Quanto costa il trasporto in ambulanza e quando si paga

Ilena D’Errico

18 Luglio 2025 - 00:10

L’ambulanza è gratuita soltanto se ricorrono alcune condizioni. In caso contrario, il paziente deve pagare per il trasporto. Vediamo in quali casi e si paga e quanto.

Quanto costa il trasporto in ambulanza e quando si paga

Molti cittadini rimangono sorpresi quando lo scoprono, ma il trasporto in ambulanza non è sempre gratuito. Può sembrare strano perché l’assistenza sanitaria pubblica è gratuita per i cittadini, ai quali viene al massimo richiesto un ticket di partecipazione alla spesa con limiti massimi ben definiti. Così come accade di dover pagare la visita in Pronto soccorso, però, può capitare di dover pagare l’ambulanza. Ciò accade quando l’intervento non era così urgente e indispensabile come si poteva pensare e il paziente avrebbe potuto raggiungere il luogo di cura dal domicilio (o viceversa) anche con mezzi propri. In sintesi, si paga l’autoambulanza quando non è così grave o urgente da integrare un servizio di assistenza essenziale. Sul punto, molto dipende dalle normative locali, ma ci sono alcuni punti di contatto tra le diverse Regioni italiane. Ecco quali sono le regole generali.

Quando si paga il trasporto in ambulanza

Come anticipato, si paga il trasporto in ambulanza quando non strettamente necessario, ovvero quando il cittadino avrebbe potuto raggiungere diversamente l’ospedale senza compromettere la sua salute. Ciò vale quando c’è un’emergenza, ma anche quando l’ospedale richiede il trasferimento di un paziente o comunque il trasporto è necessario per ricevere le cure e non richiesto dal degente.

Per emergenza non si intendono soltanto i casi più estremi come gravi incidenti e pazienti in fin di vita, ma appunto tutte le situazioni in cui il cittadino necessita subito dell’assistenza medica e non può fare diversamente. Ogni Regione può comunque definire l’obbligo di compartecipazione dei cittadini alle spese di trasporto in autoambulanza in modo piuttosto discrezionale.

Alcuni casi in cui si paga l’ambulanza, comuni a molti Enti locali, sono i seguenti:

  • l’intervento non è disposto dalla centrale operativa del 118;
  • il cittadino non viene ricoverato;
  • in ospedale non vengono riscontrati i motivi di urgenza addotti;
  • il paziente è in condizioni cliniche per essere trasportato diversamente;
  • il cittadino ha rifiutato il trasporto dall’ambulanza ma ne ha poi fatto richiesta (nello stesso episodio);
  • l’ambulanza è stata chiamata perché il paziente, senza patologie rilevanti, ha assunto alcol e non necessita trattamenti sanitari;
  • l’intervento dell’ambulanza è chiesto nonostante il parere medico diverso, a meno che siano cambiate le condizioni;
  • la richiesta proviene dai sistemi automatici di allarme e il cittadino non l’ha prontamente annullata.

Hanno diritto al trasporto gratuito, cioè a carico del SSN, anche i pazienti allettati o comunque non deambulanti che si trovano in particolari situazioni di necessità (ad esempio, erano ricoverati fino a 30 giorni prima, sono indigenti, sono degenti in RSA e il personale non può eseguire la prestazione in loco e così via).

Si ricorda però che ogni Regione prevede una regolamentazione specifica al riguardo, che può comprendere anche particolari esenzioni. Indubbiamente, il costo è sempre a carico del SSN in casi urgenti ed emergenze.

Quanto costa il trasporto in ambulanza

Anche il costo del trasporto in autoambulanza dipende dalle tariffe applicate dalle Regioni alle prestazioni non urgenti, nonché dai prezzi adottati dalle associazioni o società che si occupano del trasporto. Di norma, c’è una quota fissa tra 20 e 30 euro a cui si aggiunge un costo al chilometro. Indicativamente, si paga circa tra 0,80 e 0,95 euro al chilometro, ma la cifra sale per le società con personale dipendente, arrivando fino a 150 euro per trasporti entro 50 km.

A questo costo si aggiunge anche la tariffa prevista per l’eventuale presenza del medico in autoambulanza, che fa lievitare la cifra notevolmente, circa fino a 250 euro per le brevi distanze. Ovviamente, il costo dipende dal personale occupato e (anche solo potenzialmente) sottratto a situazioni di effettiva emergenza e necessità. Il costo scende notevolmente per i taxi-sanitari, dato che si tratta di mezzi molto meno forniti e in cui il paziente viaggia seduto. Si aggiungono inoltre eventuali costi di trasporto, come il pedaggio autostradale (salvo esenzioni).

Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, i cittadini con disabilità ai sensi della legge n. 104/1992 non hanno automaticamente diritto al trasporto gratuito in ambulanza, per quanto sia più probabile che ne abbiano necessità e ammettendo la possibilità degli enti locali di prevedere benefici specifici. Per i cittadini disabili, però, le spese per l’ambulanza rientrano tra quelle sanitarie detraibili dal 730 nella parte in cui eccedono la franchigia. Altrimenti, in assenza di disabilità, sono detraibili per il cittadino soltanto eventuali spese relative all’assistenza medica ricevuta durante il trasporto.

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