L’IPO di Snapchat potrebbe aprire le porte alla quotazione in Borsa di diverse altre società. Scopriamo quali potrebbero essere.
Le prossime IPO dopo Snapchat - L’offerta pubblica iniziale di Snapchat ha avuto un successo enorme. Sono passati solo 3 giorni dal debutto in Borsa e l’IPO della società ha entusiasmato così tanto da aprire le porte ad altre ipotetiche offerte pubbliche. Secondo diversi analisti, insomma, il debutto di Snapchat potrebbe essere la cosa migliore per il mercato dell’IPO.
Le azioni Snapchat hanno guadagnato più del 40% rispetto al prezzo iniziale dell’IPO nel loro debutto in Borsa. Giovedì e venerdì il titolo è praticamente decollato a Wall Street, mentre nella sessione di lunedì ha perso un ampio 14%. Ove l’IPO della società riuscisse a convincere gli investitori a comprare il titolo, nonostante la crescita degli utenti continui ad essere frenata e nonostante le perdite spesso registrate, allora anche altre compagnie potrebbero decidere di quotarsi in Borsa.
Tra queste, le più probabili potrebbero essere: Uber, Airbnb, Xiaomi e Palantir, i cosiddetti unicorni, ossia società nate dal nulla che sono invece riuscite a guadagnarsi valutazioni da capogiro. Queste aziende, assieme a Snapchat, Didi (rivale di Uber), Pinterest, Flipkart e la SpaceX di Elon Musk, formano il cosiddetto gruppo dei “decacorni”. In altre parole, dalla riuscita dell’IPO di Snapchat potrebbe dipendere l’ingresso in Borsa di altre imponenti società.
Prossime IPO dopo Snapchat: l’entusiasmo del mercato
Molti analisti si sono detti sin da subito convinti della buona riuscita dell’offerta pubblica di Snapchat e del suo debutto in Borsa. Dell’argomento ha parlato anche Trevor Williams, manager della Penn Mutual Asset Management, che ha già investito nella società.
“Non mi stupisce che Snap abbia fatto così bene. C’è bisogno di cose come questa (sul mercato)”,
ha affermato Williams. Nonostante l’IPO di Snapchat sia avvenuta in modo così dirompente, molte altre compagnie, tra cui i già citati unicorni, potrebbero anche decidere di andarci più caute, perché Wall Street difficilmente perdona chi fa grandi promesse e poi non le mantiene.
Le prossime IPO da monitorare: alternative alla quotazione in Borsa
Le IPO di Facebook e di Google hanno potuto vantare dei risultati stupefacenti in quanto dopo la quotazione le compagnie hanno continuato a migliorare e a crescere senza freni. Stessa fortuna non è capitata a numerose altre società quotate in Borsa, tra cui ad esempio Twitter, GoPro e Groupon.
“Più un’IPO appare attraente e affascinante, più la quotazione di quella compagnia sarà sopravvalutata e soffrirà di pericolosi ribassi e revisioni nei primi 8 trimestri successivi all’entrata in Borsa”,
ha scritto Laura Martin, analista della Needham & Co in un report pubblicato lunedì e relativo all’IPO di Snapchat. La Martin ha praticamente definito le azioni Snap come un biglietto della lotteria.
Per alcune società private, vendersi ad una rivale più grande potrebbe rappresentare un’opzione migliore rispetto a quella di quotarsi in Borsa. Un caso concreto è quello di AppDynamics, che ha cancellato l’IPO prevista alla fine del 2016 e si è venduta a Cisco per 3,7 miliardi di dollari. Questo discorso di vendita vale però soprattutto per quelle aziende di dimensioni più ridotte, mentre diventa più problematico per le grandi compagnie come Uber e Airbnb ad esempio.
IPO Snapchat: le previsioni future
Non è ancora chiaro se e quanto continuerà il rally che ha seguito l’IPO di Snapchat, soprattutto nel momento in cui la società renderà noti i risultati economici dei primi due trimestri di quotazione. Potrebbe anche verificarsi una pioggia di vendite sul titolo che attualmente sta perdendo più del 7%. Secondo la maggior parte degli analisti bisognerà attendersi molta volatilità dalla quotazione.
Per questo motivo l’IPO di Snapchat potrebbe andare ad influenzare il futuro dei cosiddetti unicorni di Wall Street. Ove il titolo continuasse a portare a casa ottimi risultati, le società prima citate potrebbero essere spinte ad entrare in campo, ma ove ciò non accadesse, gli unicorni potrebbero anche decidere di tenersi il più lontano possibile dalle IPO e dalla quotazione in Borsa.
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