Quanto guadagna Matteo Renzi? Stipendio e reddito del leader di Italia Viva

Alessandro Cipolla

19/01/2023

19/01/2023 - 12:20

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Lo stipendio da parlamentare e le dichiarazioni dei redditi di Matteo Renzi, il numero uno di Italia Viva da tempo attivo anche come conferenziere in tutto il mondo.

Quanto guadagna Matteo Renzi? Stipendio e reddito del leader di Italia Viva

Senatore della Repubblica, conferenziere in giro per il mondo, voce narrante di una programma TV su Firenze e leader di Italia Viva: per Matteo Renzi sembrerebbe essere iniziata una nuova vita da quando si è dimesso, dopo la debacle alle elezioni del 2018, da segretario del Partito Democratico.

Negli ultimi però si è parlato del leader di IV anche per l’acquisto della sua villa di Firenze, visto che a margine dell’inchiesta sulla fondazione Open L’Espresso ha rivelato come la compravendita sia avvenuta grazie a un prestito da 700.000 euro, restituito dopo pochi mesi, elargito da dalla madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli.

Per ultima c’è l’inchiesta da parte della Procura di Roma sul documentario su Firenze, con Matteo Renzi che è indagato insieme al manager Lucio Presta per una sospetta violazione della legge sul finanziamento dei partiti.

Di recente il Corriere della Sera ha dato notizia di una “segnalazione di operazione sospetta trasmessa dall’Unità antiriciclaggio di Bankitalia alla Guardia di finanza”, con Renzi che “per le consulenze svolte in Arabia Saudita ha percepito un milione e 100 mila euro, soldi che gli sono stati bonificati da alcune società arabe attraverso diversi accrediti”.

Ma quanto guadagna allora l’ex premier? Vediamo a quanto ammonta il suo stipendio da parlamentare e quali sono quelle entrate extra, tutte pubbliche e trasparenti, percepite da Matteo Renzi.

Stipendio e guadagni di Matteo Renzi

Svelo un segreto. Sono stato eletto parlamentare e prendo un ottimo stipendio. Non avendo più attività di Governo posso avere ulteriori entrate, tutte pubbliche, tutte trasparenti. Queste entrate mi permettono persino di prendere un mutuo. Funziona così, da qualche secolo e non solo in Italia.

Con queste parole in una sua recente e-news Matteo Renzi ha voluto rispondere a chi lo aveva attaccato per la trattativa di acquisto di una casa a Firenze, mentre adesso la villa è al centro delle attenzioni per il prestito da 700.000 euro concesso dalla dalla madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli.

I soldi sono stati restituiti dopo pochi mesi e il leader di Italia Viva ha annunciato una denuncia nei confronti de L’Espresso, anche se non mancano le polemiche visto che Maestrelli era stato nominato consigliere d’amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti proprio dal governo Renzi.

Altre volte invece era stato lo stesso ex premier a dichiarare quanto avesse in banca. Stando sempre alle parole di Renzi, ad agosto del 2016 aveva sul conto corrente 30.000 euro mentre a gennaio 2018, come reso noto durante una puntata di Matrix, l’ammontare era di 15.859 euro.

Di recente invece Matteo Renzi ha reso noto di aver dichiarato nel 2018 830.000 euro e nel 2019 invece la somma dovrebbe superare 1 milione di euro. Sul sito del Senato, ancora però non è stata pubblicata la dichiarazione 2019.

Quando era sindaco di Firenze (giugno 2009 - marzo 2014) Matteo Renzi percepiva uno stipendio lordo annuo di 90.961 euro, per un totale netto che si aggirava sui 4.300 euro al mese.

Nel periodo invece in cui ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio (febbraio 2014 - dicembre 2016), lo stipendio lordo annuo era di 80.000 euro per un assegno mensile netto pari a 6.700 euro.

Paradossalmente Renzi ora guadagnerà più che è senatore rispetto a quando era premier: per il suo incarico a Palazzo Madama tra stipendio, diaria e rimborsi vari, il totale è di 14.634,89 euro netti al mese.

Ad onor di cronaca bisogna però specificare che da sempre i parlamentari del PD danno mensilmente una parte del loro assegno al partito, con la cifra che di solito si aggira sui 1.500 euro. Adesso che ha creato il nuovo partito Italia Viva, probabile che la decurtazione rimanga la stessa.

Dando uno sguardo alle varie dichiarazioni dei redditi di Matteo Renzi, nel 2013 da sindaco il reddito era di 98.000 euro. Nel 2016 invece da premier era salito a 103.283 euro.

