Prezzo gas schizza del 4%, il motivo è in Medio Oriente. Perché ora la guerra spaventa

Violetta Silvestri

20/11/2023

20/11/2023 - 14:50

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Il prezzo del gas nel benchmark di riferimento europeo è salito di oltre il 4% oggi, con la notizia del sequestro di una nave nel Mar Rosso. Il contesto della guerra Israele-Hamas ora fa paura.

Prezzo gas schizza del 4%, il motivo è in Medio Oriente. Perché ora la guerra spaventa

Il prezzo del gas nel benchmark di riferimento europeo avanza oggi, lunedì 20 novembre.

I futures olandesi con scadenza mensile sono aumentati del 4,3% a 47,00 euro per megawattora nella prima parte della mattinata e al momento in cui si scrive scambiano a 46,125 euro per megawattora, con un rialzo di oltre il 2%.

Il motivo del balzo inatteso è il contesto della guerra Israele-Hamas, con nuovi sviluppi che hanno fatto temere un’escalation regionale. Da quando è scoppiato il conflitto il 7 ottobre scorso, gli analisti hanno sottolineato che il rischio di vedere prezzi di gas e petrolio impennarsi sarebbe stato alto in caso di espansione delle ostilità in quella che è la calda regione mediorientale.

I prezzi europei del gas naturale sono aumentati dopo che una nave sequestrata nel Mar Rosso dai ribelli Houthi appoggiati dall’Iran ha rinnovato le preoccupazioni che la guerra in corso possa avere conseguenze sulle vie commerciali marittime nel Medio Oriente, cruciali per il trasporto di carburante.

Il prezzo del gas sale in Europa: c’è tensione sul Mar Rosso

Secondo i dati compilati da Bloomberg, la nave sequestrata, nota come Galaxy Leader, è di proprietà di un’unità del Ray Shipping Group dell’uomo d’affari israeliano Rami Ungar. All’inizio del 2021, un’altra delle sue imbarcazioni era stata colpita da un’esplosione vicino allo Stretto di Hormuz.

La notizia è stata un allarme per le forniture energetiche, soprattutto in Europa.

Più volte è stato segnalato dagli esperti che un conflitto allargato oltre la Palestina e in Medio Oriente potrebbe causare l’interruzione dei flussi di carburante nella regione, che ospita una delle rotte marittime più trafficate del mondo. Le petroliere del Qatar, uno dei principali esportatori di gas naturale liquefatto, attraversano regolarmente il Mar Rosso per dirigersi verso l’Europa.

L’Iran ha negato il coinvolgimento nell’incidente avvenuto domenica, ma un portavoce del gruppo Houthi ha detto che continuerà a prendere di mira le navi israeliane fino alla fine dell’operazione militare contro Hamas. L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato il sequestro.

C’è massima allerta, anche se l’Europa si appresta a iniziare l’inverno con siti di stoccaggio pieni e ampie importazioni di Gnl. L’equilibrio nell’approvvigionamento, però, è fragile e il vecchio continente resta molto vulnerabile a possibili sconvolgimenti geopolitici in grado di far oscillare il prezzo del gas. Il continente ha già vissuto una crisi energetica lo scorso anno, quando la Russia ha frenato i flussi di gas attraverso i gasdotti.

“Al momento tutto ciò che potrebbe essere un problema sembra causare un aumento dei prezzi. Potenzialmente il conflitto potrebbe ampliarsi e ciò potrebbe interrompere i flussi dal Qatar verso l’Europa, ma al momento non vi è alcun segno che qualcosa del genere accada”, ha affermato Jonathan Stern, un ricercatore presso l’Oxford Institute for Energy Studies.

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