Perché la Bce lotta contro l’aumento dei salari

Violetta Silvestri

09/01/2023

09/01/2023 - 13:11

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La sfida all’inflazione della Bce ha una serie di fattori da considerare: tra questi, l’aumento dei salari. Perché la banca centrale non vuole la crescita degli stipendi?

Perché la Bce lotta contro l’aumento dei salari

La Bce contro l’aumento dei salari: non è una novità, ma nell’ultima pubblicazione ufficiale della banca centrale la missione appare ancora più chiara.

Mentre Francoforte lotta contro l’aumento dei prezzi a colpi di tassi di interesse più alti - ancora nel 2023 - l’osservazione sull’andamento delle buste paga dei lavoratori dell’Eurozona è attenta.

Cosa sta succedendo ai salari europei e perché sono così cruciali per l’andamento dell’inflazione? Le risposte nel documento Bce.

Perché la Bce non vuole la crescita dei salari

Nel tentativo di centrare il suo obiettivo di riportare l’inflazione al target del 2%, la Bce non sta soltanto aumentando i tassi di interesse.
I fattori sotto osservazione sono diversi. Uno di questi è il salario dei lavoratori e nello specifico le sue dinamiche nel breve/medio periodo. Aumenterà o scenderà? Il tipo di movimento che si paleserà sarà determinante per l’inflazione e la politica della Bce.

Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha spiegato il motivo di questa attenzione nei confronti delle paghe dei lavoratori e del loro peso proprio alla fine dell’anno, allertando che i salari nella zona euro stanno aumentando più rapidamente di quanto precedentemente stimato e la Banca centrale europea deve impedire che ciò si aggiunga all’inflazione già elevata nel blocco valutario.

Riportando le sue parole:

“Sappiamo che i salari stanno aumentando, probabilmente a un ritmo più veloce del previsto. Non dobbiamo permettere che le aspettative inflazionistiche si disancorano o che i salari abbiano un effetto inflazionistico...Dobbiamo stare attenti che le cause interne che stiamo vedendo [cause della crescita dei prezzi], che sono principalmente legate alle misure fiscali e alle dinamiche salariali, non portino al consolidamento dell’inflazione”.

Il punto è che con retribuzioni più alte, generalmente aumenta il potere di acquisto dei consumatori e, di conseguenza, la domanda di beni e infine l’inflazione. Un processo, quest’ultimo, che la Bce sta tenendo monitorato con attenzione per evitare ulteriori spinte a prezzi ancora troppo elevati.

Gli stipendi in Eurozona sono davvero in aumento?

Si è tornati a parlare di salari in Eurozona in un documento ufficiale Bce del 9 gennaio nell’ambito del Bollettino economico.

Qui si legge, nello specifico, che la crescita dei salari nella zona euro dovrebbe essere «molto forte» nei prossimi trimestri, ma è probabile che i salari reali diminuiscano ancora a causa della rapida inflazione.

Un’impennata storica dei prezzi ha eroso i redditi reali negli ultimi due anni e le aziende stanno finalmente iniziando ad adeguare i salari, suscitando timori che l’elevata inflazione possa perpetrarsi se la fissazione dei salari viene adeguata su base più permanente. Nel dettaglio gli economisti hanno scritto:

“Ciò [la prevista crescita salariale] riflette mercati del lavoro robusti che finora non sono stati sostanzialmente influenzati dal rallentamento dell’economia, dall’aumento dei salari minimi nazionali e da un certo recupero tra salari e alti tassi di inflazione.”

Dunque, una buona notizia per i lavoratori e un allarme per la Bce? In realtà, “l’atteso rallentamento economico e l’incertezza sulle prospettive probabilmente eserciteranno una pressione al ribasso sulla crescita dei salari oltre il breve termine”, hanno sostenuto gli economisti.

L’articolo del bollettino, tuttavia, sembrava minimizzare le preoccupazioni sui salari, sostenendo che i redditi reali continueranno a diminuire poiché l’inflazione sarà superiore al robusto aumento dei salari nominali.

“I salari reali dei consumatori sono ora sostanzialmente inferiori rispetto a prima della pandemia e probabilmente scenderanno ulteriormente nei prossimi mesi”, si legge.

I lavoratori hanno poco da gioire, mentre la Bce osserva e “spera” che le retribuzioni non siano in rialzo abbastanza da minare il lavoro in corso contro l’inflazione. Le facce della medaglia sembrano assai cupe per i consumatori in questo inizio 2023.

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