Sul sito del Senato è online la dichiarazione dei redditi relativa al 2017: non essendo più premier, Matteo Renzi ha così dichiarato 29.315 euro.

Dichiarazione redditi Renzi 2017
La dichiarazione dei redditi di Matteo Renzi relativa al 2017

Nella dichiarazione 2020 che si rifà al 2019 come periodo di imposta, il reddito complessivo è salito invece a 1.092.132 euro. Un aumento questo che sarebbe dovuto alla sua attività di conferenziere.

Dichiarazione redditi Renzi 2020
La dichiarazione dei redditi 2020 di Matteo Renzi

Nell’ultima dichiarazione dei redditi, quella 2022, il reddito complessivo è stato di 2.548.448 euro, oltre quattro volte in più rispetto ai 517.391 euro della dichiarazione del 2021.

Matteo Renzi
Dichiarazione dei redditi 2021
Dichiarazione redditi Renzi 2022
Fonte Senato

Le conferenze e il programma TV

Come scritto nella sua e-news, Renzi ora che non svolge più attività di governo potrà contare anche su ulteriori entrate che si andranno a sommare al suo stipendio percepito in qualità di senatore.

A inizio giugno ha infatti dichiarato che nei prossimi mesi avrebbe preso parte a una serie di conferenze, a pagamento, in giro per il mondo prendendo l’esempio di alcuni ex leader politici come Barack Obama e Tony Blair.

Nel merito, l’ex premier è entrato nel gruppo del think thank Algebris Policy & Research Forum dell’amico Davide Serra: compito di Renzi dovrebbe essere proprio quello di tenere delle conferenze.

Secondo Il Giornale, Renzi per gestire le conferenze si sarebbe affidato all’agenzia britannica Celebrity Speakers Associates: per avere come relatore l’ex premier, il costo sarebbe di 20.000 euro.

Di recente Il Fatto Quotidiano fingendosi interessato ad avere l’ex premier come relatore ha chiesto il tariffario a due agenzie che propongono il senatore come speaker: la Pro Motivate ha chiesto una cifra pari a 40.000 euro più il viaggio in business, mentre la Chartwell Speakers ha avuto pretese più basse e pari a 25.000 euro.

Per gestire al meglio queste sue attività, La Repubblica scrive che il leader di Italia Viva ha aperto una società, la Digisart, che dovrebbe servire a fatturare i compensi delle conferenze.

Dopo la chiusura della fondazione Open, ora al centro dell’inchiesta fiorentina e che si occupava tra le altre cose dell’organizzazione della Leopolda, il senatore aveva parlato dell’apertura della Matteo Renzi Foundation che però ancora non sarebbe operativa.

Il 14 febbraio 2019 invece è stato poi presentato anche il suo ultimo libro Un’altra strada - Idee per l’Italia di domani, che sarà la nona fatica letteraria andando a seguire Avanti.Perché l’Italia non si ferma del 2017 ed edito da Feltrinelli.

Infine c’è il tanto chiacchierato programma TV sulle bellezze di Firenze dove Matteo Renzi è la voce narrante: per il documentario prodotto da Lucio Presta il Sole 24 Ore ha parlato di un compenso che dovrebbe essere dell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro.

In totale si è trattato di un di documentario sul capoluogo toscano diviso in quattro episodi, andato in onda sul canale Nove (proprietà Discovery) durante il mese di dicembre.

L’esperienza televisiva deve essere comunque piaciuta a Renzi, che in uno dei suoi libri ha annunciato l’intenzione di realizzare altri due programmi TV: il primo sul mondo del volontariato, il secondo sulle eccellenze italiane.

L’esperienza televisiva adesso è finita però nel mirino della Procura di Roma. Renzi per la sua partecipazione avrebbe ricevuto da Presta 700.000 euro: circa 400.000 euro per il documentario, 100.000 euro per ognuno dei due format rimasti però tali solo sulla carta e 100.000 euro per la cessione dei diritti d’immagine del senatore come artista. Sono queste ultime fatturazioni, per un totale di 300.00 euro, a essere sospette in quanto ritenute possibili “operazioni inesistenti”.

Una volta incassati i compensi da Presta, Renzi avrebbe poi saldato parte del prestito ricevuto da un amico per acquistare la sua villa a Firenze. Per la Procura, c’è l’ipotesi di reato in quanto per legge “i divieti sui contributi occulti ai partiti sono estesi ai finanziamenti e ai contributi in qualsiasi forma o modo erogati, anche indirettamente, ai membri del Parlamento”.

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