Gli Stati Uniti, per certi aspetti, sembrano oggi più un mercato emergente che un mercato sviluppato. Quali strategie adottare per la 2° metà del 2025?
Non avrei mai immaginato che ciò accadesse ma al momento, dal punto di vista di un investitore, gli Stati Uniti, a mio modesto parere, assomigliano più a un mercato emergente che a un mercato sviluppato.
Chiariamo subito la distinzione fra i due concetti, almeno dal punto di vista teorico. I Mercati Sviluppati (DM) sono economie mature e stabili, caratterizzate da un forte e consolidato stato di diritto, alta trasparenza delle regole e mercati finanziari molto capitalizzati e liquidi. Offrono maggiore prevedibilità nei trend di fondo e minore volatilità, ma con un potenziale di crescita generalmente più moderato. Esempi tipici includono Stati Uniti (fino all’avvento di Trump), Giappone ed Europa occidentale.
I Mercati Emergenti (EM), al contrario, sono economie in rapida crescita che offrono un elevato potenziale di rendimento, ma a fronte di maggiori rischi geopolitici. Le loro caratteristiche distintive includono un rischio politico e normativo più elevato (il cosiddetto «rischio di stato di diritto»), maggiore volatilità nei trend e sono quindi mercati finanziari meno sviluppati cioè meno capitalizzati e per questo meno trasparenti. Cina, India e Brasile sono esempi noti di EM. Il punto cruciale del dibattito attuale è che anche economie tradizionalmente DM, come gli Stati Uniti, possono iniziare a mostrare tratti tipici degli EM, specialmente quando il fattore politico assume un peso crescente sulle decisioni economiche e di investimento. [...]
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