Quanto costa un bunker in Italia

Simone Micocci

23 Giugno 2025 - 18:17

Ogni volta che lo scenario internazionale si fa più allarmante aumentano le richieste di costruzione di un bunker in Italia. Ma quanto costa?

Quanto costa un bunker in Italia

Gli italiani tornano a guardare con interesse alla realizzazione di un bunker anti atomico.

Nel dettaglio, le crescenti tensioni geopolitiche, aggravate dal prolungarsi della guerra tra Russia e Ucraina e dalla recente escalation militare tra Iran e Stati Uniti, stanno contribuendo ad alimentare il clima di preoccupazione che da qualche anno caratterizza tutto l’Occidente. L’ipotesi, seppur remota, di un conflitto nucleare o di attacchi su larga scala ha portato sempre più persone a valutare soluzioni estreme per la propria sicurezza, come appunto la realizzazione di rifugi sotterranei personali.

Anche in Italia, la domanda è in crescita: ma quanto costa un bunker? E quali permessi servono per costruirlo?

Il fenomeno non riguarda più soltanto i Paesi da sempre abituati a una cultura della protezione civile avanzata, come la Svizzera: anche cittadini italiani cominciano a informarsi su come costruire un bunker, su quali materiali siano necessari, quanto tempo si possa sopravvivere al suo interno e, soprattutto, quali siano i costi da mettere in conto per un rifugio di emergenza.

In questo articolo vi daremo le risposte che cercate, soffermandoci sui costi e l’iter burocratico per la realizzazione di un rifugio capace di proteggere da esplosioni, radiazioni e contaminazioni esterne.

Come viene costruito un bunker

Come prima cosa è bene sottolineare che per costruire un bunker è necessario un permesso rilasciato dal Comune. D’altronde, come chiarito dalla Cassazione con la sentenza 19444/2014, il permesso a costruire è necessario anche quando i manufatti non si elevano al di sopra del suolo; non è sufficiente la Dia, dunque, nel caso in cui si vada a costruire un vano interrato che implica una trasformazione durevole dell’area interessata.

Serve, quindi, una programmazione e una progettazione adeguata, vista l’importanza del progetto.

Una volta che è tutto in regola, si potrà procedere alla costruzione del bunker. Il rifugio viene posto tra un minimo di un metro e mezzo di profondità e un massimo di tre metri. Non di più, anche perché altrimenti sarebbe complicato venire fuori dal rifugio nel caso in cui dovesse esserci un crollo che va a ostacolare la via d’uscita.

Questa profondità consente un buon equilibrio tra protezione dalle radiazioni e facilità di accesso. È importante che lo scavo sia effettuato da ditte specializzate, in grado di garantire impermeabilizzazione e drenaggio delle acque sotterranee, che rappresentano un rischio in caso di allagamenti o infiltrazioni.

Le mura, costruite in cemento armato, solitamente sono spesse tra i 30 e gli 80 centimetri, con una struttura in grado di resistere alla spinta laterale in caso di esplosione. Le porte, solitamente due, devono essere blindate in cemento e acciaio e spesse almeno 20 centimetri, con apertura verso l’esterno.

È essenziale poi che il bunker sia dotato d’impianto di areazione. Per quanto riguarda l’acqua corrente sarebbe essenziale un sistema di filtraggio che sia in grado di depurarla in caso di contaminazione, il quale, tuttavia, richiederebbe un esborso esagerato. Per questo motivo, sono rari i bunker che ne dispongono.

Inoltre, nei bunker più avanzati vengono installati sensori per la rilevazione di gas tossici e sistemi di sovrappressione per evitare infiltrazioni d’aria contaminata. Alcuni modelli prevedono anche pareti modulari, così da poter riconvertire lo spazio in base alle esigenze.

Fondamentali, ovviamente, i servizi igienici.

Quanto si può sopravvivere in un bunker?

La sopravvivenza, ovviamente, dipende dalle scorte di cibo e acqua a disposizione. Più il bunker è grande, dunque, e più spazio si avrà per mettere da parte cibi a lunga conservazione e bevande.

Le scorte più comuni includono alimenti liofilizzati, conserve, integratori e bottiglie d’acqua sigillate. In alcuni casi si installano cisterne sotterranee per la raccolta e il filtraggio dell’acqua piovana, una soluzione che aumenta l’autonomia in caso di isolamento prolungato.

Secondo i tecnici della Minus Energie il periodo in cui si può sopravvivere all’interno di un rifugio va da un mese e mezzo ai tre mesi.

Alcuni progettisti consigliano anche l’inserimento di libri, giochi o strumenti tecnologici per mantenere una routine quotidiana e ridurre lo stress psicologico durante la permanenza in spazi ristretti.

Quanto costa costruire un bunker?

Ma tutti possono permettersi un bunker? Proprio tutti no, ma il costo richiesto per la sua costruzione non è così elevato come si potrebbe credere.

Il costo finale dipende da vari fattori: profondità, qualità dei materiali, presenza di sistemi tecnologici avanzati (come filtraggio dell’aria, impianti elettrici autonomi, videosorveglianza) e dalla zona geografica in cui si effettua la costruzione. In alcune regioni d’Italia, i costi possono aumentare anche del 20% per difficoltà di scavo o vincoli edilizi.

Intanto bisogna capire se si dispone dello spazio necessario dove costruirlo: diversamente sarà necessario acquistare un terreno, e ciò ovviamente contribuisce ad aumentare la spesa.

Solamente per la costruzione di un bunker, invece, bisogna considerare una spesa che va dai 2 ai 3 mila euro al metro quadrato. Considerando che un bunker in media oscilla tra i 30 e i 40 metri quadrati di grandezza, ne risulta che il costo medio va dai 60 ai 90 mila euro. Ma un bunker può essere anche più grande, arrivando anche a 100 metri quadrati, con un costo di costruzione tra i 200 e i 300 mila euro, più di un’abitazione.

Non vanno trascurati poi i costi di manutenzione: anche un bunker inutilizzato richiede controlli periodici, ventilazione forzata, eventuali ricambi per i filtri dell’aria e verifica dell’umidità interna, che altrimenti potrebbe danneggiare materiali e scorte.
Riguardo all’arredamento serve poco, in quanto l’ambiente deve essere il più minimalista possibile. È sufficiente qualche brandina, una radio per essere collegati con il mondo esterno e degli elettrodomestici per cucinare.

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