Perché una guerra in Taiwan non conviene agli Usa

Giorgia Bonamoneta

25 Aprile 2023 - 22:51

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Costosa da combattere o da evitare, la guerra tra Cina e Stati Uniti potrebbe causare migliaia di morti nelle prime 72 ore. Ecco come sarebbe la guerra e quali le conseguenze.

Perché una guerra in Taiwan non conviene agli Usa

Il conflitto tra Cina e Taiwan non è ancora scoppiato, potrebbe non scoppiare, ma tutti si stanno giù muovendo per prepararsi. Gli Stati Uniti sono seduti in prima fila davanti al tavolo di simulazione della guerra che potrebbe essere. Si chiama wargame e non è affatto un gioco. Su queste simulazioni si costruiscono strategie di attacco, difesa o di neutralità.

La guerra per Taiwan non conviene agli Stati Uniti, questo dice il tavolo di simulazione. Come per la guerra in Ucraina causata dalla Russia, anche la guerra tra Cina e Taiwan, che porterebbe all’ingresso degli Stati Uniti, andrebbe avanti fino a esaurimento forze. A nessuna delle due potenze, una volta messa in campo l’artiglieria pesante, converrebbe arrendersi. In gioco c’è il trono di prima potenza al potenza al mondo. Su carta però - anzi sul tavolo di simulazione - i risultati di una pace stanca sarebbero macchiati da fin troppi morti.

Che altro ci dice il wargame messo in scena da The Select Committee On The Ccp, il comitato che lavora, come si legge sul loro sito, allo sviluppo di un piano d’azione per la difesa del popolo, dell’economia e dei valori americani?

Guerra simulata: Stati Uniti e Cina a confronto

Le simulazioni di guerra o wargame hanno lo scopo di scoraggiare la guerra. Vengono effettuate lunghe prove di guerra finta (anche oltre le 72 ore) per capire quanto e se conviene lasciarsi coinvolgere in uno scontro. Una simulazione serve anche a identificare i punti deboli e capire come migliorare la deterrenza per garantire la stabilità e la pace.

Durante la presentazione della simulazione un membro del comitato ha voluto sottolineare che lo scopo della simulazione sia assicurarsi che non diventi realtà. “Non possiamo avere una situazione in cui ci troviamo di fronte a ciò che affronteremo stasera. E l’unico modo per farlo è scoraggiare l’aggressione e prevenire l’insorgere di un conflitto”, ha detto.

A simulazione effettuata è stato evidente a tutti i partecipanti che i costi di un conflitto tra Cina e Taiwan, quindi indirettamente e poi direttamente contro gli Stati Uniti, sarebbero enormi. Gli Stati Uniti non cercano la guerra, ma dicono di essere pronti a tutto e per farlo devono mantenere le promesse, addestrare al meglio le forze militari e mantenere la propria posizione nella zona interessata. La chiamano azione di deterrenza, ma è proprio questa che sta infastidendo la Cina, che da parte sua continua a parlare di unificazione per una sola grande Cina.

I risultati del wargame: economia al collasso e troppi morti

La simulazione, che si è svolta a Capitol Hill, ha dimostrato che gli Stati Uniti hanno ancora molte debolezze. Nello specifico il wargame ha dato prova che dopo appena 72 ore dall’inizio del conflitto, con l’intervento americano, il costo di vite e mezzi militari sarebbe altissimo. Questo perché? La simulazione ha tenuto conto della solitudine degli Stati Uniti nel conflitto, dopo che l’Europa si è tirata fuori e persino i paesi asiatici più coinvolti hanno scelto la neutralità. In questo scenario - irrealistico, ma necessario alla simulazione per comprendere le debolezze in gioco - agli Stati Uniti non converrebbe intervenire.

Inevitabile però porre l’accento anche sull’impatto economico. Infatti anche se la guerra non venisse partecipata dagli Stati Uniti e rimanesse nel blocco di terra tra Cina e Taiwan, ci sarebbero gravi conseguenze sull’economia mondiale. Insomma: non c’è uno scenario a costo zero, se non quello della pace e del mantenimento dello status quo.

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