Prestiti imprese da 25.000 euro non possono essere compensati, il chiarimento ABI

Anna Maria D’Andrea

24/04/2020

25/10/2022 - 12:10

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Prestiti alle imprese fino a 25.000 euro, i finanziamenti a garanzia dello Stato non possono essere compensati ed utilizzati per il pagamento di fidi pregressi: il chiarimento ufficiale arriva dall’ABI, dopo il monito della Guardia di Finanza in Commissione alla Camera.

Prestiti imprese da 25.000 euro non possono essere compensati, il chiarimento ABI

Secco no alla compensazione dei prestiti alle imprese fino a 25.000 euro con finanziamenti pregressi: a dirlo è l’ABI, dopo i chiarimenti già forniti dalla Guardia di Finanza.

La banca non può chiedere che parte del prestito garantito al 100% dallo Stato venga utilizzato per pagare finanziamenti precedenti. Un’eventuale compensazione da parte delle banche comporterebbe l’avvio del rimborso della somma concessa prima dei 24 mesi previsti dal Decreto Liquidità, con il conseguente venir meno della garanzia del Fondo.

L’utilizzo dei prestiti agevolati per la chiusura di vecchie esposizioni è quindi vietata.

La nuova circolare trasmessa dall’ABI il 24 aprile 2020 aiuta a fare chiarezza circa il comportamento adottato da diversi istituti di credito che, a fronte dell’erogazione del prestito a garanzia dello Stato, chiedevano che una parte della somma concessa fosse destinata alla compensazione di finanziamenti pregressi.

L’orientamento dell’ABI arriva dopo il monito del colonnello della Guardia di Finanza Pietro Bianchi che, nel corso dell’audizione del 22 aprile 2020 sul Decreto Liquidità, aveva preannunciato l’avvio di controlli per verificare eventuali violazioni del dettato normativo.

La posizione della Guardia di Finanza è chiara: i prestiti garantiti dallo Stato servono per dare liquidità alle imprese.

I prestiti fino a 25.000 euro riconosciuti alle imprese dovranno essere accreditati totalmente al richiedente e non potranno essere utilizzati a copertura di fidi in essere.

Prestiti imprese da €25.000 non possono essere compensati, il chiarimento di ABI

La lettera circolare trasmessa dall’ABI il 24 aprile 2020 dovrebbe portare alla fine delle diverse segnalazioni circa le richieste anomale da parte delle banche.

Richiamando a quanto previsto dal decreto liquidità, l’Associazione evidenzia che tra i requisiti per l’ottenimento dei prestiti con garanzia del 100% da parte dello Stato vi sia l’inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dall’erogazione.

La norma prevede inoltre che la garanzia venga rilasciata per i nuovi finanziamenti e, sul punto, l’ABI specifica che:

“Si ha un nuovo finanziamento quando, a seguito della concessione del finanziamento coperto da garanzia, l’ammontare complessivo delle esposizioni del finanziatore nei confronti del soggetto finanziato risulta superiore all’ammontare delle esposizioni detenute alla data di entrata in vigore del decreto, corretto per le riduzioni delle esposizioni intervenute tra le due date in conseguenza dal regolamento contrattuale stabilito tra le parti prima dell’entrata in vigore del decreto legge ovvero per decisione autonoma del soggetto finanziato.”

La definizione di nuovo finanziamento ed il termine dei 24 mesi per il rimborso sono due delle condizioni che comportano il divieto per la banca di richiedere la compensazione dei finanziamenti fino a 25.000 euro con fidi precedenti.

Un chiarimento importante, considerando la prassi adottata da molti istituti di credito e segnalata dai contribuenti. Una richiesta contraria alla ratio della nuova normativa sui prestiti agevolati, come evidenziato chiaramente dalla Guardia di Finanza.

ABI - lettera circolare 24 aprile 2020
Decreto legge 8 aprile 2020 n. 23 art. 13 comma 1, lettera m) - chiarimenti prestiti fino a 25.000 euro

Prestiti imprese fino a 25.000 euro, estinzione di finanziamenti precedenti tra le condizioni delle banche

L’operazione liquidità alla base del Decreto n. 23/2020 fatica a partire e, a fronte della necessità immediata di credito da parte delle imprese, le procedure avviate dalle banche presuppongono tempi ben superiori alle 24 ore annunciate dal Presidente dell’ABI, Patuelli.

Ad ostacolare l’accesso al credito da parte di imprese e professionisti non è solo la complessa procedura di richiesta (ed il lungo elenco di documenti richiesto da molti Istituti di credito).

Sono diverse le segnalazioni di imprese e professionisti circa le richieste delle banche: per i prestiti fino a 25.000 euro molte banche chiedevano di subordinare l’erogazione del credito alla chiusura di finanziamenti pregressi.

Poniamo quindi il caso di un’impresa con un finanziamento da estinguere pari a 10.000 euro e che, avendo registrato un fatturato di 100.000 euro, può accedere al prestito di 25.000 euro garantito al 100% dallo Stato.

La richiesta di molte banche è che una parte della somma riconosciuta debba essere utilizzata a copertura del fido in essere e per la chiusura di vecchie esposizioni. Nelle tasche dell’imprenditore arriverebbero soltanto 15.000 euro della somma spettante.

Prestiti imprese, Guardia di Finanza: controlli sulle banche, richiesta chiusura fidi in contrasto con la norma

Le richieste delle banche sono legittime? No, secondo quanto dichiarato dalla Guardia di Finanza e come ribadito ora dall’ABI.

Durante l’audizione del 22 aprile 2020 sul decreto liquidità, il colonnello Pietro Bianchi ha chiaramente affermato che l’utilizzo dei prestiti che beneficiano della garanzia dello Stato per la chiusura di vecchie esposizioni è “in contrasto con il dettato normativo”.

I prestiti garantiti dallo Stato perseguono la finalità di supportare le aziende in crisi di liquidità a causa della crisi da coronavirus. Al richiedente spetta quindi l’intera somma riconosciuta, senza alcun vincolo nel caso di finanziamenti pregressi ed ancora in corso con la banca.

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