Pensioni, novità Quota 100: così il Governo vuole tagliare i costi

Antonio Cosenza

30 Settembre 2019 - 08:30

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Pensioni, novità per Quota 100 nella Legge di Bilancio 2020: introduzione di un divieto assoluto di riprendere a lavorare? È una possibilità.

Pensioni, novità Quota 100: così il Governo vuole tagliare i costi

Pensioni: nonostante le smentite da parte del Governo, non si placano le notizie riguardanti una modifica di Quota 100 già con la Legge di Bilancio 2020.

Sembra infatti che il Governo stia pensando ad un modo per scoraggiare ulteriormente l’accesso alla pensione anticipata con Quota 100 (ricordiamo che già nel 2019 i beneficiari sono stati inferiori alle attese) introducendo delle regole più severe per coloro che decidono di farvi ricorso per “abbassare” l’età pensionabile.

Mentre Matteo Salvini - principale fautore di questa misura - minaccia di “serragliare il Parlamento” nel caso in cui il Governo decida di tagliare Quota 100 e di “far tornare la Legge Fornero”, sembra che effettivamente la nuova maggioranza M5S-PD stia pensando ad un modo per ridurre i costi del sistema previdenziale.

Nel farlo non dovrebbe rimettere mano ai requisiti per la pensione con Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), nonostante la maggior parte dei quotidiani nazionali non se la sentano di escludere a priori questa ipotesi.

Sembra però che la novità più importante - che potrebbe essere introdotta già con la Legge di Bilancio 2020 - riguardi la cumulabilità tra pensione e redditi da lavoro per la quale, ricordiamo, il decreto 4/2019 ha già previsto delle regole particolarmente severe.

Pensione con Quota 100: divieto assoluto di tornare a lavorare?

Quota 100 è stata pensata come una misura che - oltre a garantire flessibilità ai lavoratori in procinto di andare in pensione - avrebbe dovuto favorire il turnover, dando così la possibilità a molti giovani di concorrere per i posti lasciati liberi dai pensionamenti anticipati.

È ovvio però che affinché ciò possa avvenire è necessario bloccare il riaccesso al mercato del lavoro ai neopensionati: per questo motivo nel decreto 4/2019 è stata introdotta una norma che vieta ai quotisti di tornare a lavorare nei cinque anni successivi alla data del pensionamento. L’unica eccezione è rappresentata dalle collaborazioni occasionali, concesse nel limite di 5.000€ annui.

Ebbene, sembra che con la Legge di Bilancio possa venir meno anche questa possibilità, con il Governo che avrebbe intenzione di cancellare qualsiasi ipotesi di arrotondamento della pensione. In tal caso, quindi, nei primi cinque anni non si potrebbe neppure prestare lavoro occasionale restando sotto la soglia dei 5.000€.

Uno strumento che effettivamente potrebbe limitare ancora di più gli accessi a Quota 100; ricordiamo che - per effetto del calcolo contributivo della pensione - ricorrendo a questa misura e riducendo così gli anni di lavoro, l’assegno maturato è più basso rispetto a quello che il lavoratore avrebbe percepito qualora avesse aspettato il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Per il lavoratore quindi non ci sarebbe più alcuna possibilità di arrotondare sulla pensione, con l’importo della stessa che rappresenterà l’unica entrata economica per il neo pensionato.

Attendiamo di capire se effettivamente questa importante novità sulla pensione con Quota 100 verrà inserita nella Legge di Bilancio 2020; secondo le indiscrezioni da noi raccolte sembra che ci sia un’alta probabilità che ciò accada, molto più elevata rispetto a quella che vede un aumento dei requisiti per l’accesso a questa misura.

Difficilmente, infatti, il Governo deciderà di aumentare l’età anagrafica (si parla di 63 o 64 anni) così come il limite contributivo (che oggi è pari a 38 anni): una decisione del genere, infatti, farebbe prendere campo all’opposizione.

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