Il piano segreto di Russia e Cina contro l’Europa secondo l’analisi di Mark Rutte, segretario generale della Nato.
Lo strano rapporto tra Russia e Cina ha assunto una rinnovata importanza con le tensioni geopolitiche attuali. Le previsioni del segretario generale della Nato, Mark Rutte, spostano però l’allarme su tutt’altro piano. Si pensa addirittura a un piano segreto contro l’Europa, che a ben pensarci appare più plausibile di quanto si possa immaginare. Si ipotizza, in particolare, un doppio attacco da Pechino e da Mosca, in cui Putin terrebbe occupata l’Europa, mentre Xi Jinping riuscirebbe ad appropriarsi di Taiwan.
Il piano segreto di Cina e Russia contro l’Europa
Di fatto, le mire cinesi sulla repubblica insulare potrebbero sfociare senza problemi in un’invasione armata. Le ostilità del Cremlino verso l’Occidente sono altrettanto note e soprattutto preoccupanti vista l’instabilità crescente. Di conseguenza, questo scenario disastroso - difficilmente porterebbe a un esito diverso da un conflitto globale - non appare affatto improbabile. In ogni caso, a presentare questa ipotesi è uno dei più abili negoziatori dell’ultimo decennio, una figura con capacità diplomatiche e strategiche non indifferenti. Come segretario generale della Nato, inoltre, Rutte ha approfondito ulteriormente le proprie competenze geopolitiche, contribuendo significativamente alla strategia di difesa europea.
In altri termini, le analisi di Mark Rutte meritano senza dubbio attenzione e approfondimento. Allo stesso tempo, tuttavia, questi pronostici non sono attualmente improbabili. Pur perfettamente lineari dal punto di vista logico, le previsioni di Rutte devono essere lette alla luce degli attuali limiti bellici ed economici. Se questi non ci fossero, l’alleanza tra Mosca e Pechino potrebbe facilmente aprirsi a escalation allarmanti, ma resta comunque difficile guardare con tanta leggerezza a una potenziale nuova guerra mondiale. I rapporti tra Mosca e Pechino non sono così solidi e maturi da garantire tale livello di sostegno, almeno secondo alcuni analisti. D’altro canto, c’è chi come Rutte propende verso strade più sanguinarie e i leader interessati non sono certo riconosciuti per affidabilità e prudenza.
Quanto è probabile?
Il segretario generale della Nato Mark Rutte ha lanciato questo inquietante avvertimento in una lunga intervista rilasciata al New York Times:
Se Pechino dovesse invadere Taiwan, si assicurerebbe prima di tutto di avere l’appoggio di Mosca. In tal senso, Putin dovrebbe tenere occupata l’Europa innescando un conflitto con i Paesi dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord. È lo scenario più probabile.
Chiaramente quest’escalation sfocerebbe ben presto nella Terza guerra mondiale, ma facciamo un passo indietro. Le parole di Rutte hanno comprensibilmente destato un polverone, tra allarmismo e scetticismo. Il segretario generale della Nato, tuttavia, ha analizzato un’ipotesi specifica e non l’unico possibile tracciato nel futuro globale. Tutto ruota infatti alla possibile invasione di Taiwan da parte della Cina, che trama ben poco velatamente per annetterla al proprio territorio da tempo immemore.
Ecco, se questo specifico sviluppo dovesse prender vita, è probabile - secondo Rutte - che Pechino si assicuri preventivamente il sostegno russo. Nessun esperto ha detto che questo è il futuro da attendere nel breve termine, ma una possibile linea d’azione qualora la Cina decidesse di passare all’attacco bellico aperto contro l’isola. Il miglior supporto che Putin potrebbe offrire in tal senso sarebbe, sempre ricalcando l’analisi di Mark Rutte, sarebbe sostanzialmente un diversivo rispetto all’attenzione Europea. Quale aiuto migliore di tenere impegnata l’Europa, riducendo la possibilità di intervento sul fronte asiatico, di un attacco ai Paesi dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord?
Di fatto, l’avanzamento russo sul fronte baltico appare inquietante. Secondo Rutte, opinione condivisa da vari analisti militari, tra i nuovi obiettivi di Putin potrebbero infatti esserci Estonia, Lettonia e Lituania. Ecco perché l’intervento occidentale appare più urgente che mai, considerando la produzione bellica russa in costante aumento e la stretta collaborazione con la Corea del Nord, la Cina e l’Iran. Certo, ciò comporterebbe l’inevitabile coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, implicando eventualmente il ricorso al nucleare. Chiaramente, è un fronte che tanto la Cina quanto la Russia ha tutti gli interessi di evitare, ma sul punto non ci sono mai sicurezze. Rutte, peraltro, ha indicato anche un possibile attacco diretto agli Usa.
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