Pensioni oggi: tutto rinviato a ottobre per discutere della riforma, con i sindacati che starebbero anche pensando a una manifestazione per pressare il governo.
Pensioni oggi: dopo l’incontro di mercoledì al Ministero del Lavoro, tutto è rimandato a ottobre quando ci sarà un nuovo confronto tra governo e sindacati che, questa volta, si spera possa essere quello definitivo per trovare un accordo.
Passato il momento delle reazioni a caldo dopo il vertice di Roma, ecco che per le pensioni oggi è arrivato il momento della riflessione. Il governo infatti ha preso atto delle richieste fatte dai sindacati, che a loro volta stanno vagliando ogni ipotesi per cercare di mettere pressione all’esecutivo.
In attesa di conoscere quanti saranno i fondi a disposizione per questa riforma delle pensioni, che sarà inserita nella prossima manovra Finanziaria, le parti quindi si sono date un nuovo appuntamento per gli inizi di ottobre.
Venti giorni questi che saranno decisivi per temi molto caldi come le pensioni per i giovani e quelle delle donne, senza trascurare l’aspetto dell’aspettativa di vita. Per questo i sindacati sembrerebbero essere pronti anche a scendere in piazza per mantenere alta la pressione sul governo.
Pensioni oggi: altri venti giorni d’attesa
Pensioni oggi : il lungo ed estenuante match tra governo e sindacati si è preso altri venti giorni di stop, in attesa di quello che con ogni probabilità sarà il round definitivo a inizio ottobre.
La posta in palio è molto delicata: si tratta della riforma delle pensioni, che sarà inserita all’interno della prossima manovra Finanziaria che deve essere approvata entro la fine dell’anno.
Come se non bastasse, ad aggiungere altra suspance c’è anche il pericolo che, visti i risicati numeri della maggioranza al Senato, la legge di Bilancio possa anche essere bocciata dal Parlamento.
Sperando comunque nella tenuta del governo Gentiloni, se la Finanziaria non dovesse passare sarebbe un autentico disastro per il nostro paese, le pensioni oggi continuano a essere al centro di trattative questa volta però a distanza.
Prima di prendere ogni decisione in merito, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti vuole aspettare che sia approvata la nota di programmazione economica del governo. In parole povere, bisogna vedere quanti soldi saranno a disposizione per la riforma delle pensioni.
Il governo infatti si è detto più che disponibile ad accogliere alcune delle richieste fatte dai sindacati, vedi taglio del 50% al cuneo contributivo dei giovani per tre anni e stabilizzazione dell’Ape social, che non sarebbe più temporanea e sperimentale ma diventerebbe definitiva.
Più complessa invece è la posizione sul tema delle donne, dove i sindacati vorrebbero raddoppiati i mesi che si potrebbero scalare per ogni figlio, mentre per quanto riguarda la rinuncia all’innalzamento dell’età pensionabile in rapporto all’aumento dell’aspettativa di vita, la distanza qui tra le parti rimane ampia.
Sindacati pronti a manifestare?
Quando si tratta di pensioni le trattative non sono mai facili. Il governo e i sindacati infatti devono sempre fare i conti anche con le boccheggianti casse dell’Inps e, non a caso, il presidente Tito Boeri nei giorni scorsi ha già messo le mani avanti.
I sindacati però in questa partita possono puntare su un fattore non secondario: le vicine elezioni politiche che si dovrebbero tenere, salvo clamorose e gravi crisi di governo, ad aprile 2018.
Non è un caso quindi che, in una breve nota dove si faceva il sunto dell’incontro che si è tenuto mercoledì al ministero, la CGIL abbia parlato di “sindacati che hanno quindi deciso di mettere in campo nei prossimi giorni tutte le iniziative necessarie a sostenere il confronto”.
Tradotto vuol dire che CGIL, CISL e UIL, sono pronte a scendere in piazza. Visti i tempi ristretti però, difficile pensare a una grossa manifestazione a Roma, con l’ipotesi più probabile che quindi sarebbe quella di più cortei nelle principali città italiane.
Se i sindacati vogliono mettere pressione al governo, niente sarebbe meglio della piazza in un momento del genere. La situazione politica del paese infatti è molto caotica e incerta, con i partiti della maggioranza che visto il grande equilibrio difficilmente si vorranno mettere contro chi si aspetta misure concrete per quanto riguarda il tema delle pensioni.
Venti giorni non sono tanti ma potrebbero essere sufficiente per trovare, tra le pieghe del bilancio, quei soldi necessari per attuare in pieno la riforma. La partita sulle pensioni quindi è appena entrata nella sua fase più calda e decisiva, vedremo poi se l’epilogo andrà ad accontentare tutti.
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