Professioni sanitarie: ufficializzati osteopati e chiropratici

Irene Mancuso

20 Settembre 2017 - 14:30

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Crescono le professioni sanitarie in vista della certificazione per osteopati e chiropratici, finora esclusi dal Ddl sulla Salute.

Professioni sanitarie: ufficializzati osteopati e chiropratici

Dopo anni di lotte, osteopati e chiropratici sono riusciti a rientrare tra le professioni sanitarie. E’ stato approvato ieri l’articolo 4 dell Ddl Lorenzin, con cui si ufficializza il processo di riconoscimento delle seguenti professioni.

Da anni in fatti, le due professioni non erano autorizzate dal Ministero della Salute, diversamente dai fisioterapisti ed infermieri.
Ad oggi invece, dopo il voto all’unanime per gli emendamenti dell’art. 4, si attende solo l’approvazione definitiva del Ddl sulle professioni sanitarie, che passerà poi al Senato.

In testa alla lotta, diversi deputati, con a capo il presidente dell’ Affari Sociali, Mario Marazziti. Quale sarà l’iter predisposto affinché osteopati e chiropratici ottengano l’autorizzazione per entrare definitivamente nelle professioni sanitarie?

Osteopati e chiropratici nelle professioni sanitarie: qual è l’iter?

Il percorso per l’istituzione delle nuove professioni sanitarie è carteggiato da Marazziti, relatore della proposta nonché dell’emendamento formulato nell’art. 3 del Ddl.
Sarà necessario il parere del Consiglio superiore di sanità e della Conferenza Stato-Regioni, e la definizione del programma concordato con il Miur.

“L’iniziativa può partire dal basso, anche dal ministero della Salute, c’è una risposta alle associazioni che ne fanno istanza entro sei mesi, con il Miur si fissano i percorsi di studio e le equipollenze e con le Regioni i fabbisogni. Infine la norma permette il recepimento di novità europee. Insomma un testo che dovrebbe consentire non solo di razionalizzare il passato ma anche di offrire una cornice flessibile per le professioni del futuro.”

Come riconoscere le nuove professioni sanitarie

L’individuazione di queste nuove professioni, che sarà riconosciuta su tutto il territorio nazionale, può avvenire sia in sede di “recepimento di direttive comunitarie” o per iniziativa dello Stato o delle Regioni, qualora non si abbia riscontro in professioni già riconosciute in vista di bisogni sanitari.

L’individuazione di osteopati e chiropratici spetta anche alle associazioni più rappresentative.
Secondo la proposta, dovranno esser loro a inviare una richiesta entro il 30 aprile di ogni anno al Consiglio superiore di sanità, che si dovrà pronunciare entro sei mesi.

Non solo fisioterapisti e infermieri a capo delle professioni sanitarie

L’emendamento dell’art. 4 chiarisce una volta per tutte come non sia produttivo il timore che una nuova professione possa danneggiare una già esistente.
Questo cambiamento porta una ventata di fresco tra gli scaffali pieni di polvere delle leggi che regolano il Paese, tra cui quelle sulla Sanità. Come detto da Marazziti bisogna

“stabilire un percorso oggettivo indipendente dalla politica e dalle lobby. E non può essere una vecchia professione consolidata ad avere l’ultima parola. Sarà il Consiglio superiore di sanità che darà un parere tecnico. Indipendentemente dal potere politico, dal solo mercato o dalla moda, che poi si ribalta sulla politica.”

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