Quando si deve recuperare un credito che il debitore non riesce a saldare, una delle soluzioni a disposizione è richiedere il pignoramento del conto corrente del debitore stesso. Vediamo come funziona
Chi contrae un debito può rischiare il cosiddetto pignoramento del conto corrente, ovvero una procedura che, seppur entro certi limiti, non permette più al correntista di poter avere libero accesso ai soldi depositati sul proprio conto corrente.
Il pignoramento non potrà avvenire da un momento all’altro, ma dovrà sempre essere preceduto da un titolo esecutivo legato a una sentenza, a un atto giudiziario oppure a un decreto ingiuntivo.
Vediamo come avviene, se ci sono dei limiti e come opporsi.
Il pignoramento del conto corrente
Come avviene il pignoramento del conto corrente
La prima fase è un’intimazione del creditore notificata alla banca o alle poste del debitore. Una procedura che vieta ai suddetti istituti di consentire il prelievo al debitore. Più nello specifico, il creditore deve notificare al debitore:
- il titolo esecutivo (una sentenza del giudice, un avviso di accertamento immediatamente esecutivo, un decreto ingiuntivo o una cartella dell’agente della riscossione);
- l’atto di precetto (una cambiale, un assegno o un atto pubblico del notaio), al debitore si dà un termine di 10 giorni per pagare;
- l’atto di pignoramento vero e proprio, che viene appunto inviato anche alla banca o alla posta, ingiungendo all’istituto in questione di non pagare al correntista le somme pignorate.
La banca o la posta poi attuano il divieto di prelievo al debitore, il quale viene citato in udienza. Il giudice stabilirà la somma da restituire al creditore e le modalità, si può infatti arrivare persino alla chiusura del conto.
A questo punto, si possono aprire diversi scenari:
- conto corrente vuoto o con saldo negativo. I soldi quindi non vengono bloccati ma qualora si dovessero ricevere bonifici, le somme accreditate, sarebbero pignorate.
- conto corrente uguale o inferiore alla somma intimata. Il conto viene bloccato, rimane la possibilità di ricevere eventuali bonifici ma sono soldi bloccati anche quelli, fino all’udienza di assegnazione.
- conto corrente con saldo superiore alla somma intimata. Il debitore può prelevare le somme in eccesso, quindi quelle non pignorate e può, anche in questo caso, ricevere bonifici.
Se si hanno due conti in due istituti diversi, entrambi verranno bloccati entro i limiti citati.
Pignoramento conto dei dipendenti e dei pensionati
Nel caso di lavoratori dipendenti e pensionati, ci sono dei limiti ben precisi. Il creditore in questo caso, non può pignorare tutte le somme depositate. La legge stabilisce che solo una parte possa essere bloccata, quella che eccede un determinato importo e che corrisponde al valore ottenuto moltiplicando per 3 l’ammontare dell’assegno sociale.
Nel 2019, quest’ultimo corrisponde a 457,99 euro al mese, il triplo, cioè 1.373,97 euro è il limite. In caso di pignoramento, le somme che superano tale limite sono quelle che verranno bloccate. Il denaro che invece viene accreditato successivamente alla notifica di pignoramento, può essere bloccato solo per un quinto come avviene per lo stipendio.
Ne consegue che il conto corrente è pignorabile al 100% solo quando non vi sono depositati redditi da lavoro dipendente o la pensione.
leggi anche
Come difendersi dal pignoramento dello stipendio

Pignoramento conto corrente cointestato
In caso di cointestatario il debito, se personale, non si estende all’altro correntista. Non ci sono quindi particolari ostacoli per il creditore. In generale può essere pignorato, quindi bloccato il 50% delle somme depositate. Le eccedenze possono essere tranquillamente utilizzate da entrambi i cointestatari.
Tuttavia, qualsiasi somma accreditata sul conto successivamente alla data del pignoramento, viene bloccata al 50% del suo valore. Il pignoramento non può superare mai la metà del deposito. La procedura è la medesima del conto corrente di un singolo, quello che cambia è che anche lo stesso debitore, può ritirare la somma non pignorata (eccetto che l’altro ne richieda la restituzione dimostrando che la somma appartiene alla sua quota di conto).
