La pensione si arricchisce a luglio e ad agosto. In particolare, c’è attesa per l’arrivo del rimborso Irpef.
Con giugno alle porte e messo da parte il pagamento della pensione di maggio, per molti pensionati l’attenzione si sposta già sulle prossime mensilità estive. In particolare, il mese di agosto 2025 potrebbe portare un nuovo aumento dell’importo in pagamento, questa volta legato al rimborso Irpef derivante dalla dichiarazione dei redditi.
Come abbiamo già spiegato in precedenti approfondimenti, sono due le principali voci che possono far salire l’importo della pensione nei mesi centrali dell’anno: da un lato la quattordicesima mensilità, che viene erogata a luglio per chi ne ha diritto (ma posticipata a dicembre per altri), e dall’altro il credito Irpef che emerge dal modello 730/2025.
Ora che la prima erogazione si avvicina, molti pensionati si chiedono quando arriva il rimborso Irpef sulla pensione. La risposta dipende da una variabile chiave: la data di invio del 730, soprattutto se si è scelto di indicare l’Inps come sostituto d’imposta.
Per chi ha già presentato la dichiarazione, l’appuntamento potrebbe essere fissato già al cedolino di agosto, con un conguaglio che in alcuni casi sarà particolarmente consistente, specie per chi ha sostenuto spese rilevanti o ha diritto a numerose detrazioni fiscali.
Quando arriva il rimborso della dichiarazione dei redditi sulla pensione
Prima di tutto è bene chiarire che le tempistiche relative ai rimborsi interessano solo i pensionati che hanno inviato la dichiarazione dei redditi tramite il modello 730/2025, indicando l’Inps come sostituto d’imposta.
Dallo scorso anno, infatti, è possibile anche trasmettere il 730 senza indicare il sostituto, chiedendo all’Agenzia delle Entrate di effettuare il pagamento del credito. In questo caso, tuttavia, la liquidazione avverrà più tardi, come vedremo tra poco.
Concentriamoci quindi su chi ha scelto la modalità tradizionale, ossia l’Inps come soggetto incaricato di anticipare l’eventuale rimborso risultante dalla dichiarazione o di trattenere eventuali somme in caso di debito. Quest’ultimo scenario riguarda, ad esempio, i pensionati che percepiscono anche redditi da lavoro, quindi con una doppia Certificazione Unica per il 2024.
In questi casi, la regola prevede che il pagamento o la trattenuta avvengano nel secondo mese successivo a quello in cui l’Inps riceve il prospetto di liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tutto dipende, quindi, dalla data in cui è stato effettivamente inviato il 730.
Nel dettaglio, chi trasmette la dichiarazione entro il 31 maggio riceverà il rimborso sicuramente nel cedolino di agosto, dato che l’Inps riceverà il prospetto entro il 15 giugno. Anche chi invia il 730 entro il 20 giugno ha buone possibilità di ottenere il pagamento in tempo per l’erogazione dell’1 agosto, poiché il termine per la trasmissione del prospetto è fissato al 29 giugno.
Per coloro che inviano la dichiarazione tra il 21 giugno e il 15 luglio, il rimborso sarà invece visibile sulla pensione di settembre. Quando la trasmissione avviene tra il 16 luglio e il 31 agosto, l’importo verrà liquidato nel mese di ottobre. Chi aspetta fino all’ultimo momento utile, ossia il 30 settembre, riceverà il rimborso nel cedolino di novembre.
Attenzione, però: quando il rimborso supera i 4.000 euro, queste tempistiche possono non essere rispettate. In questi casi, infatti, l’Agenzia delle Entrate effettua un controllo preventivo sul credito spettante, il che può comportare un rinvio del pagamento di uno o due mesi.
Per chi, invece, ha scelto di non indicare il sostituto d’imposta e ha optato per il pagamento diretto da parte dell’Agenzia, la liquidazione del rimborso slitta in ogni caso a dicembre 2025.
E la trattenuta?
Come anticipato, non è detto che dalla dichiarazione dei redditi ne risulti necessariamente un credito Irpef. Potrebbe succedere infatti che la particolare posizione fiscale del pensionato, ad esempio per chi al tempo stesso presta anche attività lavorativa, abbia fatto risultare un debito Irpef.
In tal caso ci sono due opzioni, delle quali bisogna dare indicazione nella dichiarazione dei redditi stessa:
- o si accetta che la trattenuta dell’importo dovuto venga effettuata interamente su un cedolino (e su quelli successivi, nel caso in cui non ci sia sufficiente capienza);
- o in alternativa si chiede una rateizzazione dell’importo, potendo dilazionare il pagamento fino a novembre 2025.
In entrambi i casi la prima trattenuta viene effettuata secondo le stesse tempistiche dell’eventuale rimborso del credito Irpef, quindi a partire dal rateo di agosto per chi ha inviato il modello 730/2025 entro il 20 giugno scorso.
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