Ponte sullo Stretto, il governo Meloni fa sul serio: “Valutiamo il progetto Genova”, i tempi di realizzazione e i costi dell’opera

Giacomo Andreoli

08/11/2022

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Salvini ha incontrato i presidenti di Calabria e Sicilia, Occhiuto e Schifani, dicendo che il ponte sullo Stretto è una priorità per il governo Meloni.

Ponte sullo Stretto, il governo Meloni fa sul serio: “Valutiamo il progetto Genova”, i tempi di realizzazione e i costi dell’opera

Il dossier del ponte sullo Stretto di Messina è una “priorità” del governo Meloni. A chiarirlo, secondo fonti a lui vicine, è stato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il leader della Lega è noto per fughe in solitaria, ma stavolta la dichiarazione arriva dopo un incontro ufficiale con i presidenti delle regioni Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Difficile che il numero uno del Carroccio non abbia avvisato e in qualche modo concordato con la presidente del Consiglio questo incontro.

Dal faccia a faccia al ministero delle Infrastrutture, comunque, i due presidenti di Forza Italia sono usciti molto soddisfatti. Schifani ha spiegato che si valuta “l’adozione o meno del modello Genova per velocizzare quei lavori che con quel modello hanno dato ottimi risultati”. Secondo l’ex presidente del Senato “il clima è perfetto e ottimo credo che ci siano tutti i presupposti” per realizzare il Ponte.

Per Occhiuto sarebbe bello “se l’opera si potesse cominciare a realizzare già nel 2023”. Il presidente della Calabria ha aggiunto poi che sul tema più complessivo delle infrastrutture delle regioni del Sud Italia ha proposto di organizzare un gruppo di lavoro con gli altri presidenti e il ministro Salvini. I nodi principali per il ponte sullo Stretto, comunque restano due: la fattibilità e il costo.

Ponte sullo stretto, quanto costerebbe?

Realizzare il ponte costerebbe inizialmente almeno 3,9 miliardi di euro, ma l’opera non è inserita nel Pnrr. Questo perché tutte le opere previste dal Recovery Plan devono essere rendicontate nel 2026, mentre in questo caso i lavori durerebbero almeno dieci anni. Se quindi iniziassero nel 2023 finirebbero non prima del 2033.

I soldi non possono essere presi a debito, in un momento poi in cui ogni singolo fondo o denaro recuperato viene utilizzata per le emergenze, a partire da quella energetica. Secondo Occhiuto, quindi, l’idea condivisa con il ministro è di chiedere soldi “all’Europa, che per la verità considera il ponte più strategico d’Italia perché l’ha inserito nei corridoi, di cofinanziare il ponte con gli strumenti che si concorderanno tra il governo nazionale e l’Europa stessa”. Insomma, utilizzare almeno in parte fondi europei, chiedendo l’autorizzazione alla Commissione Ue per dirottare su quest’opera gli investimenti ordinari in sviluppo territoriale che vengono principalmente dai fondi di coesione per le Regioni.

Secondo Marco Ponti, di Bridges Research Trust onlus, alla fine, tra costi diretti e indiretti, il ponte costerebbe tra i 22 e i 29 miliardi di euro (tra 5 e 7 Tav). Questi soldi sarebbero a carico dei contribuenti.

I problemi di fattibilità del Ponte

Uno degli ultimi progetti messi in campo per il Ponte (secondo uno studio del 2021) prevede un’infrastruttura che potrebbe far risparmiare circa 40 minuti di tempo di viaggio tra Calabria e Sicilia. Questo a fronte di possibili problemi molto seri, a partire da quelli sismici. Lo studio mette in luce che esistono quattro soluzioni ingegneristiche alternative, ognuna delle quali ha delle criticità. Quella di un tunnel sottomarino non si può fare perché il mare è profondo e le pendenze necessarie, o le distanze entroterra entro cui partire, sarebbero proibitive.

Se ancorato al fondo con cavi potrebbe funzionare, ma non è stato mai fatto uno e ci sono incognite tecniche di stabilità e tenuta. La terza soluzione prevede un ponte sospeso a campata unica di 3 chilometri, ma si dovrebbe fare lontano sia da Messina che da Reggio e potrebbe essere molto scomodo per il traffico locale. Essendo una struttura flessibile dal punto di vista sismico potrebbe essere fragile. Se si sceglie la soluzione di un ponte sospeso più lungo che collega le due maggiori città ci sarebbero dei problemi statici da risolvere, perché le pendici non sembrano essere geologicamente stabili.

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