Si chiama “solidarietà attiva”, quel rapporto per cui la banca è tenuta a consentire prelievi ed operazioni sul conto corrente ad entrambi i cointestatari, anche allo stesso debitore pignorato. I rapporti tra i due correntisti invece, salvo diversi accordi, si presume sia di titolarità del conto al 50%. Esistono anche ripartizione delle quote diversi e potrebbe essere necessario, nei casi più complessi, valutare l’apporto economico di ciascuno.
Un’altra differenza tra conto cointestato e quello ordinario riguarda il caso in cui, il pignoramento avvenga da parte dello stato, dall’Agenzia delle Entrate. Per quanto riguarda il conto corrente singolo, non si passa dal tribunale, invece per quello cointestato si applica lo stesso iter, la procedura ordinaria con la citazione in giudizio.
Esiste anche il doppio pignoramento, con il quale il creditore può scaturire un nuovo blocco sullo stesso conto corrente, per il medesimo debito. In questo modo però può incorrere nell’abuso del diritto perché oltrepassa ed elude la regola del 50%. La conseguenza è l’annullamento dell’azione del creditore.
Procedura di pignoramento per i debiti fiscali
Si è già sottolineata la differenza tra debito fiscale causato dal mancato pagamento di cartelle esattoriali di Equitalia o dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e il debito tra privati quindi aziende oppure cittadini. La cartella di pagamento è già un atto esecutivo, si può dunque procedere al pignoramento senza passare dal tribunale. Se il pagamento non viene effettuato entro 60 giorni, si attua il procedimento.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione invia la notifica alla banca o alla posta, e se entro ulteriori 60 giorni, il debito non viene saldato, si preleva direttamente l’importo dal conto. L’Agenzia, che ha sostituito Equitalia e che è più forte di quest’ultima perché possiede maggiori strumenti di indagine, può accedere ad esempio alla banca dati dell’INPS ed ottenere facilmente più informazioni ed eventualmente intervenire tempestivamente.
L’assenza di un procedimento giudiziario per effettuare un pignoramento di un conto corrente, in presenza di debiti fiscali o cartelle esattoriali, non è una novità del nuovo Ente ma la procedura è decisamente più snella e rapida. Cosa cambia esattamente?
L’Agenzia Entrate-Riscossione ha il potere di bloccare immediatamente le somme sul conto e saldare il debito con il Fisco. A differenza di quello che accadeva con Equitalia, il riscontro rispetto alle informazioni e all’attivazione dell’iter è più diretto quindi più veloce.
Come ci si oppone
Il pignoramento del conto corrente termina nel momento in cui il soggetto debitore sarà riuscito a saldare il proprio debito. È comunque utile sapere che esistono delle regole e dei limiti da rispettare.
In particolare, la pensione o lo stipendio accreditati prima del pignoramento, non potranno mai essere sottratti del tutto, in quanto deve essere rispettata una cifra minima corrispondente all’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale.
Qualora l’accredito di stipendio o pensione avvenga alla data del pignoramento del conto corrente o in un momento successivo, i limiti sono i seguenti:
- in generale, la misura massima è pari a 1/5 dell’emolumento versato sul conto:
- nel caso di crediti da parte dello Stato, di Province o Comune, il limite è di 1/5;
- per i crediti alimentari, si fa riferimento alla misura autorizzata dal tribunale o dal giudice delegato;
- per il pignoramento in concorso di diverse cause, si può agire fino alla metà della base pignorabile.
Per i soldi che sono già presenti sul conto al momento del pignoramento, non si potrà superare il 150% dell’assegno sociale per le pensioni e il triplo dell’assegno sociale per gli stipendi.
Chi subisce un pignoramento può in qualche modo difendersi e limitare il danno. Entro 60 giorni può richiedere la rateizzazione del debito. Una volta accettata la richiesta e pagata la prima rata del piano di ammortamento, è possibile quindi sbloccare il conto. Attenuare le conseguenze e ripristinare quanto prima il proprio conto, dopo il pignoramento conto corrente è dunque possibile.
Partner





Cambio generazionale
Strumenti e opportunità per le imprese
5 ottobre 2023
Swiss Chamber, via Palestro 2 - Milano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta:
Per poter partecipare alla discussione devi essere abbonato a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui