Primarie USA: Bloomberg favorito dal caos Dem?

Violetta Silvestri

6 Febbraio 2020 - 09:36

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Primarie USA: Mike Bloomberg sarà il candidato favorito tra i Democratici? Dopo il caos dell’Iowa, per i Dem domina l’incertezza. L’ex sindaco di New York cercherà di conquistare più delegati possibili cominciando dai grandi Stati del Super Tuesday del 3 marzo. Una strategia vincente per il candidato?

Primarie USA: Bloomberg favorito dal caos Dem?

Le Primarie Dem USA non sono iniziate nel migliore dei modi per i potenziali avversari di Donald Trump. Mentre il Presidente esulta per l’l’assoluzione dall’impeachment, i Democratici affrontano la brutta figura del caos sui risultati in Iowa.

L’esito finale della prima consultazione non è ancora disponibile. Dal testa a testa tra Pete Buttigieg e Bernie Sanders non esce ancora il candidato ufficialmente vincitore, mentre l’unica certezza sembra essere il momento di sbandamento dei Dem.

Non proprio per tutti, però. Resta defilato, solo in apparenza, Mike Blomberg. L’ex sindaco di New York, ultimo arrivato tra i candidati Dem, ha deciso di debuttare nelle Primarie il 3 marzo, puntando sugli Stati forti, in primis la California. Per ora, quindi, è rimasto fuori dalle polemiche del voto in Iowa. Concentrandosi, piuttosto, sulla sua personale campagna elettorale negli Stati che contano davvero.

La mossa potrebbe davvero essere vincente per il miliardario che punta alla Casa Bianca. Nelle Primarie Dem USA e, soprattutto, nel pieno rebus del debutto in Iowa, Bloomberg è il candidato favorito?

Primarie USA: perché Bloomberg potrebbe essere favorito tra i Dem

La sfida vera inizierà nel Super Tuesday per Mike Bloomberg. Il 3 marzo, le primarie saranno di scena in Stati chiave per la nomina dei delegati: California, Texas, Colorado, Alabama.

La decisione di non partecipare alle consultazioni in Iowa, New Hampshire, Nevada e South Carolina appare molto tattica. Bloomberg sta cogliendo il momento per ottenere vantaggio, raddoppiando innanzitutto le sue spese televisive in Stati cruciali ed espandendo il suo personale a oltre 2.000 addetti.

La vastità e l’efficienza della campagna di Bloomberg è il vero punto di forza dell’ex sindaco di New York, per la quale ha già pagato oltre 200 milioni di dollari della sua fortuna.

Questo potrebbe essere il vero segnale della svolta per la sua candidatura: prendere tempo e tralasciare i territori dove i delegati assegnati sono davvero esigui e concentrarsi sugli Stati più strategici. Il tutto, nel pieno della preoccupante performance dei leader di partito in Iowa e della figura non esaltante per l’ex vicepresidente Joe Biden.

D’altronde, Bloomberg ha iniziato la sua campagna troppo tardi e ha deciso di concentrarsi sugli Stati del Super Tuesday ricchi di delegati, che voteranno all’inizio di marzo, sperando di spingere Biden da parte come alternativa moderata a Bernie Sanders e a Elizabeth Warren. Con un occhio attento e interessato a Buttigieg, che potrebbe sorprendere dopo i risultati in Iowa, anche se ci sono dubbi sulla sua capacità di attrarre fondi che possa equiparare quella di Bloomberg.

Il miliardario Dem può contare su spot televisivi già in onda in 27 Stati, tra cui California, Michigan, Florida e Texas. Ed è ora al quarto posto nella media dei sondaggi del Washington Post, con il sostegno dell’8% degli elettori democratici a livello nazionale.

Se, dunque, si pensa che nelle Primarie Dem USA in pieno fermento, Bloomberg se ne stia in sordina si sbaglia. La vera sorpresa, infatti, potrebbe essere lui in queste elezioni presidenziali 2020.

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