perché per il lavoro di barista non guasta affatto possedere le cosiddette soft skills, ovvero le abilità personali e, almeno in parte, innate o naturali che ogni persona ha in diversa misura. Vediamo in estrema sintesi a seguire queste utilissime competenze ’trasversali’ e non tecniche:

  • abilità comunicative, in quanto un barista capace deve essere in grado di comunicare in maniera chiara ed efficace con i clienti, al contempo ascoltando con attenzione le loro richieste e dando indicazioni o consigli utili a soddisfare le loro richieste, spingendoli a tornare nel locale;
  • orientamento al cliente, ovvero svolgere il proprio lavoro con una mentalità orientata al servizio, una sorta di predisposizione innata alla cortesia e gentilezza verso il prossimo, tale da favorire un’esperienza positiva per i clienti;
  • capacità di lavorare in team, e dunque in un gruppo di persone, con cui collaborare per il raggiungimento degli stessi obiettivi (soddisfazione del cliente e profitto del bar);
  • attitudine a lavorare sotto pressione, vale a dire gestendo situazioni di forte affollamento nel locale e di elevata mole di lavoro, conservando però calma e self control e al contempo offrendo un servizio efficiente a tutta la clientela;
  • flessibilità nel gestire richieste e situazioni impreviste, come pure nell’accettare turni flessibili;
  • doti multitasking, ovvero essere capaci di gestire al contempo più attività, come prendere ordini, preparare bevande e gestire i pagamenti.

Da questi sintetici elenchi ben si comprende allora che il ruolo di barista prevede tutta una serie di compiti e mansioni, oltre che abilità utili al miglior servizio possibile alla clientela. Per questo questa figura professionale è protetta da norme ad hoc nel relativo Ccnl di settore, quello relativo a turismo, pubblici esercizi e ristorazione. E grazie a questo testo è possibile capire quanto guadagna un barista.

Il rilievo del Ccnl pubblici esercizi, ristorazione e turismo: le tabelle retributive

Per determinare correttamente quanto guadagna un barista, e dunque qual è lo stipendio giusto secondo il contratto, le parti - futuro barista e datore di lavoro - dovranno fare riferimento al vigente contratto collettivo di settore, ovvero il Ccnl pubblici esercizi, ristorazione e turismo e, in particolare, alle sue tabelle retributive più aggiornate. Nel testo peraltro anche un articolo ad hoc sugli elementi che compongono la retribuzione, vale a dire in primis paga base nazionale, indennità di contingenza e eventuali scatti di anzianità.

Nel Ccnl troviamo altresì disposizioni su orario di lavoro, permessi, ferie e tanto altro, ma troviamo anche regole in tema di compenso al barista. Ecco perché è grazie al testo del Ccnl di settore che non possono esservi dubbi: il testo prevede due livelli relativi alla qualifica di quadro ed otto livelli di inquadramento contrattuale, correlati alla mansione del lavoratore, e proprio questa classificazione permette di capire quanto guadagna un barista.

Non pochi lavoratori del settore si domandano a quale livello corrisponde la propria mansione in base al Ccnl citato e si chiedono, in particolare, quale livello spetta, quale è la retribuzione netta o lo stipendio - appunto in riferimento al livello di inquadramento contrattuale. Ebbene, il barista è inquadrato al quinto livello e detto livello corrisponde una specifica tabella retributiva.

Proprio le tabelle retributive sono essenziali a individuare quali sono gli importi minimi assicurati ai lavoratori di ogni livello o categoria professionale. Per questo vi sono più tabelle distinte per livelli di inquadramento, non solo barista ma anche chef, manager, personale di sala e così via. Ciascuna tabella chiarirà quali sono gli importi minimi da applicare per l’orario di lavoro o lo stipendio mensile corrispondente a ogni livello - compreso ovviamente quello del barista.

Il richiamo alle tabelle retributive nel contratto individuale

Nel paragrafo precedente abbiamo compreso che le tabelle retributive sono uno strumento fondamentale per garantire una retribuzione adeguata e proporzionata alle responsabilità e alle competenze richieste dal livello di inquadramento del lavoratore. Ci permettono così di capire quanto guadagna un barista.

Pertanto, per stabilire lo stipendio giusto secondo il contratto, il datore di lavoro dovrà fare diretto riferimento ad esse nel contratto individuale di lavoro. Sarà sufficiente un richiamo scritto, in modo da segnalare la conformità dell’accordo con il neo-barista alle regole sui minimi contrattuali nel Ccnl di settore.

Anzi è preferibile verificare con il futuro datore di lavoro che nel contratto di lavoro sia chiaramente indicato il riferimento al contratto collettivo applicabile, specialmente alle regole relative alle tabelle retributive e alla determinazione del giusto stipendio. Ciò permetterà infatti di prevenire eventuali controversie o malintesi che potrebbero sorgere in futuro. D’altronde poi l’inserimento di dette disposizioni nel contratto individuale costituisce una essenziale tutela per il lavoratore, fornendo un documento ufficiale che comprova i diritti e le condizioni contrattuali concordate.

Divieto di deroga al Ccnl e il caso delle condizioni retributive più favorevoli

In linea generale, il contratto individuale di lavoro non può derogare alle disposizioni del Ccnl turismo e ristorazione in modo svantaggioso per il barista. D’altronde il contratto collettivo costituisce un accordo che fissa le condizioni minime di impiego, compresi gli stipendi, come pure i diritti e i doveri di tutti i lavoratori del comparto.

Tuttavia è vero che il contratto individuale può prevedere ulteriori benefici o condizioni più favorevoli rispetto a quanto previsto dal Ccnl in oggetto. Ad es. potrebbe disporre orari di lavoro differenti o benefici ulteriori, a patto che non siano elementi inferiori o peggiorativi a quanto stabilito dal Ccnl.

Pertanto le parti sono libere di mettersi d’accordo per una retribuzione al barista diversa da quella indicata dal Ccnl di settore, a patto che la retribuzione concordata sia maggiore e perciò più favorevole di quanto stabilito nel contratto collettivo. La scelta di assegnare uno stipendio più alto può essere dovuta a diversi motivi, come il riconoscimento delle competenze o dell’esperienza del barista, l’offerta di condizioni competitive sul mercato del lavoro o per incentivare la produttività e la soddisfazione dei lavoratori del locale. Ovviamente poi il datore di lavoro sarà obbligato a rispettare l’accordo e pagare il barista in base alle condizioni di favore, pattuite nel contratto individuale.

Ma è vero anche che l’insieme delle condizioni di lavoro non possono poi essere inferiori a quanto disposto dal contratto collettivo. Pertanto se le parti concordano una retribuzione superiore, comunque tutte le altre disposizioni del contratto collettivo - ad es. gli orari di lavoro, i diritti e i doveri del lavoratore - devono essere rispettate senza deroghe.

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