Spuntano varie riforme per regolamentare i canoni di locazione e il mercato abitativo in generale, guardando anche alla trasparenza sui prezzi.
Chi cerca casa lo sa, tanti annunci non indicano nemmeno il prezzo, perciò confrontare le offerte e districarsi nel mercato immobiliare non è affatto semplice. Certo, i contratti devono essere registrati, ma ciò non garantisce affatto una panoramica chiara sull’andamento dei prezzi. Obbligare i locatori a dichiarare i prezzi della locazione, tuttavia, potrebbe risolvere alcuni problemi del mercato immobiliare residenziale. Questa è una delle soluzioni vagliate dall’Irlanda, un esempio di cui anche il Belpaese farebbe bene a tenere conto.
Di fatto, la situazione abitativa è piuttosto critica in Italia, la morosità è in aumento come pure lo sono i canoni di locazione. Diminuiscono invece le offerte, con milioni di immobili inutilizzati, e il potere d’acquisto dei cittadini. Un problema che va ben oltre i confini nazionali, estendendosi in tutta l’Europa, tanto che la Commissione Ue sta lavorando a un piano abitativo comune. Nel frattempo, qualche governo prende autonomamente in mano la situazione, come quello irlandese. Dublino sta preparando una riforma massiccia sugli affitti, che parte proprio dall’obbligo di dichiarare il prezzo dell’affitto negli annunci e su registri pubblici. Cerchiamo di capire meglio come funziona la proposta irlandese e com’è invece la situazione in Italia.
La dichiarazione del prezzo nella riforma degli affitti irlandese
Il Residential tenancies board si sta occupando del problema abitativo irlandese (e del caro affitti che affligge anche l’Isola di Smeraldo) attraverso un’ampia riforma. Si comincia dall’istituzione di un registro pubblico delle locazioni, obbligando i locatori a dichiarare i prezzi applicati e tutti gli eventuali aumenti. Il governo sta ancora lavorando al progetto, cercando al contempo di garantire la tutela della privacy e della riservatezza dei cittadini, ma è certo di questa necessità di trasparenza.
Gli inquilini, soprattutto nella fase di ricerca ma non solo, dovranno avere la possibilità di confrontare il canone richiesto con la media (tenendo conto della classificazione energetica, della grandezza e della zona fra le altre cose) e valutare gli aumenti. Sul punto, bisogna considerare che il registro pubblico in Irlanda permetterebbe anche di controllare in maniera più efficace il rispetto della legge riguardo agli aumenti e ai livelli del canone.
Elemento su cui interviene la riforma, legando gli incrementi all’inflazione, ma tenendo conto delle zone e del bisogno di incentivare le nuove costruzioni. Le nuove regole, che non mancano di regolamentare in modo più equo gli sfratti, dovrebbero entrare in vigore già a marzo 2026 secondo il governo, ma non ci sono certezze in merito. L’anno successivo, invece, è attesa una riforma fiscale che toccherà anche l’imposizione sugli immobili abbandonati. Così, l’Irlanda punta a un mercato più equo e trasparente, ma bisogna ancora vedere cosa cambierà fino all’approvazione definitiva.
Dichiarazione dei prezzi dell’affitto in Italia
In Italia c’è l’obbligo di registrare i contratti d’affitto e anche di dichiararne la percezione fra i redditi, ma non esiste un registro analogo a quello proposto dall’Irlanda. Oggi non c’è modo di conoscere con certezza i canoni applicati nei vari immobili abitativi sul territorio e, a dirla tutta, la soluzione è troppo avanzata per poter garantire un effettivo miglioramento. Pur tenendo conto del miglioramento quanto a trasparenza e competitività, i consumatori italiani non possono trarre grandi benefici da un registro pubblico senza linee guida sui canoni e, ancor prima, possibilità concrete di scelta a entrambe le parti del contratto. Difatti, nel piano abitativo europeo troviamo proposte per:
- finanziare l’edilizia sociale e popolare;
- istituire fondi per la modernizzazione e la riqualificazione energetica;
- regolamentare in modo omogeneo gli affitti brevi, garantendo la trasparenza, con particolare attenzione alle aree a forte pressione abitativa;
- supportare direttamente i cittadini più fragili con sussidi, mutui agevolati e garanzie statali;
- contenere l’aumento dei prezzi e aumentare la disponibilità di terreni edificabili;
- monitorare l’applicazione delle norme nei vari Stati membri.
Anche in questo caso, è ancora presto per vedere l’entrata in vigore delle nuove norme, che richiedono ancora diverso tempo di preparazione.
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