Pensioni: Quota 41 già dal 2021 estesa a nuove categorie di lavoratori. Ecco a chi

Teresa Maddonni

15/10/2020

25/10/2022 - 12:08

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Pensioni: una delle novità per il 2021 è Quota 41 la cui revisione dovrebbe essere inserita nella prossima Legge di Bilancio, con un’estensione a nuove categorie. Vediamo a chi spetterebbe.

Pensioni: Quota 41 già dal 2021 estesa a nuove categorie di lavoratori. Ecco a chi

Pensioni: Quota 41 già dal 2021 sarà estesa a nuove categorie di lavoratori. Si tratta sempre di lavoratori precoci, ma su richiesta dei sindacati la platea dovrebbe essere ampliata.

Non si tratta della riforma delle pensioni dentro la quale ci sarà anche la soluzione per superare Quota 100, ma nel dettaglio delle misure previdenziali che dovrebbero entrare nella prossima Legge di Bilancio, quella del 2021 che il parlamento dovrà approvare entro la fine dell’anno.

Ieri i sindacati, che da sempre spingono per ampliare Quota 41, hanno incontrato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per discutere delle pensioni per il 2021, dati i tempi stretti, e rimandare poi la discussione della vera e propria riforma delle pensioni in vista del 2022.

Intanto nell’incontro si è discusso di una misura per calmierare l’effetto del crollo del Pil sulle pensioni del futuro. Vediamo allora cosa prevede per le pensioni del 2021 l’idea di Quota 41 dei sindacati e a quali categorie spetterebbe.

Pensioni: Quota 41 estesa a tutti i lavoratori fragili

Per le pensioni del 2021 si pensa a Quota 41 estesa a nuove categorie di lavoratori fragili allargando quindi la platea di beneficiari.

Diciamo subito che Quota 41 permette di andare in pensione con 41 anni di contributi senza il requisito anagrafico. Quota 41 è per le pensioni di coloro che sono considerati lavoratori precoci ossia che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni e che possono vantare 12 mesi di contribuzione prima di quell’età. Non solo, il lavoratore precoce che voglia andare in pensione con Quota 41 deve, a oggi, avere anche uno dei seguenti requisiti:

  • essere in stato di disoccupazione a seguito della cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o anche risoluzione consensuale e la conclusione della Naspi da almeno tre mesi;
  • essere un lavoratore con invalidità con percentuale pari o superiore al 74%;
  • essere un caregiver che assiste, da almeno sei mesi, un familiare con disabilità anche grave come da legge n.104/92;
  • aver svolto mansioni gravose o usuranti.

I sindacati vorrebbero, ed è questa la proposta per le pensioni cui il governo sta lavorando, che tutti i requisiti suddetti vengano eliminati e permettere così a tutti i lavoratori precoci di poter accedere a Quota 41.

Non solo, ed è questo l’altro punto centrale della misura, permettere anche di andare in pensione con soli 41 anni di contributi, indipendentemente dal requisito anagrafico, ai lavoratori considerati fragili ricomprendendo in questa categoria anche immunodepressi, dializzati, diabetici e cardiopatici oltre a coloro che lavorano nella sanità e nei trasporti, per esempio, e che sono più esposti al contagio da Covid.

Ovviamente al momento si tratta solo di proposte per le pensioni del 2021 che dovrebbero trovare compimento nelle prossime settimane con la Legge di Bilancio.

Pensioni: altre misure in Legge di Bilancio

Per le pensioni non c’è solo Quota 41 tra le proposte che nell’incontro di ieri sono state discusse da governo e sindacati, ma anche Ape sociale per esempio. Della proroga della misura con la Legge di Bilancio, insieme a Opzione donna, se ne parlava da tempo, ma l’idea è quella di estenderla a una più ampia categoria di lavoratori, quelli che per esempio non percepiscono la Naspi e che possono andare in pensione a 63 anni.

Poi si è discusso anche di una misura, come abbiamo anticipato, per sterilizzare l’impatto del crollo del PIL sugli assegni di pensione futuri che rischierebbero un taglio. Ancora, vi è l’idea di equiparare il part-time verticale a quello orizzontale dal punto di vista contributivo in termini di durata. Tra le altre proposte anche la revisione dell’isopensione prevedendo tre anni di Naspi per il lavoratore in modo da ridurre gli oneri per le aziende.

Per quanto riguarda la riforma vera e propria delle pensioni come abbiamo detto toccherà attendere i mesi prossimi in vista del 2022, perché si dovrà studiare un meccanismo per superare Quota 100.

I sindacati tuttavia, seppur soddisfatti per le misure che potrebbero rientrare nella prossima Legge di Bilancio per le pensioni, ritengono che di più si possa fare per gli esodati e per la quattordicesima di chi ha un assegno fino a 1.500 euro mensili.

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