I colloqui USA-Cina in corso a Londra saranno davvero risolutivi? Cosa aspettarsi, tra speranze e molto scetticismo sulla fine della guerra dei dazi.
Altro round di colloqui tra USA e Cina sulla guerra dei dazi che sta animando e coinvolgendo tutto il mondo.
Lunedì 9 giugno si tiene a Londra l’incontro volto a risolvere la guerra commerciale tra le due prime potenze economiche globali. Una delegazione statunitense di alto livello, tra cui il Segretario al Commercio Howard Lutnick, incontra i rappresentanti cinesi, tra cui il Vice Premier He Lifeng, per risolvere le tensioni tra le due maggiori economie mondiali, che minacciano la crescita globale.
Si prevede che le esportazioni cinesi di terre rare, fondamentali per la tecnologia moderna, nonché l’accesso di Pechino ai prodotti statunitensi, compresi i chip per computer, saranno tra le priorità. Il mese scorso Washington e Pechino hanno concordato una tregua temporanea sui dazi commerciali, ma da allora ciascun Paese ha accusato l’altro di aver violato l’accordo.
Entrambe le potenze sono sotto pressione affinché allentino le tensioni: l’economia globale è scossa a causa del controllo cinese sulle esportazioni di minerali di terre rare, di cui è il produttore dominante, e gli investitori sono più in generale preoccupati per l’approccio aggressivo e altalenante di Trump, che intende imporre tariffe sui beni provenienti dalla maggior parte dei partner commerciali degli Stati Uniti.
I riflettori sono quindi accesi su questi nuovi colloqui, con la speranza - poco fondata secondo molti - che possano offrire dei risultati davvero risolutivi.
USA-Cina: ennesima prova di disgelo. A che punto siamo?
Il nuovo round di negoziati segue una telefonata tra Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping della scorsa settimana, che il presidente degli Stati Uniti ha descritto come un “ottimo colloquio”.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale cinese Xinhua, Xi ha dichiarato a Trump che gli Stati Uniti dovrebbero “ritirare le misure negative adottate nei confronti della Cina”.
Sebbene i colloqui del mese scorso a Ginevra abbiano ridotto i dazi, non hanno risolto una serie di altre questioni, tra cui le esportazioni cinesi di terre rare e magneti, essenziali per la produzione di qualsiasi cosa, dagli smartphone ai veicoli elettrici.
Nel frattempo, Washington ha limitato l’accesso della Cina a beni statunitensi, come semiconduttori e altre tecnologie correlate all’intelligenza artificiale (IA). Il clima è tesissimo.
Gli analisti affermano che è improbabile che i colloqui di lunedì facciano grandi progressi nella risoluzione delle controversie e delle tariffe settoriali, che colpiscono una serie di settori strategici, dalla tecnologia e dai minerali essenziali alla produzione manifatturiera e all’agricoltura
L’accordo temporaneo di Ginevra, inoltre, non ha affrontato le preoccupazioni più ampie che mettono a dura prova le relazioni bilaterali, dal commercio illecito di fentanyl allo status di Taiwan, governata democraticamente, alle lamentele degli Stati Uniti sul modello economico cinese dominato dallo stato e guidato dalle esportazioni, secondo molte analisi.
Le previsioni degli esperti
Rebecca Harding, direttrice generale del Centre for Economic Security, ha dichiarato lunedì alla CNBC che Cina e Stati Uniti “sono attualmente impegnati in una battaglia esistenziale”.
“Non c’è assolutamente altro modo per descrivere tutto questo, e riguarda il flusso dei dati. Riguarda le informazioni. Riguarda l’intelligenza artificiale. Riguarda la tecnologia. Riguarda anche la difesa. La Cina sta espandendo rapidamente la sua produzione di munizioni in questo momento. Quindi riguarda il modo in cui queste due economie competono e sopravvivono in un mondo digitale in cui nessuno sa veramente quale sia il potere dello Stato nazionale”, ha spiegato.
È molto, molto più che una questione di commercio: è il modo in cui gestiscono le loro economie. Siamo solo all’inizio e, di fatto, è una battaglia per il XXI secolo, questo il tono dell’esperta.
La posta in gioco è alta, ma lo scetticismo è tanto. “Non ho grandi aspettative per questi colloqui commerciali... Dubito che si raggiunga un accordo molto presto”, ha detto Zhiwei Zhang, presidente e capo economista di Pinpoint Asset Managemental programma China Connection della CNBC.
© RIPRODUZIONE RISERVATA