Previsioni terremoto Italia 2023: cosa sta succedendo e perché ce ne sono così tanti

Alessandro Cipolla

18 Settembre 2023 - 12:38

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Le previsioni sui terremoti in Italia in questo 2023: cosa sta succedendo nel nostro Paese e perché stiamo assistendo a una serie di eventi sismici.

Previsioni terremoto Italia 2023: cosa sta succedendo e perché ce ne sono così tanti

Previsioni terremoto Italia 2023: cresce la preoccupazione vista la serie di eventi sismici che si sono verificati negli ultimi mesi nel Belpaese, senza considerare la scossa violentissima che dall’altra parte del Mediterraneo ha sconvolto il Marocco.

L’ultimo terremoto che si è verificato in Italia è stato quello di questa notte - alle ore 5:10 - tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, una scossa di magnitudo 4.8 con ipocentro a 7 km di profondità e l’epicentro localizzato nel comune di Marradi, in provincia di Firenze.

Tanta paura con la gente che è scesa in strada e le scuole che sono rimaste chiuse a Marradi e nei Comuni limitrofi, mentre si registrano alcuni danni alle infrastrutture ma fortunatamente nessun ferito. Dopo il terremoto di questa notte, nella zona è in corso uno sciame sismico con oltre cinquanta scosse di minore intensità che si sono susseguite.

Mercoledì 13 settembre invece c’è stata una scossa di terremoto di magnitudo 4.1 che si è verificata a largo delle coste di Ancona, mentre qualche giorni prima si sono registrate altre scosse ai Campi Flegrei e sempre nelle Marche.

Vista questa serie di scosse in diverse parti dell’Italia, una domanda sorge spontanea: cosa sta succedendo? E soprattutto, in qualche modo si possono fare delle previsioni sui terremoti che potrebbero avvenire in Italia nel 2023?

Terremoti: cosa sta succedendo in Italia?

Come tristemente noto, l’Italia è un paese a medio-alto rischio sismico stando alla stima fatta dalla Protezione Civile. Soprattutto ha una vulnerabilità molto alta - ovvero la possibilità che un edificio possa avere danni a seguito di un terremoto - e una esposizione altissima che significa una forte possibilità che anche le persone possano subire danni.

L’Italia infatti si trova in una zona di convergenza della placca eurasiatica con quella africana; in particolare tutto l’arco appenninico è considerata zona a rischio con soltanto Puglia e Sardegna che avrebbero una minore esposizione.

I terremoti più forti in Italia si sono registrati in Sicilia: Val di Noto nel 1693 e Messina nel 1908. Se nel primo caso sono stati stimati 60.000 morti, nel secondo invece le vittime sarebbero state oltre 100.000.

Nel recente passato i terremoti più drammatici sono stati quelli de L’Aquila (2009), dell’Emilia-Romagna (2012) e del Centro Italia (2016). Solo nel 2022, secondo le rilevazioni dell’Ingv sono state 16.302 le scosse in Italia, molte delle quali impercettibili all’uomo.

L’ultimo terremoto che è stato registrato in provincia di Firenze, è avvenuto in una zona come quella del Mugello considerata a elevato rischio sismico e non ci sarebbe un collegamento con quello avvenuti in Marocco.

I terremoti sono comunque dovuti a un allungamento di tutto l’Appennino, c’è una distensione della catena montuosa e questo genera terremoti più o meno forti - ha dichiarato a Fanpage Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti (ONT) dell’Ingv -. Sappiamo che le scosse di terremoto si registrano spesso in zone dove si sono già verificate e dunque definite sismiche. Sicuramente bisogna prevenire i danni peggiori e preparasi, fare in modo di essere attenti a quelli che possono essere le conseguenze di un evento sismico”.

Possono essere previsti i terremoti?

Da secoli - se non millenni - l’uomo si è interrogato sulla possibilità o meno di prevedere i terremoti. Grazie ai miglioramenti tecnologici e ai progressi scientifici, adesso abbiamo il modo di poter monitorare in maniera dettagliata le zone più a rischio.

Al momento è possibile prevedere un evento sismico ma ancora è impossibile poter stabilire con certezza la data - o ancora peggio l’orario - di un terremoto. Il caso L’Aquila e le accuse alle autorità preposte di non aver preso provvedimenti nonostante gli avvertimenti fatti da alcuni esperti è emblematico a riguardo.

Come riporta Focus, ci sono fondamentalmente due approcci alla previsione:

Il primo è probabilistico: si cerca di valutare la probabilità che un evento sismico al di sopra di una determinata intensità possa avvenire in una certa regione e in un certo periodo di tempo. Per esempio, il modello più recente di previsione dei terremoti della California (Ucerf3) stima che la probabilità che lo Stato americano sia colpito da un sisma di magnitudo 7,0 entro 30 anni sia del 93%: quasi una certezza. Il secondo filone è di tipo deterministico, molto più ambizioso ma decisamente meno affidabile. Mira infatti a stimare in modo preciso, con un anticipo sufficiente per mettere al sicuro le persone, quando e dove avverrà un terremoto e quale sarà la sua intensità.

A oggi di conseguenza possiamo solo individuare le zone più a rischio e prendere delle conseguenti decisioni in termini di costruzioni antisismica e di piani di evacuazione. Per il cosiddetto filone deterministico invece i tempi non sarebbero ancora maturi.

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