A che età si può fare un tatuaggio? Le normative per i minorenni

Ilena D’Errico

25/05/2025

Le normative per i minorenni che vogliono tatuarsi. A che età si può fare un tatuaggio, l’autorizzazione necessaria e cosa cambia per i genitori separati.

A che età si può fare un tatuaggio? Le normative per i minorenni

Al giorno d’oggi i tatuaggi sono molto comuni, anche tra i giovanissimi. Secondo l’ultima indagine dell’Istituto superiore di sanità (risalente al 2015) i minorenni rappresentano l’8% dei tatuati, su un totale di persone tatuate del 12,8% rispetto all’intera popolazione. A distanza di 10 anni questi dati sono molto probabilmente cresciuti ed è del tutto ragionevole che la percentuale di minorenni con tatuaggi nel 2025 sia decisamente superiore. Così come sono aumentati i minorenni che vogliono un tatuaggio e non vogliono aspettare di compiere 18 anni.

Non è sempre impossibile, tutto dipende dall’età in questione. Si può ben capire che c’è una differenza sostanziale tra un bambino di 10 anni e un adolescente di 17, tanto per esempio. Il ruolo dei genitori e il rispetto delle regole dei professionisti sono fondamentali per tutelare opportunamente i minori in questa scelta. Vediamo quali sono le normative di riferimento e a che età si può fare un tatuaggio in Italia.

A che età si può fare un tatuaggio

Più che chiedersi a che età si può fare un tatuaggio, sarebbe opportuno domandarsi a quanti anni si possa prendere questa scelta in modo consapevole e autonomo. Ovviamente, la necessità della legge è quella di porre dei parametri fissi, che non possono tenere conto delle caratteristiche particolari di ognuno.

Come è risaputo, la legge italiana fissa al compimento dei 18 anni l’indipendenza completa e la libertà di scelta. Tecnicamente, l’articolo 2 del Codice civile stabilisce che con la maggiore età si acquista la capacità di compiere tutti gli atti per cui non sia prevista un’età diversa. Sempre dai 18 anni in su, quindi, è possibile e legittimo concludere un contratto.

Da queste norme, deriva la semplice conclusione che solo al compimento dei 18 anni è possibile fare un tatuaggio, compiendo la scelta da soli e contrattando con il tatuatore in autonomia. Il contratto stipulato da un minorenne, infatti, è invalido. Le conseguenze sono a carico del professionista che ha eseguito il tatuaggio, mentre non ci sono veri e propri rischi per il minore che si tatua se non per l’appunto l’impossibilità di farlo per il rifiuto – rispettoso della legge - dei tatuatori.

Non c’è nessuna legge, tuttavia, che vieti espressamente ai minori di tatuarsi. Se è vero che i minorenni non hanno capacità contrattuale, infatti, è anche vero che suddetta capacità è esercitata nei loro interessi dai genitori. Sono questi ultimi a prendere le decisioni per conto dei figli minorenni e lo stesso principio è applicabile ai tatuaggi.

Quando serve il consenso dei genitori per tatuarsi

Dato che la legge non vieta ai minori di tatuarsi e che però loro non possono legalmente prendere questa decisione, serve il consenso dei genitori. In particolare, è indispensabile che siano entrambi d’accordo al tatuaggio (a meno che a uno dei due sia stata revocata la patria potestà), proprio come avviene per tutte le decisioni più importanti nella vita del minore. Sono però le leggi regionali a prevedere la forma del consenso, se necessariamente scritto o meno, così come le precauzioni adottate dal professionista.

Il tatuaggio, infatti, oltre a essere permanente, può avere rischi dal punto di vista della salute (se non vengono rispettati i requisiti) ed è quindi fondamentale che entrambi i genitori acconsentano. Anche se i genitori sono sposati, ad esempio, è richiesta l’autorizzazione di entrambi.

Questo però non significa che avendo il consenso dei genitori sia possibile fare un tatuaggio a qualsiasi età, sarebbe assurdo pensare a un bambino che si tatua, ad esempio. Seppur non esista una legge statale a riguardo, le leggi regionali impongono sempre limiti non inferiori ai 14 anni.

I minorenni possono fare un tatuaggio?

Il limite è ovviamente posto in tutela del minore, considerando anche che al di sotto dei 14 anni potrebbe non avere le adeguate capacità di discernimento necessarie a prendere una scelta del genere. Questo significa che prima di compiere 14 anni non è possibile tatuarsi nemmeno con l’autorizzazione dei genitori, e anzi questi ultimi potrebbero essere punibili per questo. Non potendosi trattare di un atto essenziale per il minore si richiede almeno che sia quest’ultimo a volerlo.

Non bisogna però dimenticare che i singoli regolamenti delle Regioni possono apporre dei limiti ancora più stringenti, che sono del tutto legittimi e vincolanti. In Sicilia, per esempio, i tatuaggi sono sempre vietati ai minorenni, in Lombardia è invece possibile fare un tatuaggio dai 16 anni, comunque con il consenso dei genitori fino ai 18. Nella maggior parte d’Italia, comunque, si ribadisce il limite dei 14 anni, mai inferiore.

L’individuazione di questo limite minimo è comunque derivata da altre norme, dato che il nostro ordinamento annovera il compimento dei 14 anni come una tappa rilevante nella crescita del minore. Ad esempio, a 14 anni si acquista la responsabilità penale e sempre a 14 anni è possibile acconsentire ad avere rapporti sessuali.

Cosa cambia per i genitori separati

Tatuaggi, piercing e orecchini sono spesso motivo di dibattito tra i genitori separati, ma la legge sul punto è molto chiara: serve sempre il consenso di entrambi. Lo stesso vale se i genitori sono sposati o comunque formino una coppia, dal momento in cui conta l’esercizio della responsabilità genitoriale. Il tatuaggio è una decisione di maggiore interesse e come tale deve essere valutata da entrambi i genitori. Il genitore può decidere in autonomia, senza il consenso dell’altro, quando l’altro è stato dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale o è deceduto.

Anche il genitore con affidamento esclusivo rafforzato può decidere in autonomia (cioè se il giudice ha escluso l’altro anche dalle decisioni di maggiore interesse), ma l’altro genitore conserva il diritto/dovere di vigilare sul benessere della prole. Il mancato rispetto delle regole comporta gravi conseguenze per il tatuatore, nonché per il genitore che ha permesso il tatuaggio senza rispettare la legge.

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